Translate

giovedì 11 giugno 2020

LA VERA PRIGIONE - Ken Saro-Wiwa

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina. 
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.
Alle 12.45 di venerdì 10 novembre 1995 il corpo di un uomo era appeso con una fune al collo, in una caserma di Port Harcourt, città della Nigeria meridionale. Il boia- inesperto - che aveva sbagliato a fare il nodo, fu costretto a ripetere l’esecuzione per ben quattro volte, prima che il collo del condannato si spezzasse e provocasse così la morte per soffocamento in pochi secondi. Durante i quattro tentativi di esecuzione, invece, l’uomo restò vivo, rischiando ogni volta di soffocare, ma molto lentamente. Il suo nome era Ken Saro-Wiwa, scrittore, poeta, drammaturgo, nigeriano, fondatore del Movimento non violento per la sopravvivenza del popolo Ogoni, organizzazione che diventò celebre il 4 gennaio del 1993 quando riuscì a portare in piazza oltre 300 mila persone, contro le devastazioni ambientali e la cacciata di migliaia di contadini e pescatori dalle zone dove erano concentrate le estrazioni di petrolio della compagnia petrolifera anglo-olandese della Shell. Venne sepolto in una fossa comune e i familiari non riuscirono mai a farsi restituire il suo corpo. Ma il funerale fu celebrato lo stesso: nella bara, solo i suoi libri e la sua pipa.

Nessun commento:

Posta un commento