Non mi spetta sviluppare qui la dottrina dell’anarchia. Solo voglio accennare al suo lato rivoluzionario, al suo lato distruttore e negativo per il quale compaio innanzi a voi. In questo momento di lotta acuta tra la borghesia e i suoi nemici, io sono quasi tentato di dire col Souvarine del Germinal (Romanzo di Emile Zola): “Tutti i ragionamenti sull’avvenire sono delittuosi, perché impediscono la distruzione pura e semplice e ostacolano il cammino della rivoluzione”.
Dacché un’idea è matura ed ha trovato una formula, bisogna senza più tardare cercarne la realizzazione. Io ero convinto che l’organizzazione è cattiva ed ho voluto lottare contro di essa per affrettarne la sparizione. Io ho portato nella lotta un odio profondo, ogni giorno ravvivato dallo spettacolo nauseante di questa società in cui tutto è basso, tutto è losco, tutto è brutto, in cui tutto è di ostacolo all’espansione delle passioni umane, alle tendenze generose del cuore, al libero slancio del pensiero. Io ho voluto colpire tanto fortemente e tanto giustamente quanto ho potuto.
Io so che la mia testa non sarà l’ultima che mozzerete; altre ne cadranno ancora, perché i morti di fame cominciano a conoscere la strada dei vostri caffè. Atri nomi voi aggiungerete alla lista sanguinosa dei nostri morti. Voi avete impiccato a Chicago, decapitato in Germania, garrottato a Xeres, fucilato a Barcellona, ghigliottinato a Montbrison e a Parigi, ma ciò che non potrete mai distruggere è l’Anarchia. Le sue radici sono troppe profonde; essa è nata nel seno stesso di una società putrida che si sfascia; essa è una reazione violenta contro l’ordine stabilito. Essa rappresenta le aspirazioni egualitarie e libertarie che battono in breccia l’autorità odierna; essa è dappertutto e ciò che la rende inafferrabile finirà coll’uccidervi.
(Dichiarazione di Emile Henri al processo per gli attentati alla rue des Bons Enfants e al Caffè Terminus – 1894)
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