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giovedì 3 settembre 2020

LE CANZONI REBETICHE

Le canzoni rebetiche in origine venivano suonate nei tekè (fumerie d’oppio e hashish) e nelle galere delle città turche con minoranze greche come Smirne,  Bursa, Aydin, Salonicco - che fu incorporata nel Regno greco nel marzo del 1912 - e sono arrivate in Grecia assieme ai profughi scappati da Smirne dopo il saccheggio e l’incendio del quartiere greco (e di quello armeno) compiuto dall’esercito turco, ricordato in Grecia con il nome di Grande Catastrofe del ‘22. In Grecia negli anni ’20 venivano suonate nei quartieri popolari e nelle baraccopoli sorte improvvisamente ad Atene e Salonicco dopo il 1922, ma vennero quasi subito dichiarate fuorilegge dallo Stato. Solo il compositore Manos Chadzidakis, con la sua conferenza nel 1948, e il musicologo Fivos Anoghianakis, con un articolo del 28 gennaio 1947 sul quotidiano Rizospastis, hanno dedicato parte dei loro studi a questo genere, sottolineando per primi la qualità e l’importanza della musica rebetica. “Le canzoni rebetiche sono le canzoni dei rebetes. I rebetes vengono chiamati anche manghes. È molto difficile definire cosa sia un rebetis, o un mangas. In generale, si potrebbe dire che il rebetis (o mangas) è una persona che ha uno stile di vita particolare, fuori dall’ordinaria vita sociale. Il rebetis mostrava in ogni modo il suo disprezzo nei confronti delle consuetudini stabilite: non si sposava, non camminava abbracciato alla fidanzata, non indossava colletti e cravatte, camminava ancheggiando, odiava mortalmente gli sbirri, disprezzava il lavoro, non usava mai l’ombrello, aiutava i deboli, fumava hashish, riteneva il carcere una prova di coraggio.” (Petròpulos) Erano i rebetes a cantare le canzoni rebetiche, ma ad ascoltarli (e a volte ad ispirare le loro composizioni) erano soprattutto gli strati più poveri della società greca. “La morale e il conseguente comportamento della classe dominante nei confronti dei sentimenti, delle posizioni e dell’estetica delle canzoni rebetiche sono stati per quest’ultime condannatori a priori. La classe borghese definisce i poveri melma, fuorilegge, malavitosi, fango e marciume, ovviamente con il sottinteso che i signori sono invece probi ed onesti ed in qualche misura magnanimi. In questo senso quella di un mangas è una vita peccaminosa”. (Petròpulos) Nonostante l’ostilità del potere nei confronti dei rebetes, che fu spesso molto violenta,  come durante la dittatura di Metaxàs (1936 - 41), il rebetico è stato un genere molto diffuso fino agli anni ’50 in alcuni quartieri delle più grandi città greche, soprattutto i porti come Salonicco e il Pireo e gli agglomerati urbani sorti nei pressi di Atene dopo la Grande Catastrofe del ’22, dove veniva suonato per strada e nelle taverne. La tendenza di alcuni compositori di canzoni rebetiche del dopoguerra, primo fra tutti Chiotis, a inserire nell’orchestra e nella musica rebetica strumenti ed elementi musicali occidentali alla moda ha portato alla contaminazione del rebetico, alla sua commercializzazione e massificazione ed è quindi stato uno dei fattori determinanti che hanno contribuito alla  decadenza di questo genere musicale e poi alla sua estinzione. 

 

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