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venerdì 24 giugno 2016

L’organizzazione come condizione della vita sociale di Errico Malatesta

L’organizzazione, che poi non è altro che la pratica della cooperazione e della solidarietà, è condizione naturale, necessaria della vita sociale: è un fatto ineluttabile che s’impone a tutti, tanto nella società umana in generale, quanto in qualsiasi gruppo di persone che hanno uno scopo comune da raggiungere. Non volendo e non potendo l’uomo vivere isolato, anzi non potendo esso diventare veramente uomo e soddisfare i suoi bisogni materiali e morali se non nella società e colla cooperazione dei suoi simili, avviene fatalmente che quelli che non hanno i mezzi o la coscienza abbastanza sviluppata per organizzarsi liberamente con coloro con cui hanno comunanza d’interessi e di sentimenti, subiscono l’organizzazione fatta da altri individui, generalmente costituiti in classe o gruppo dirigente, allo scopo di sfruttare a proprio vantaggio il lavoro degli altri. E l’oppressione millenaria delle masse da parte di un piccolo numero di privilegiati è stata sempre la conseguenza della incapacità della maggior parte degl’individui di accordarsi, di organizzarsi con gli altri lavoratori per la produzione, per il godimento e per la eventuale difesa contro chi volesse sfruttarli ed opprimerli. Per rimediare a questo stato di cose è sorto l’anarchismo, il cui principio fondamentale è l’organizzazione libera, fatta e mantenuta dalla libera volontà degli associati senza nessuna specie di autorità, cioè senza che nessuno abbia il diritto di imporre agli altri la propria volontà. Ed è quindi naturale che gli anarchici cerchino di applicare nella loro vita privata e di partito quello stesso principio, su cui, secondo loro, dovrebbe essere fondata tutta quanta la società umana. Da certe polemiche può sembrare che vi siano degli anarchici refrattari ad ogni organizzazione; ma in realtà le molte, le troppe discussioni che si fanno tra noi sull’argomento, anche se oscurate da questioni di parole, o avvelenate da questioni personali, in fondo riguardano il modo e non già il principio di organizzazione.

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