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giovedì 15 dicembre 2011

La lotta della Val di Susa è anche la nostra.

La distruzione di questa piccola valle alpina sull'altare dell'Alta Velocità Economica (traffico merci e passeggeri) è solo una delle condizioni necessarie alla distruzione creatrice di profitto e di potenza per i tecnocrati del Piemonte per arricchirsi mentre i loro abitanti dovranno accontentarsi, nel migliore dei casi, a lavorare come servi al servizio di quadri aziendali e di macchine, in un ambiente devastato dalle infrastrutture.
Si capisce bene che si tratta di distruggere gli uomini e di sconvolgere i territori affinché, nell'epoca dell'economia planetaria unificata, quelli che decidono per noi possano continuare a rivaleggiare con quelli che decidono nelle altre parti del mondo. Ma a noi non interessa né il patriottismo e né la guerra economica. 
Noi non vogliamo morire di noia e di lavoro al servizio dei nostri generali economici.
Noi siamo vigliacchi, pigri e disfattisti.
Non vogliamo,  abitare in una "via express" costeggiata da facciate in vetro cromato e da centri commerciali. 
Non vogliamo passeggiare in giorni prestabiliti, nella neve coltivata dei parchi artificiali, sotto il radiatore climatico.
Non vogliamo essere dei robot sociali, in quattrocento per kmquadro, allevati in batteria dentro a degli agglomerati urbani intelligenti.
Non vogliamo essere competitivi.
Non vogliamo attirare nessuno, tanto meno gli investitori di capitali. Al contrario, che se ne vadano, ciò farà abbassare i costi dei terreni, degli immobili e della vita. Noi siamo retrogradi. Vogliamo i lupi, gli orsi, i ghiacciai, le stagioni. Vogliamo i contadini nelle nostre campagne, Vogliamo mangiare quello che produciamo, non quello che arriva con gli aerei, i camion e i treni che distruggono al loro passaggio clima e paesaggio. Così come non vogliamo che le cisterne di latte vadano chissà dove per essere trasformati in formaggi, confezionati in qualche fabbrica europea per essere poi venduti nei supermercati piemontesi. 
A noi manca terribilmente l'ambizione: vogliamo mangiare la toma acquistata dal contadino vicino, vorremmo semplicemente vivere in una vera casa con vecchie pietre, tra le nostre montagne, nella nostra valle senza rotaie di ferro, traverse cementate e ferite profonde nella roccia.

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