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giovedì 15 dicembre 2011

CRISI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO

Larga parte del mondo sta scendendo nelle strade e nelle piazze, un movimento  ampio polimorfo intransigente forse non del tutto consapevole una sollevazione diffusa che occupa tenacemente le piazze del potere. Politici dirigenti, banchieri affamatori in genere sorridono nervosamente, si invita alla calma alla tolleranza alla compostezza. Nei loro occhi c'è paura, essi sanno che questo movimento non smobiliterà, per la semplice ragione che questa sollevazione non propone soltanto principi morali o ideologie, ma si fonda sulla materialità di una condizione di precarietà, di sfruttamento, di immiserimento crescente, di assenza di vita e di futuro. L'energia che lo muove è la rabbia. La rabbia talvolta alimenta l’intelligenza, altre volte i mostri dell'irrazionalità. La violenza infinita del capitalismo nella sua fase agonica può produrre patologie mortali,le convulsioni della  società dello spettacolo ferita e incapace di riprodursi generano mostri di ogni genere: razzismo, fascismo, nazismo. E' ciò a cui stiamo assistendo in molti luoghi del globo, Torino, Firenze, Liegi, Utoya sono solo alcuni sintomi del risveglio del mostro che mai vinto sopravvive negli angoli più oscuri e cancrenosi delle menti di coloro che si nutrono di odio e morte, dei figli prediletti di questa società mercantile avida di vite e speranze. 
Tutto questo può non piacere. Ma questo è.
La dittatura della capitalismo sta nella mente di tutti coloro che non sanno immaginare una forma di vita libera.
Nei prossimi anni probabilmente continueremo ad assistere a continui sussulti del mostro che sopravvive fra noi e in noi. Assisteremo a violenze senza capo né coda di chi perde il lavoro, di chi non può mandare a scuola i propri figli, di chi non arriva a fine mese, di chi perde la casa, di chi non ha più niente  mangiare, violenza senza capo né coda da parte delle istituzioni poliziesche degli stati, un esercito di morti viventi di zombie alla ricerca di un nemico immaginario da assassinare, da bruciare, da colpire, da violentare. Uomini e donne di un altro colore, omosessuali, zingari, giovani resistenti, miserabili, insomma  coloro che per qualche motivo risultano essere diversi, coloro che più o meno consapevolmente risultano essere eretici nei confronti della dottrina dominante della società della merce, saranno inevitabilmente i bersagli di tale esercito di assassini. Occorrerà allora avere nervi saldi occorrerà intelligenza e lucidità, dovremo far fronte alla follia mantenendo il nostro spirito limpido, la visione chiara e consapevole del fatto che non c’è altro colpevole che il sistema mercantile della rapina sistematica che prosciuga l'essenza delle nostre vite. Ma in tutti i casi occorre non dimenticare, che è indispensabile stanare il mostro dai lerci anfratti in cui si nasconde, non dovremo dimenticare di ripulire i covi del nazismo e del fascismo, dovremo inesorabilmente tacitare una volta per tutte gli apologeti delle diversità raziale quale che siano i pulpiti da cui vomitano le loro più o meno ambigue o sottese parole.
Dobbiamo proteggere i nostri fratelli, i nostri compagni, nessuno deve restare indietro alla mercè di questi assassini.    

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