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martedì 22 febbraio 2011

ANARCHIA E ANARCHISMO


L’importanza del pensiero malatestiano sta soprattutto nella sua teoria dell’azione, nell’aver delineato e approfondito i termini generali dell’agire anarchico, sia in senso etico, sia in senso razionale.   
Errico Malatesta presentando la “summa” del pensiero anarchico ha diviso l’Anarchia (il fine) dall’Anarchismo (il mezzo). Con questa grande divisione tra anarchismo e anarchia, Malatesta cerca di conferire al primo la sua massima valenza realistica e alla seconda la sua più alta espressione etica. Il primo si media con la storia, acquisendo tutti i giudizi di fatto che questa produce nel suo continuo mutamento, la seconda si mantiene contro la storia perché il processo storico non può mai coincidere con i giudizi di valore che l’anarchia esprime. L’anarchia è l’ideale che potrebbe anche non realizzarsi mai, così come non si raggiunge mai la linea nell’orizzonte che si allontana di tanto in quanto uno avanza verso di esso, invece l’anarchismo è metodo di vita e di lotta e deve essere, dagli anarchici, praticato oggi e sempre, nei limiti delle possibilità variabili secondo i tempi e le circostanze. L’anarchia è l’ideale, la meta mai completamente raggiungibile della libertà e dell’uguaglianza, e dunque è tutto ciò che sta alla base dell’agire anarchico; l’anarchismo, invece, costituisce l’insieme teorico-pratico della traduzione qi questi valori e di questi motivi nel processo storico e come tale fa da tramite dinamico fra deduzione mutevole e relativa del presente e gli obiettivi universali del futuro. L’anarchismo può quindi utilizzare e far proprio qualunque strumento di comprensione dell’esistente mentre l’anarchia non ha bisogno, per sussistere, di essere “giustificata” da tale spiegazione.   

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