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giovedì 2 luglio 2015

Il pensiero di Malatesta

L'approccio di Malatesta è radicalmente diverso rispetto a quello degli altri pensatori anarchici che l'hanno preceduto. Infatti, per molti di questi, l'anarchia ha una base oggettiva, vuoi nella Ragione(Godwin), vuoi nelle leggi della società e dell'economia (Proudhon), vuoi nella natura e nell'evoluzione (Kropotkin). Per Malatesta viceversa, non esiste un dato oggettivo da cui si può ricavare il futuro, quindi l'anarchia non può essere il frutto di un qualcosa che è al di fuori della volontà e del sentimento umano, ma nasce da questi l'anarchia è un'aspirazione umana, che non è fondata sopra nessuna vera o supposta necessità naturale, e che potrà realizzarsi secondo la volontà umana questa aspirazione umana va oltre ogni valenza razionale o teoretica perché deriva da un sentimento, che è la molla motrice di tutti i sinceri riformatori sociali, e senza il quale il nostro anarchismo sarebbe una menzogna o un non senso. Questo sentimento è l'amore per gli uomini, è il fatto di soffrire per le sofferenze altrui. Da qui il concetto che il progresso e la libertà sono il frutto non di leggi immanenti, ma di lotta e di conquista faticosi "la libertà non si conquista e non si conserva se non attraverso lotte faticose e sacrifici crudeli". Tutta la vita specificatamente umana è lotta contro la natura esteriore, ed ogni progresso è adattamento, è superamento di una legge naturale. Il concetto della libertà per tutti, che implica necessariamente il precetto che la libertà dell'uno è limitato dalla eguale libertà dell'altro è concetto umano: è conquista, è vittoria, forse la più importante di tutte, dell'umanità contro la natura. Al di là di questa dicotomia fra natura e cultura, del tutto discutibile, dal momento che non è ancora dimostrato quanto della società umana sia cultura e quanto sia natura e come questi piani interagiscano, quello che importa rilevare è la distinzione malatestiana fra giudici di fatto e giudizi di valore. Questo è in linea con le più recenti acquisizioni del pensiero epistemologico che distingue fra scienze normative e scienze descrittive, le scienze normative appartengono alla sfera dei valori, del dovere o voler essere, mentre le seconde appartengono alla sfera dei fatti, dell'essere. Non si possono dedurre valori dalle descrizioni e dalle previsioni. In sostanza, e qui viene marcata tutta la distanza fra la concezione malatestiana e quella kropotkiniana, la libertà, l'uguaglianza, la solidarietà e tutti i valori dell'anarchia non sono idee giustificate da fatti scientifici e naturalistici, ma categorie che trovano in se stesse, e nella volontà umana, la possibilità di futura realizzazione. Quindi l'anarchismo nella sua genesi, nelle sue aspirazioni, nei suoi metodi di lotta non ha nessun legame necessario con qualsiasi sistema filosofico.

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