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giovedì 30 luglio 2015

LA COLONNA DURRUTI

La Colonna anarcosindacalista è nata nella rivoluzione. Guerra e rivoluzione sono per noi un solo inseparabile atto. Altri possono discutere in maniera ricercata o astratta. La Colonna Durruti conosce soltanto l’azione ed in essa impariamo. Siamo empirici e crediamo che l’azione fornisca comprensioni più chiare di un programma preordinato che evapora nella furia dell’operare.
La Colonna Durruti è costituita da lavoratori, da proletari di fabbrica e di villaggio. Gli operai catalani delle fabbriche sono partiti con Durruti, a loro si sono uniti i compagni della provincia. I lavoratori agricoli e i coltivatori diretti, persi i propri villaggi, tormentati e umiliati dai fascisti, li hanno lasciati di notte per attraversare l’Ebro. La Colonna Durruti cresce con la terra che conquista e libera. E’ nata nei quartieri operai di Barcellona, oggi essa comprende tutti gli strati rivoluzionari di Catalogna e Aragona, di città e campagna.
I compagni della Colonna Durruti sono militanti della CNT-FAI. Molti di loro hanno scontato nelle prigioni le proprie convinzioni. I giovani si conoscono a partire dalle juventudes libertarias.
I proletari agricoli e i piccoli coltivatori unitisi a noi sono fratelli e figli di chi è ancora oppresso dall’altra parte. Scrutano al di là verso i loro paesi. Molti dei loro congiunti, padri e madri, fratelli e sorelle furono uccisi dai fascisti. I contadini gettano sguardi, con rancore e speranza, fin dentro i propri villaggi. Ma non lottano per il casale e il podere, combattono per la libertà di ognuno. Ragazzi, quasi fanciulli, fuggirono verso di noi, orfani, i cui genitori furono assassinati. Questi ragazzi sono dalla nostra parte. Parlano poco ma hanno capito molto e presto. Di sera, intorno al fuoco da campo, ascoltano i più anziani. Parecchi non sanno scrivere né leggere. I compagni li istruiscono. La Colonna Durruti tornerà dal fronte senza analfabeti. Essa è una scuola.
La Colonna non è organizzata né in maniera militare né burocratica. E’ cresciuta organicamente a partire dal movimento sindacalistico. E’ una formazione socialrivoluzionaria, non è una truppa. Costituiamo un’associazione di proletari oppressi, tutti in lotta per la libertà. La Colonna è opera del compagno Durruti che ne determinò lo spirito e sostenne la libera natura fino all’ultimo istante. Fondamento della Colonna sono la bontà dello spirito cameratesco e la spontanea autodisciplina. Scopo della sua azione è il comunismo, nient’altro.
Noi siamo i comunisti sindacalisti, ma conosciamo il significato dell’individuo, vale a dire: ogni compagno possiede gli stessi eguali diritti e adempie gli stessi doveri. Nessuno è superiore ad un altro, ognuno deve sviluppare ed offrire il massimo della propria persona. I tecnici militari consigliano ma non ordinano. Forse non siamo strateghi, certo siamo combattenti proletari. La Colonna è forte, un fattore significativo del fronte poiché è formata da uomini che da molto perseguono un’unica meta, il comunismo, perché è costituita da compagni che da tempo sono organizzati sindacalmente e lavorano in modo rivoluzionario. La Colonna è una comunità sindacale in lotta.
La Colonna Durruti è disciplinata mediante un ideale e non attraverso un marcia di parata. Dovunque giunga la Colonna, si collettivizza. La terra è data alla comunità, i proletari della campagna sono trasformati da servi dei cacicchi in uomini liberi. Si passa dal feudalesimo al libero comunismo. La popolazione viene nutrita, sostenuta e vestita dalla Colonna. La Colonna forma, quando si ferma nei villaggi, una sola comunità con la popolazione.
Le basi della nostra Colonna sono fiducia reciproca e collaborazione spontanea. Il feticismo della Guida Provvidenziale, la fabbricazione delle vedettes li lasciamo volentieri ai fascisti. Restiamo proletari armati che volontariamente si impongono un’opportuna disciplina. 

(Tratto dal discorso commemorativo tenuto da Carl Einstein alla radio CNT-FAI di Barcellona.)

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