Socializzata la ricchezza, le organizzazioni dei produttori, ormai libere, si incaricheranno della amministrazione diretta della produzione e del consumo.
Stabilita in ogni località la Comune libertaria, porremo in essere il nuovo meccanismo sociale. I produttori di ogni ramo o mestiere, riuniti nei loro sindacati e nei posti di lavoro, determineranno liberamente la forma con la quale quest’ultimo deve essere organizzato.
La Comune libera requisirà tutto quello che deteneva la borghesia, ossia viveri, vestiti, calzature, materie prime, strumenti di lavoro, ecc. Questi utensili di lavoro e materie prime dovranno passare nelle mani dei produttori affinché essi li amministrino direttamente a beneficio della collettività.
Prima di tutto le Comuni si incaricheranno di alloggiare con il massimo delle comodità tutti gli abitanti di ogni località, assicurando assistenza agli ammalati ed educazione ai ragazzi.
In accordo con il principio fondamentale del Comunismo Libertario che prima abbiamo illustrato, tutti gli uomini validi si appresteranno a compiere il dovere volontario che diviene un vero diritto quando l’uomo lavora liberamente di concorrere alla vita della collettività in relazione alle loro forze e capacità mentre la Comune farà fronte alle loro necessità.
Naturalmente bisogna fin da ora comprendere che i primi tempi della rivoluzione non risulteranno facili e che sarà necessario che ognuno apporti il massimo di energie e consumi solo quello che le possibilità della produzione permettono.
Ogni periodo costruttivo esige sacrificio ed accettazione individuale e collettiva di sforzi tendenti a superare le difficoltà e a non creare ostacoli all’opera di ricostruzione della società che di comune accordo realizzeremo.
(CNT 1936 – Concezione Confederale del Comunismo Libertario)
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