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giovedì 10 giugno 2021

Ma come si può uccidere un bambino? – Narciso Ibáñez Serrador

Evelyn e Francis sono una coppia inglese che aspetta un bambino infatti lei è al settimo mese di gravidanza. Durante le loro vacanze nel Mediterraneo, decidono di andare sull’isola di Almanzora  situata a largo della costa spagnola. Giunti sull`isola trovano ad attenderli sulla banchina un gruppo di bambini. I due si inoltrano nel villaggio ma stranamente non vedono nessun adulto, si fermano in un punto di ristoro ma anche lì non c’è segno di nessuno. A questo punto Francis ed Evelyn si dirigono all`albergo dove non ci sono tracce di adulti. La coppia sempre più perplessa resta sbalordita quando sorprendono una ragazzina che, armata di bastone e ridendo, colpisce a morte un anziano del villaggio; preoccupati e spaventati i due si rintanano nell`albergo cercando di capire cosa sta succedendo. Qui incontrano un uomo che spiega loro come i bambini in preda ad un raptus collettivo abbiano assalito, torturato e ucciso tutti gli adulti del villaggio. Ben presto anche l`ultimo superstite cade sotto i colpi dei bambini attirato in un tranello dalla figlioletta; per la coppia resta poco da fare, decidono di tornare immediatamente alla barca per fuggire. Giunti al porticciolo trovano i ragazzini piccoli e grandi che ostacolano la loro fuga, i due riescono a scappare di nuovo rifugiandosi nella prigione dell’isola e procurandosi anche un fucile. I ragazzi li raggiungono, cercando di catturarli, Francis si fa forza e spara uccidendone uno. Francis attiva il segnale di allarme radio dalla centrale sperando nell`arrivo dei soccorsi. Il giorno dopo accade qualcosa di terribile: Evelyn viene uccisa dal suo stesso bambino che ha nel suo grembo, al quale una bambina ha trasmesso telepaticamente il suo messaggio di morte. Preso dalla rabbia, Francis esce dalla prigione ed uccide alcuni dei ragazzi che si interpongono tra lui e l`imbarcazione, l`uomo sta per colpire una ragazzina ma viene ucciso da un agente di polizia arrivato con la nave dei soccorsi. I poliziotti scesi dalla nave non fanno in tempo a capire cosa sia accaduto che cadono sotto i colpi dei bambini. Il film si conclude con un gruppo di ragazzi che abbandona l`isola con la nave delle forze dell`ordine per raggiungere il continente e continuare la strage degli adulti.

Come si può uccidere un bambino? In vario modo: sparandogli addosso una raffica di mitra, a colpi di bastone, o facendolo morire di fame. Nemmeno in questo caso agli adulti è mancata la fantasia: che le vittime fossero indifese e innocenti non è mai sembrata una buona ragione per evitare guerre e massacri. . Il regista impegna i primi 10 minuti del film offrendo immagini reali di bambini innocenti morti nei diversi conflitti che hanno interessato il ’900. Lo sterminio nei campi di concentramento nazisti, il conflitto indo-pakistano, la guerra di Corea, il Vietnam, i genocidi in Africa, le carestie: migliaia di bambini morti, prime vittime innocenti della follia adulta. Le immagini crude, reali, sono accompagnate da un canto di bambini come un canto accompagnava alla morte nelle camere a gas migliaia di piccoli. Lo spettatore resta disorientato a mano a mano che la trama si scioglie e la storia diventa sempre più inquietante; alla fine resta il disagio, il tentativo di riflettere su quanto è stato narrato e su quanto accade tutti i giorni, sulle carneficine a cui ormai assistiamo senza reagire. Facciamo quindi il caso che i bambini si ribellino. Accadrà che le parti s’invertano: alla follia distruttrice dei grandi subentrerà quella dei piccoli, tanto più feroce quanto meno gli adulti avranno il coraggio di alzare le mani sui ragazzi.

Il regista racconta una verità tanto semplice quanto agghiacciante sull’universo del male umano che genera sé stesso, mostrando degli adulti che, di fronte agli occhi pseudo innocenti di splendidi figli assassini, non riescono ad essere sufficientemente spietati da ucciderli per salvarsi la vita. In fondo questi adulti comprendono la propria ipocrisia e sanno che quei piccoli mostri che hanno davanti sono una loro creazione. Impossibile sottrarsi alla responsabilità.



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