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giovedì 27 dicembre 2018

Il ‘68 … Capodanno alla Bussola di Viareggio (Capitolo LII)


Il 31 dicembre 1968, in occasione del veglione di Capodanno nel noto locale della Versilia “La Bussola”, Il Potere Operaio pisano e il movimento studentesco organizzano una manifestazione per contestare un’ostentazione di ricchezza che viene percepito come uno schiaffo alle condizioni di vita della grande maggioranza dei cittadini. Per lo stesso motivo, poche settimane prima, il 7 dicembre, erano state lanciate, dagli studenti, uova e vernice sulle pellicce delle signore che si accingevano ad assistere alla prima della Scala, a Milano.
La Versilia è uno dei luoghi preferiti dalla media borghesia per trascorrere periodi di vacanze o festeggiare ricorrenze e La Bussola, specie in quegli anni, era il locale alla moda, il più esclusivo.
Quella sera nel night di Sergio Bernardini doveva cantare Shirley Bassey. Verso le 21,30, i primi scontri. Signore impellicciate e uomini elegantissimi si avvicinano all'entrata del locale. Da dietro le siepi vicino al night parte un lancio di uova, ortaggi, sacchetti di plastica pieni d'acqua, vernice fresca e - racconta qualcuno - anche escrementi. Insulti e grida si uniscono in un coro minaccioso. Particolarmente prese di mira le signore, fatte segno di insulti sanguinosi, di sberleffi, a schizzi di vernice rossa indelebile diretti a rovinare le pellicce di visone, di astrakan, di leopardo, di zibellino. Man mano che i minuti passavano la situazione diventò sempre meno controllabile per le forze di polizia e per i carabinieri affluiti in massa sul luogo dello scontro. Il bilancio fu pesante. Decine le jeep e le autoblindo incendiate, centinaia le macchine rovesciate e distrutte, mentre dalle barricate erette sulla litoranea che da Viareggio conduce a Marina di Massa, venivano lanciati oggetti contundenti. Un militante di "Rosso e Nero" descrisse così la situazione ad un cronista dell' Espresso: "Fino alle dieci e un quarto noi non abbiamo fatto altro che tirare uova e pomodori. Il putiferio è scoppiato quando un maresciallo dei carabinieri ha detto a un fotografo di avvicinarsi e di scattare delle foto. Ai primi lanci del flash, gli siamo saltati addosso per sequestrargli la pellicola. Allora c' è stata la prima carica della polizia, senza nemmeno l' avviso dei tre squilli di tromba”. È la contestazione, annunciata da giorni con manifesti e volantini distribuiti da Livorno a Sarzana e La Spezia. In prima fila, tra ragazzi di mezza Toscana e Liguria ci sono i carraresi. La manifestazione è preparata da tempo. Ma anche le forze dell'ordine sono mobilitate da giorni. Sul lungomare affluiscono in forza reparti della celere e carabinieri. Il San Silvestro si trasforma in guerriglia. Cariche
della polizia, auto rovesciate, pattini e barche che diventano muri di barricate. Da una parte si lanciano lacrimogeni, dall'altra si risponde con pietre e bulloni. Ma c'è anche chi spara e non in alto. Soriano Ceccanti, allora 17 anni, studente di Putignano (Pisa), viene colpito, da un proiettile esploso dalle forze dell'ordine. Rimarrà sulla sedia a rotelle per tutta la vita, con gli arti inferiori paralizzati. Il bilancio del Capodanno deve contare anche un'altra vittima: un albergatore della zona, stroncato da un infarto. Una dozzina i feriti, 55 i fermati, molti di essi sono carraresi. I protagonisti La contestazione al veglione era stata organizzata da Potere Operaio di Pisa, alla guida dei manifestanti c'era Adriano Sofri. Assieme a lui Giorgio Pietrostefani, Ivan Della Mea, Gian Mario Cazzaniga, Roberto Briglia, «capi» e fondatori di P.O., che dopo poco tempo avrebbero dato vita a Lotta Continua. Ma tanti, dicevamo, erano i carraresi: i giovani anarchici di «Rosso e Nero», i marxisti del circolo «Che Guevara», molti studenti medi reduci dalle prime occupazioni delle scuole. Diciassette di loro vennero sottoposti a fermo di polizia, con l'accusa di adunata sediziosa e lancio di pietre. Restarono in carcere diversi giorni. 

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