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giovedì 16 giugno 2016

KRONSTADT INSEGNI

Io ascolto la critica perché sono avido. Ascolto la critica perché sono egoista. Non mi lascerei mai nelle mani di un altro, al suo potere psicologico. L'atteggiamento egoista critico è un valore d'uso o non è nulla; valore d'uso in riferimento al soggetto che lo adopera. Si tratta di non perdere il proprio tempo a  criticare qualcuno che non ci interessa. Ogni altro atteggiamento sarebbe un servizio reso ad un ideale, ancora una volte una proiezione morale della propria passione critica, critica scaduta in liturgia della critica.
L'atteggiamento critico ed egoista tende a rinforzarmi soggettivamente nel mutuo interesse del mio Io e della mia critica, per  il beneficio della nostra comune ricchezza e del nostro comune progetto. E' un atteggiamento immanente: critica di me stesso nel mio proprio interesse. E perchè questa critica sia possibile, perchè la critica di qualcuno mi interessi, mi devo riconoscere in esso; dobbiamo condividere un interesse comune, quindi una comunità concreta. 
La nostra soggettività è la nostra auto scoperta ovunque e sempre. Noi dobbiamo riconquistare noi stessi constantemente. Accorti del fatto che anche l'egoismo comunista può essere trasformato in ideologia e che il diritto all'avidità può essere facilmente rivoltato in una nuova morale, se io lascio che qualcuno mi ordini, in nome del mio stesso interesse, di desistere da una qualunque attività che io abbia liberamente intrappreso, sulla base del fatto che sarebbe oggettivamente sacrificale. Se ciò accedesse la scena finale sarebbe probabilmente questa: qualche burocrate con la pistola puntata che dice: "In nome del tuo interesse comunista, cioè del proletariato come totalità, abbiamo stabilito che è meglio per te che noi ti uccidiamo". KRONSTADT INSEGNI

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