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giovedì 15 ottobre 2015

LA CASA SI PRENDE L’AFFITTO NON SI PAGA

A Torino, alle Vallette, a Milano, a Quarto Oggiaro, a Roma e a Napoli con i baraccati, la lotta autonoma di quartiere ha dimostrato cosa la classe operaia intende veramente per “riforma della casa”:
Occupare le case vuote
Non pagare l’affitto delle case abitate
Così mentre i sindacati contrattano con il governo per un “equo canone”, per il “blocco degli affitti” e soprattutto per inserire il loro potere nella Gescal e nello IACP, la classe operaia si organizza autonomamente nei quartieri per conquistarsi senza nessuna contrattazione i propri obiettivi di classe.
Nei quartieri si riversa in tal modo una lotta che, nata e sviluppata in fabbrica, individua i suoi fronti d’azione in tutti i luoghi e in tutti i momenti dello sfruttamento che il capitale organizza sulla classe operaia.
L’autonomia della lotta conquista quegli obiettivi che i sindacati balbettanti cercano di contrattare con i ministri. La strategia delle riforme, come il controllo delle lotte operaie a garanzia della “pace sociale” voluta dai padroni dopo la firma dei contratti, dopo essere saltata in fabbrica, va in pezzi anche nelle lotte dei quartieri.
Altro che “equo canone”, “blocco degli affitti”, “controllo sindacale degli enti”!
-equo per chi?
Tra sfruttatori e sfruttati non esistono rapporti economici e politici “equi”; lo sfruttamento è sempre sfruttamento anche se definito “equo”.
- ma quale blocco?
Bloccare l’affitto a 30-40.000 lire al mese vuol dire pigliare per il culo la gente.
- controllo sindacale?
Controllo sindacale, padronale e burocratico, sempre controllo è. Il problema è un altro: la classe operaia deve pagare con le trattenute sulla busta paga per una casa che solo pochi riusciranno ad avere, e quei pochi  dovranno pagarla un’altra volta, magari con un bell’affitto “bloccato” sulle 40.000 lire!
Allora che ci sia il sindacato e il P.C.I. a dirigere la Gescal e lo IACP può far comodo, appunto, al sindacato e al P.C.I., non agli operai.
Quando il proletariato si organizza autonomamente e occupa le case come a Torino, a Napoli, a Roma, oppure come a Quarto Oggiaro, dove metà popolazione (70.000 abitanti) non paga più l’affitto da più di un anno, ai padroni salta la mosca al naso e scatenano i pulotti: 500 poliziotti per sfrattare una famiglia a Quarto Oggiaro, per non parlare delle Vallette dove gli scontri dopo l’occupazione delle case sono durati un pomeriggio e una sera. Anche i sindacati e i partiti se ne hanno a male: come si permette la classe operaia di prendersi subito e direttamente quello che loro (i sindacati e il P.C.I.) gli avrebbero indicato come obiettivo di lunga, difficile e … perdente lotta riformistica!
Allora: dagli all’estremista, alla demagogia, alle teste calde!
Un discorso che la classe operaia capisce sempre meno.

(SINISTRA Proletaria, foglio di lotta del C.P.M. Giugno 1970)

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