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giovedì 8 ottobre 2015

BESTIARIO SENZA NOME di Hans Arp

L’elefante è innamorato del millimetro

la lumaca è fiera
col copricapo d’oro
il cuoio calmo
il riso di flora
ed anche col suo fucile di gelatina

l’aquila ha gesti di vuoto presunto
la sua mammella rigurgita di lampi
il leone ha baffi
in puro gotico fiammeggiante
e scarpe pallide e purgate
come un neo-soldato
dopo una disfatta lunare

l’aragosta scende dall’asta
cambia la canna con una bacchetta
e risale col suo bastone
lungo il tronco dell’albero

la mosca con uno sguardo enfatico
riposa il naso su uno zampillo d’acqua

la vacca prende il sentiero della cartapecora
che si perde in un libro di carne
ogni pelo del libro
pesa una libra

il serpente sobbalza con prudore e prudore
attorno a bacinelle d’amore
colme di cuori trafitti

il pavone impagliato
diventa un pavone impapagliato

l’usignolo fratello della sfinge
innaffia stomaci cuori cervelli e trippe
cioè gigli rose garofani e lillà

la pulce si mette il piede sinistro
dietro l’orecchio destro
e la sua mano sinistra nella mano destra
e salta sul piede sinistro
sopra il suo orecchio destro

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