Nell’autunno del 1968 l’ondata studentesca iniziata nel novembre 1967 con le occupazioni di Palazzo Campana a Torino, dell'Università Cattolica a Milano e della facoltà di Sociologia a Trento, ha ormai esaurito la sua carica dirompente, movimentista e spontaneista. Gli studenti abbandonano gradualmente la lotta contro l'autoritarismo accademico per avvicinarsi alle lotte operaie, sull'esempio del "maggio francese". In Italia, infatti, le prime lotte alla FIAT, alla Marzotto di Valdagno, alla Pirelli di Porto Marghera hanno aperto un nuovo ciclo di conflittualità operaia, un'esperienza che sarà definita "maggio strisciante"; con questo termine si mette in luce la possibilità che in Italia si realizzi quella unione operai-studenti naufragata in Francia. Il movimento del '68 si divide in molte esperienze diverse; nascono i gruppi della sinistra extraparlamentare come Avanguardia Operaia (AO), Potere Operaio (PO), Unione dei Comunisti marxisti-leninisti (m-l), il Manifesto, tutti accomunati dall'idea che bisogna uscire dallo studentismo ed estendere concetti come l'antiautoritarismo e il rifiuto della delega ad altri strati della società, soprattutto alla classe operaia, nella consapevolezza di essere tutti soggetti sfruttati dal sistema capitalista. Anche se gli unici veramente antiautoritari senza Stato e padroni sono gli anarchici.
Lotta Continua (LC) nasce facendo propri gli elementi di rottura presenti nel ciclo di lotte '67-'69, assorbendone le spinte più radicali e ponendosi come alternativa, nella guida delle lotte operaie, alle organizzazioni storiche del movimento operaio (in particolare al Partito Comunista Italiano [PCI] e ai sindacati).
Nel gruppo di LC, certamente il più interessante tra i gruppi della nuova sinistra per "capacità di aggregazione e per aggressività politica", confluiscono varie esperienze: il movimento studentesco torinese nato dall'esperienza di Palazzo Campana, di cui fanno parte Guido Viale, Luigi Bobbio ed Enrico Deaglio; gli studenti di Sociologia a Trento come Mauro Rostagno e Marco Boato; i militanti del Potere Operaio toscano come Adriano Sofri, Paolo Brogi, Clemente Manenti, Giorgio Pietrostefani, e studenti della Normale di Pisa come Lanfranco Bolis. Di tutte queste componenti l’esperienza operaista del Potere Operaio toscano è la struttura portante di LC, i cui quadri costituiranno il gruppo dirigente dell'organizzazione: fondato nell'inverno 1966-'67 da alcuni ex militanti del PCI che fanno intervento politico nelle fabbriche di Massa, di Piombino e Livorno insieme a Quaderni Rossi e Classe Operaia, entrerà in crisi dopo i fatti della Bussola. Uno dei suoi leader è Adriano Sofri ex militante del PCI, espulso dalla cellula universitaria del partito.
Il Potere Operaio toscano contrappone la lotta contrattuale gestita dai sindacati alla lotta autonoma gestita dagli operai secondo i loro bisogni più diretti; la lotta continua contro le vertenze istituzionalizzate, l'intervento politico davanti ai cancelli delle fabbriche è costante con volantinaggi, discussioni nei bar frequentati da operai, campagne di lotta per bisogni primari nei quartieri proletari.
Tuttavia LC eredita anche i contenuti del movimento studentesco del'68 come l'antimperialismo: attraverso le mobilitazioni antimperialiste per il Vietnam era cresciuta fra i giovani l'opposizione alla sinistra storica; la lotta armata del popolo vietnamita contro il gigante americano riproponeva il problema della rivoluzione alla quale i partiti comunisti dell'occidente, in nome della coesistenza pacifica e della via democratica al socialismo, avevano rinunciato. Ma anche altri temi come l'esaltazione della violenza, sull'esempio delle rivolte del Black Power nei ghetti neri americani, lo spontaneismo, l’antagonismo di classe, l’antiautoritarismo e l’allargamento della lotta studentesca alle lotte sociali troveranno posto nella teoria e nelle forme organizzative di LC.
Nessun commento:
Posta un commento