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giovedì 27 luglio 2017

Quarant'anni fa ... il'77 (capitolo XVI)

21 aprile: a Roma, il Rettore Ruberti chiede l’intervento della polizia, la quale entra nell’Università nel primo pomeriggio, per sgomberare le quattro facoltà occupate dagli studenti nella mattina, l’evacuazione degli edifici avviene senza reazioni, ma poco dopo, nelle vie adiacenti all’Università, cominciano gli scontri, guerriglia per le strade, molotov, barricate, sparatorie, alle 14,30 arriva la Celere, con gli ormai inseparabili giubbotti antiproiettile e mezzi blindati, sparano candelotti lacrimogeni contro ogni assembramento superiore alle 3 persone, una volta sgombrati i viali, passano a liberare la facoltà. Gli occupanti vengono caricati e costretti ad uscire da Via De Lollis,  la polizia incalza i compagni con continue cariche a colpi di lacrimogeni e di pistole, la prima, vera reazione dei compagni a questo attacco durissimo, avviene allorché in fondo a Via De Lollis viene fermato un autobus, e messo in mezzo alla strada per fare una barricata, è un baluardo che viene ben presto espugnato tra lacrimogeni e pistolettate, si costruisce un’altra barricata a via dei Marrucini, è in questo punto che cade l’agente Passamonti quando un plotone di celerini cerca di conquistare la barricata, dai compagni partono dei colpi di pistola, oltre a Passamonti cade un altro celerino che riporta gravi ferite, dopo quest’episodio, ci sono ancora un paio di cariche dei poliziotti e raffiche di mitra, ma l’attacco grosso è finito; l’Università viene nuovamente chiusa dal Senato Accademico,riaprirà il 2 maggio; nella notte polizia e carabinieri, armi alla mano, con giubbotti antiproiettili e mitra, entrano nella sede dei Comitati autonomi operai di via dei Volsci, fermando 25 militanti, poi rilasciati, poco dopo le 22, un ordigno di notevole potenza scoppia davanti alla caserma dei carabinieri «Legione Lazio», a piazza del Popolo. A Milano, un commando delle Unità Comuniste Combattenti assalta la Bocconi e incendia i calcolatori del centro del calcolo. 
22 aprile: a Torino, alle 8.30 circa quattro giovani fanno irruzione nell’atrio del provveditorato in via Coazze con pistole in pugno, vengono lanciate 5 molotov; corteo studentesco contro la riforma Malfatti in piazza Solferino, circa 5000 giovani si muovono lungo via Cernaia, corso Galileo Ferraris, in piazza Carlo Felice traffico bloccato per un ora, il corteo prosegue per via Roma, piazza S. Carlo sosta davanti alla prefettura di piazza Castello e poi si dirige a Palazzo Nuovo per assemblea, dal corteo un gruppo di ragazzi si stacca e lancia molotov contro il bar Angelo Azzurro di via Po 46. Fiaccolata per il 32° anniversario della Liberazione, durante il comizio del onorevole Vittorelli un migliaio di persone lo contesta; un paio di ore dopo vengono
lanciate tre molotov contro la sede della Stampa in via Marenco 32. Le Brigate Rosse feriscono con otto colpi di pistola un capo officina Fiat Antonio Munari nel garage di casa al Centro Europa; poco dopo la mezzanotte due molotov vengono lanciate contro il commissariato Barriera di Milano, l’attentato è rivendicato da Prima Linea. A Roma, all’assemblea universitaria che si tiene alla facoltà di Architettura il movimento si divide sui fatti del giorno precedente e si verificano risse tra l’area dell’autonomia e settori più moderati del movimento. A Firenze, dopo il sequestro di alcuni docenti, gli studenti bloccano l’attività didattica in numerose facoltà. A Bologna, termina l’occupazione sotto la minaccia di un intervento della polizia che circonda l’Università. A Milano, viene occupata la Statale.
23 aprile: a Novara, sette operai vengono arrestati mentre si esercitano sparando nei boschi di Verbania. A Firenze, la polizia si mobilita per la «caccia agli indiani», in occasione di una riunione nazionale degli indiani metropolitani. La polizia carica un gruppo di indiani in piazza della Signoria. La Festa del proletariato giovanile viene rinviata. A Napoli, decine di migliaia di giovani venuti da tutta Italia partecipano alla manifestazione delle leghe dei disoccupati. 


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