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giovedì 17 settembre 2020

Sante Caserio in tribunale

Presidente: Accusato, la vostra fanciullezza era ben lungi dal lasciar prevedere il vostro orribile delitto. Eravate laborioso e probo: però eravate impetuoso, spesso annuvolato e chiuso. 

Caserio: Sono  forse, Signore, responsabile di questo? 

Presidente: Eravate chierico? Comparivate nelle processioni come un piccolo San Giovanni Battista? 

Caserio: I ragazzi non sanno quello che fanno; commettono delle sciocchezze. 

Presidente: Nel 1892 foste arrestato perché facevate propaganda anarchica fra i soldati? 

Caserio: Sissignore. 

Presidente: Nel 1893 disertaste e rinnegaste, dopo la famiglia, la patria. 

Caserio: La patria è per me il mondo intero. 

Presidente: Avete  frequentato certi anarchici  ben noti a Milano? 

Caserio: Se li avessi anche frequentati, non lo direi. 

Presidente: La polizia lo sa invece vostra. 

Caserio: La polizia fa il suo mestiere, io il mio. 

Presidente: L'accusa pretende che frequentavate un parrucchiere anarchico. 

Caserio: Non potevo andare da un fornaio a farmi tagliare i capelli. 

Presidente: Siete italiano; era il 24 giugno. Quella data non vi ricordò nulla? 

Caserio: Che era San Giovanni Battista, festa del mio paese. 

Presidente: Che era l'anniversario della battaglia di Solferino, dove il sangue italiano e quello francese sgorgarono insieme per la libertà d'Italia. 

Caserio: Io non ammetto la guerra civile. 

Presidente: Quale diritto avevate voi di uccidere il Presidente della Repubblica? C'è una legge naturale che impedisce di uccidere! 

Caserio: I governanti uccidono però... 

Presidente: Non avete anche detto che se vi foste trovato in Italia avreste colpito il re e il papa? 

Caserio: Oh no! Non escono mai assieme.


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