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giovedì 27 agosto 2020

Alle origini dell’anarchia parte quarta

1789 
Gli stati generali francesi si proclamano assemblea costituente e danno il via al processo rivoluzionario che porterà all'eliminazione della monarchia (1793) e al configurarsi politico-giuridico del potere della borghesia come classe egemone. Nell'aprile 1790, al posto dei distretti vengono create 48 sezioni, i cui rappresentanti formano l'assemblea generale della Comune di Parigi. Le sezioni adottano il suffragio universale, esercitano poteri di polizia e funzioni economiche. Il 10 agosto 1792 la prima Comune di Parigi è rovesciata dai giacobini, e trasformata in strumento del Terrore nel 1793. Dopo la morte di Robespierre le sezioni perdono ogni funzione. L'ex prete Jacques Roux, l'operaio della periferia parigina Jean Varlet e la bella attrice Claire Lacombe con le Repubblicane Rivoluzionarie guidano l'opposizione anarcheggiante al terrore di Stato: sono gli Enragés che Robespierre ben presto perseguita. Roux si uccide per sfuggire alla ghigliottina. Varlet, imprigionato, dichiara: “Dal re al comitato: abbiamo solo cambiato vestito”. 
1792 
Mary Wollstonecraft pubblica A Vindication of the rights of women, la prima opera femminista moderna. 
1793 
Esce a Londra Enquiry concerning political justice di William Godwin, ex pastore dissenter (dissenziente). L'opera, considerata la prima teorizzazione dei principi libertari, affronta l'educazione e lo stato politico dei cittadini. Godwin riprende idee di Rousseau e più in generale della rivoluzione francese, ma ne accentua gli aspetti volontaristici: attribuisce pertanto all'educazione il ruolo fondamentale per il superamento della superstizione e dell'autoritarismo. Da un cristianesimo che vede nel Cristo una figura storica e morale si giunge a un ateismo inteso come religione dell'uomo. La storia di William Godwin affonda le sue radici in un campo tipicamente inglese e significativamente anti-autoritario. Era nato a Wisbeach, nella contea di Cambridge, il 3 marzo 1756. Suo padre era un pastore dissenziente: apparteneva a una setta religiosa che esaltava, assieme al perfezionismo dell'individuo, un fiero rigore morale. Anche William fu avviato alla carriera del pastore e frequentò scuole confessionali; fra il 1773 e il 1777 fu allievo di una famosa accademia dissenting a Hoxton; nel 1778, ordinato ministro di culto, cominciò a predicare in piccole comunità di dissenters nelle contee dell'Inghilterra meridionale. Ma ben presto i limiti della prassi religiosa tradizionale si fecero sentire, e la crisi condusse Godwin a rompere con la chiesa nel 1783. L'ex pastore approfondisce i problemi della presenza dell'uomo sulla terra, il significato della vita, della filosofia, della letteratura. Studia e scrive, “L'anima dell'uomo è pura alla nascita” afferma la dottrina “eretica” sociniana, che nega la divinità di Gesù Cristo. La crisi religiosa s'intreccia in Godwin con una problematica dell'uomo, sono cinque anni di travaglio interiore, di letture, di confronti. William ne esce redento: si allontana definitivamente dal cristianesimo, scopre l'ateismo, questa religione dell'uomo, che successivamente integrerà in una sorta di panteismo. Generico, perché l'energia intellettuale di Godwin è volta altrove. Non è la “religione” che lo interessa, ora, bensì l'ingiusta società “umana”. 

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