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giovedì 5 luglio 2012

La violenza nella società informatizzata


Mentre gli scenari politici e socio culturali nei paesi economicamente più avanzati si fanno sempre più inquietanti, di fronte all’apparire di un nuovo totalitarismo si verifica l’emergere di forme di violenza anonima, cioè priva di segno politico, forme che vengono a caratterizzare l’evolversi delle società tecnologicamente più avanzate. Si tratta di una violenza che si manifesta tanto a livello di massa che singolarmente, sotto forma di atti che mancano di senso immediatamente logico, oppure appaiono del tutto gratuiti o privi di scopo. Questi atti vanno dal ludico saccheggio di massa realizzato da chi spontaneamente si appropria della merce dei grandi magazzini in occasione di un improvviso blackout (vedi New York); alle improvvise rivolte che scoppiano nei ghetti in modo puramente accidentale (vedi Londra, Liverpool, Parigi ecc.), fino all’esplosione di improvvisi raptus di individui isolati che si divertono senza motivo apparente nell’uccidere persone che nemmeno conoscono.
Simili forme di violenza nichilista sono il prodotto della modificazione dei rapporti sociali da cui deriva un profondo snaturamento dei valori costituiti. Ciò libera negli individui i freni inibitori-moralistici e attutisce in loro la razionalità umanistica, spingendoli a compiere atti che nessuna persona ritenuta "civile" si sognerebbe di fare. 
Vi è in tutta questa violenza priva di senso e gratuita un profondo desiderio-bisogno di autovalorizzazione e di affermazione di sé da parte di coloro che cercano, sia pure per pochi istanti, di rompere con la propria monotona vita quotidiana. Ciò denuncia la sopravvivenza come sistema di morte sociale, sistema che ha ridotto tutto il vivere e il viversi fra gli individui ad un puro consumo di merci, impoverendoli e disumanizzandoli in tutti i sensi. Nel vissuto di privazioni e costruzioni, la vita appare quindi come una continua negazione di se stessa.

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