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giovedì 15 ottobre 2015

Noi siamo per la descolarizzazione

Abbiamo cercato per generazioni di migliorare il mondo fornendo una quantità sempre maggiore di scolarizzazione, ma sinora lo sforzo non è andato a buon fine. Abbiamo invece scoperto che obbligare tutti i bambini ad arrampicarsi per una scala scolastica senza fine non serve a promuovere l’uguaglianza, ma favorisce fatalmente colui che parte per primo, in migliori condizioni di salute o piú preparato, che l’istruzione forzosa spegne nella maggioranza delle persone la voglia di imparare per proprio conto, e che il sapere trattato come merce, elargito in confezioni e considerato come proprietà privata, una volta acquisito, non può che essere sempre scarso. Ci si è improvvisamente resi conto che l’istruzione pubblica attuata mediante la scolarizzazione obbligatoria ha perso ogni legittimità sociale, pedagogica ed economica.
L’abolizione dell’istituzione scolastica quindi è divenuta inevitabile. Alla fine dell’era della scolarizzazione potrebbe seguire l'era di una scuola globale che solo per il nome si differenzierebbe da un manicomio globale o da un carcere globale e, dove istruzione, correzione e adattamento diverrebbero sinonimi. Lo sfacelo della scuola ci deve far guardare al di là della sua fine imminente, per valutare quelle che sono le alternative fondamentali. Se noi mettiamo i bambini di una certa età in gruppi di una trentina, sottoposti all’autorità di un insegnante ufficialmente abilitato, per 500, 1.000 o piú ore l’anno, dove il programma esplicito sia rivolto a inculcare i principi del fascismo, del liberalismo, del cattolicesimo, del socialismo o della liberazione, purché all’istituzione sia riconosciuto il potere di stabilire quali attività siano da considerare istruzione legittima. Non importa che lo scopo della scuola sia quello di produrre dei meccanici oppure dei medici, purché non si possa essere a pieno titolo cittadino o medico senza aver preso un diploma. Non fa differenza dove avvengano le riunioni – in un’autofficina, in un’assemblea legislativa o in un ospedale – purché valga il principio della frequenza. La cosa essenziale nel programma globale è che gli studenti imparino che l’istruzione ha valore se acquisita a scuola attraverso un processo di consumo graduato; che la misura del successo che l’individuo avrà nel mondo dipende dalla quantità di sapere che avrà acquistato; e che imparare cose sul mondo è piú importante che impararle dal mondo.
Noi siamo per la descolarizzazione della società che altro non è che una mutazione culturale, mediante la quale un popolo ricupera l’uso effettivo delle proprie libertà: la libertà di apprendere e di insegnare esercitata da uomini che sanno di essere nati liberi, non che vengono educati alla libertà…

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