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giovedì 6 maggio 2021

IL LAUREATO – Mike Nichols

Protagonista della storia è Benjamin Braddock (Dustin Hoffman), un giovane di buona famiglia che fa ritorno a casa dopo aver terminato con successo i propri studi. Spaesato e incerto sulla strada da prendere nella vita, il ragazzo viene coinvolto in festeggiamenti forzati e sgraditi, che non fanno che accentuare il suo senso di smarrimento. Durante la festa incontra Mrs. Robinson (Anne Bancroft), piacente e conturbante signora amica di famiglia che gli chiede di accompagnarla a casa, per poi flirtare decisamente con quello che potrebbe essere suo figlio. Sconvolto dalla situazione, Benjamin insiste per andarsene. Pochi giorni dopo, il ragazzo, mosso dalla curiosità e dal desiderio, decide di contattare la signora Robinson, dandole appuntamento in un discreto ed elegante hotel. Nonostante i due siano profondamente diversi per carattere e mentalità, cominciano una relazione clandestina basata esclusivamente sul sesso e sul comune desiderio di fuga da un’esistenza che non li soddisfa. La loro storia viene però scombussolata nel momento in cui, sotto pressione dei genitori, Benjamin invita per un’uscita Elaine (Katharine Ross), la dolce e inconsapevole figlia di Mrs. Robinson.  L’incontro del giovane con la figlia della sua compagna di letto risveglia i suoi sentimenti più nobili, portandolo a riassaporare la gioia delle piccole cose, come un panino mangiato in macchina o uno sfuggente bacio sul portone di casa. Emblematica in tal senso la scena al night club, feroce e tenera allo stesso tempo, con una lacrima di imbarazzo di Elaine che ridesta
Benjamin dalla sua apatia riportandolo su una strada più nobile e appassionata. Quei diecimila metri di pellicola, apparsi improvvisamente sugli schermi degli Stati Uniti nel dicembre del 1967  rappresentarono veramente uno shock. Il laureato esplose Come una bomba nel mondo sonnolento e inerte degli anni sessanta. L'universo anchilosato della cinematografia hollywoodiana  fu preso completamente alla sprovvista e gridò allo scandalo. Pochi capirono che II laureato avrebbe aperto un nuovo modo di 'fare cinema' negli Stati Uniti .I fotogrammi del film costituiscono spietati colpi piccone a una struttura (quella della società americana) che sembrava assolutamente inespugnabile. Con  questo film si demoliscono i miti che erano sempre stati sacri e intoccabili per la ricca borghesia statunitense: la sicurezza  economica, il benessere, carriera, il falso liberalismo, il dio denaro comunque e dovunque  esaltato. lmprovvisamente, qualcuno con un linguaggio cinematografico spoglio un dialogo quanto mai semplice  e disarmante  viene a dire: — Non  è così. Qui si vive nella menzogna più sciocca  e banale. Si accetta un certo tipo di società dando automaticamente per scontato che è l'unica, che non esistono  alternative. Ma la verità è diversa e io ve lo dimostro. Il laureato rappresentò la miccia a lunga combustione che avrebbe innescato l'esplosione avvenuta
clamorosamente l'anno dopo, nel 1968, nei campus universitari e avrebbe avuto come obiettivo non soltanto il modo d'essere della società americana ma, soprattutto, la guerra in Vietnam, l'assurdità di un conflitto che portava la gioventù americana a morire per una causa  che nessuno capiva, in una guerra "non  guerra"  perché mai dichiarata. Le chiavi di lettura de II laureato sono complesse e diverse, come sempre accade per opere di questo genere: ne esiste una immediata, epidermica, più grossolana che è poi quella accettata dalla maggioranza del pubblico meno avvertito ed è la chiave ironica, umoristica, talvolta grottesca. La chiave più percepibile che identifica solamente l'esperienza sessuale, anzi, l'iniziazione sessuale di un ragazzo apparentemente insignificante che viene, in un certo senso, 'educato' e sedotto dalla matura e scaltra moglie del socio del padre. Se il film si fosse fermato a questo livello saremmo rimasti alla solita pochade di cui il cinema ha dato  innumerevoli trame esistenziali e sociali della vita americana; Benjamin, il protagonista, è, nella sua essenza  più profonda, uno stretto parente di molti personaggi della letteratura europea  che vivono nelle opere di  Kierkegaard, Sartre, Camus: il suo non 'ritrovarsi' nell'ambiente in cui è sempre vissuto e in cui dovrà vivere tutta la sua vita è una denuncia  che  non  interessa solamente  l'individuo, ma l'intera società. Il laureato letto in questo modo diviene una irriverente  trasgressione al perbenismo, a tutti i tabù, ai formalismi e al fariseismo imperanti nella società americana degli anni sessanta.  Una società in cui un puritanesimo bigotto e una sfrenata volontà di godimento finivano con il formare un tessuto solido e impenetrabile, tale da respingere chiunque  la pensasse  in  modo differente.



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