Tutto quello che va male, i crimini, le malattie, tutto è provocato dal sistema in cui viviamo. Dove non c’è denaro e quindi non ci sono capitalisti, la gente non sarebbe costretta a lavorare troppo, non patirebbe la fame, non abiterebbe in abitazioni malsane, tutte cose che fanno invecchiare anzitempo, che provocano malattie, che inducono a delinquere. Per risparmiare un dollaro i capitalisti costruiscono ferrovie scadenti e quando arriva il treno molte persone finiscono uccise. Che cosa vale la loro vita, se il loro sacrificio ha fatto risparmiare denaro? Ma quelle morti significano miseria, bisogno e delinquenza per tante e tante famiglie. Seguendo i principi anarchici noi costruiamo ferrovie migliori; prendiamo la tranvia di Broadway per esempio invece di far passare poche vetture a una velocità spaventosa, per evitare maggiori spese, dovremmo utilizzarne molte a bassa velocità e così non ci sarebbero incidenti. (La linea tranviaria di Broadway fu luogo di frequenti incidenti, soprattutto sulla 33° e sulla 53° strada e nel tratto lungo la 14°, soprannominato curva dell’uomo morto).
Nel nostro ordine di cose, ciascuno uomo farà il lavoro che gli piace e avrà quanto il suo vicino, così non ci potrebbero essere persone infelici e scoraggiate.
L’Anarchia insegna quindi l’unità della vita; non solo nella natura, ma nell’uomo. Non esiste alcun contrasto tra gli istinti individuali e sociali, non più di quanto esista un conflitto tra il cuore e i polmoni: il primo è il contenitore di una preziosa linfa vitale, il secondo il custode dell’elemento necessario a mantenere l’essenza pura e forte. L’individuo è il cuore della società, conservando l’essenza della vita sociale; la società è il polmone che distribuisce l’elemento necessario a mantenere l’essenza vitale (cioè l’individuo) pura e forte.
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