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giovedì 24 settembre 2020

Alle origini dell’anarchia parte ottava

 1795-96 

Gracco Babeuf raduna nella Lega degli Uguali quanti si oppongono alla degenerazione borghese della rivoluzione, degenerazione iniziata già sotto Robespierre e portata alle estreme conseguenze dal Direttorio. Il Direttorio, espressione della controrivoluzione (Termidoro), fa cadere ogni illusione sui principi universalistici dell'89 esplicando il carattere classista del governo della borghesia. Babeuf dichiara che preferisce la guerra civile “a questa orribile concordia che strangola l'affamato”. Nel 1793 gli Enragés avevano chiesto di municipalizzare e nazionalizzare il commercio e di organizzare lo scambio dei prodotti al prezzo di costo. Il girondino Brissot li definì anarchici e ne pretese la soppressione. Il Manifesto degli Uguali chiede l'abolizione della proprietà individuale terriera; la costituzione prevista dagli Uguali vuole una grande comunità di beni nazionali, il ritorno alle campagne, la parità di istruzione assicurata a tutti, il lavoro per ogni cittadino, in modo da superare la divisione tra attività intellettuale e attività manuale (il lavoro più spiacevole deve essere svolto da chiunque a turno). Per i primi di maggio del 1796 gli Uguali, guidati con metodi autoritari da Babeuf e Filippo Buonarroti, organizzano una rivolta, ma traditi da un agente provocatore sono arrestati e imprigionati. Mentre Babeuf è in carcere muore di fame una sua figlioletta di sette anni. Babeuf viene ghigliottinato assieme a trenta suoi seguaci il 27  maggio 1797. Varlet scampa a Robespierre e al Direttorio e pubblica il primo  manifesto anarchico dell'Europa continentale Explosion, che afferma: “Governo e rivoluzione sono incompatibili”. 

1825 

Il 19 maggio, muore a Parigi Claude-Henri de Saint-Simon. Di nobile famiglia, era nato a Parigi nel 1760; nel 1779 aveva combattuto in America con Washington e a 23 anni era già colonnello. Tornato a Parigi, si dà agli affari e poi agli studi. Pubblica numerose opere di fisica, fisiologia, scienze sociali. Attacca la chiesa cattolica; scrive nel 1823-24,in collaborazione con Auguste Comte, il fondatore del positivismo francese, Il Catechismo degli industriali. Il suo ultimo libro (1825) è Nuovo cristianesimo. I suoi seguaci, cristiani stravaganti e fanatici, continuano il “sansimonismo” inteso come socialismo utopistico cristiano che si sviluppa tra il 1830 e il 1850 grazie soprattutto alle iniziative di Prosper Enfantin. Saint-Simon divideva l'umanità in tre classi: i savants, gli abbienti e i nullatenenti. Egli affermava di parlare “in nome di Dio”. I sansimonisti iniziano nel 1824 la pubblicazione di un giornale che mira a ottenere l'appoggio della classe lavoratrice per realizzare un programma collettivista e internazionalista che prevede l'abolizione della proprietà privata e delle tasse doganali. A poco a poco l'ingegnere francese Prosper Enfantin, fanatico sansimonista, si convince di essere un messia. Un certo d'Eichthal gli annuncia che “Gesù vive in Enfantin”. Enfantin viene chiamato “Cristo” e  “Papa”. Adottati abiti e riti speciali, i sansimonisti si attirano la persecuzione delle autorità. Enfantin allora prende con sé 40 discepoli e si ritira con loro a Ménilmontant (sobborgo di Parigi), in una specie di “monastero proletario”. Ognuno deve fare tutti i vari lavori: “Quando i proletari ci stringeranno la mano” afferma Enfantin, “sentiranno che è callosa come la loro. Ci stiamo inoculando la natura proletaria”. Arrestato, Enfantin si «smonta» e torna a fare l'ingegnere. Saint' Simon aveva messo gli ingegneri nel gruppo cui doveva essere affidato il supremo controllo della società. Enfantin diventa direttore della importante ferrovia Parigi-Lione. Viene riconosciuto per la prima volta ai lavoratori in Gran Bretagna il diritto di associazione (su base soltanto locale) prima duramente ostacolato. 


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