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giovedì 13 luglio 2017

Quarantanni fa ... il '77 (capitolo XIV)

08 aprile: a Torino, ordigni lanciati contro la sede di Norditalia. A Pallanza, esplosione contro un’ex casa di rieducazione. A Grugliasco, bombe contro sezione DC. A Asti, colpita la sede del PCI.
09 aprile; a Pisa, nel carcere cittadino un gruppo di detenuti aggredisce i nazifascisti Franci, Concutelli e Izzo, i tre soprattutto Franci sono ridotti in gravi condizioni. A Roma, sono processati 17 compagni arrestati per gli incidenti del 12 marzo, le condanne variano da due mesi ai tre anni di reclusione, a moltissimi imputati, sebbene possibile, viene negata la libertà provvisoria.
11 aprile: a Roma, quattro neofascisti romani vengono arrestati sul monte Subasio in un campo paramilitare, si addestravano con armi pesanti. A Perugia, dopo un tentativo di evasione dal carcere, da parte di un gruppo di detenuti, tra cui il brigatista rosso Maraschi, quattro guardie vengono prese in ostaggio, dopo 24 ore di trattative, i detenuti ottengono un trasferimento.
12 aprile: a Bologna, quattro persone armate penetrano nella sede di Radio Bologna e gli danno fuoco. La sede, ritrovo di qualunquisti e reazionari, è distrutta.
13 aprile: a Torino aggressione fascista al banchetto dei radicali in via Garibaldi 13 mentre venivano raccolte le firme per gli otto referendum abrogativi. A Roma, i fascisti assaltano la sezione del PCI in via Catanzaro e la sezione del PDUP di via Pomponazzi, nel primo assalto i fascisti feriscono un giovane, Luigi Brusa, di 24 anni, fratturandogli la mano a colpi di martinetto, nella seconda aggressione rimane ferito un giovane di destra, nipote dell’ex ministro Mario Scelba.
14 aprile: Perugia, un attentato contro la questura è rivendicato dalle Unità Comuniste Combattenti. A Roma, contro il lavoro nero in cinque rapinano una sartoria di via Matteucci, all’Ostiense. Proposta di legge DC per il fermo di polizia, il testo della proposta DC per il fermo di polizia è denominato: «tutela preventiva della sicurezza pubblica», l’autorità di PS può procedere al fermo di persone che, con il loro comportamento, in relazione ad obiettive circostanze di
tempo e di luogo, diano fondato motivo di ritenere che stiano per commettere uno dei delitti di cui agli articoli: 284 (insurrezione armata contro i poteri dello stato); 285 (devastazione, saccheggio, strage); 286 (guerra civile); 306 (formazione e partecipazione a banda armata); 430 (disastro ferroviario); 432 (attentati alla sicurezza dei trasporti); 605 (sequestro di persona); 630 (sequestro a scopo di rapina o estorsione).
15 aprile: a Torino, incendiata auto a dirigente di Norditalia; sconosciuti lanciano molotov contro la parrocchia di San Francesco da Paola. A Reggio Calabria, un attentato causa ingenti danni al reparto di produzione delle bio-proteine sintetiche e alla sala del controllo elettronico degli impianti dello stabilimento della Liquichimica Biosintesi di Saline Joniche, l’attentato viene rivendicato dalle Unità Comuniste Combattenti  con un volantino. A Roma, in serata Radio Città Futura viene occupata militarmente da un commando delle Unità Comuniste Combattenti, che dopo aver rinchiuso tutte le persone presenti in quel momento nei locali, diffondono dai microfoni un comunicato nel quale rivendicano l’attentato alla Liquichimica. A Bologna, per la morte di Lorusso viene chiesto l’arresto di un carabiniere, con l’imputazione di omicidio volontario aggravato; il Rettore Carlo Rizzoli viene accusato da trecento lavoratori dell’Università di essere moralmente e politicamente corresponsabile per l’omicidio di Lorusso.

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