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giovedì 13 dicembre 2018

Un buco vero Antonin Artaud

Ho un cuore di parole che non è un’anima imperfetta ma una volontà,
una volontà che vuole venire al mondo per apprezzare l’aria e il fuoco,
e non per tacere la manifestazione del vuoto intorno a me.
La poesia e questo fatto di creare un vaglio per la crusca
delle parole, e che sa molto di costernazione, devo dirlo, dal momento che si setaccia con le parole anche la storia di tutte le sporche dicerie sull’uomo.
E cosa sarebbe l’uomo,
se non un crimine contro la sua stessa natura?
L’ombra mi dice anche questo,
e non sento nient’altro che una sillabazione continua di vecchi errori da parte di chi non agisce.
Inoltre, voglio che si masturbi la minima parola finché non esca al culo,
perché cosi si prepara nuovamente l’idea dell’insurrezione del corpo nella società e in qualsiasi idea normale dell’uomo,
in quanto l’uomo non e normale,
non essendo un intestino finito,
ma un buco,
un buco vero,
aperto sulla sconfitta dello spazio e del sollievo trasparente.
(Tratto da Cahiers de Rodez)

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