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giovedì 13 maggio 2021

I Falsi Principi della Nostra Educazione - Max Stirner

Una volta conquistata la libertà di pensiero, esiste uno sforzo nel nostro tempo per perfezionarla, con lo scopo di trasformarla in libera volontà, principio di una nuova epoca. In tal modo lo scopo finale dell'educazione non può più essere il sapere, ma il volere nato da questo sapere. In breve l'educazione tenderà a creare un individuo personale e libero. Che cos'è la verità se non la rivelazione  di chi siamo  noi? Si tratta di scoprire noi stessi, di liberarci da tutto quello che ci è estraneo, di sottrarci o di sbarazzarci di ogni autorità, di riconquistare la spontaneità. La scuola non forma degli uomini così assolutamente autentici. Se ne esiste qualcuno, ciò avviene  malgrado la scuola. Questa senza dubbio ci rende padroni delle cose e anche al limite padroni della nostra stessa natura. Ma essa non crea in noi dei caratteri liberi. In effetti  nessun tipo di cultura, fosse anche approfondita ed estesa, e nessuno spirito acuto e sagace e nemmeno nessuna abilità dialettica possono premunirci contro la bassezza del pensiero e della  volontà. Tutti i tipi di vanità e di sete di guadagno, d'arrivismo e di zelo servile e di doppiezza ecc. si accompagnano molto bene sia con un'ampia cultura, sia con un'elegante formazione classica e tutto questo fardello scolastico che non esercita nessun'influenza sul nostro comportamento morale, noi lo dimentichiamo spesso; tanto più facilmente in quanto non ci serve a nulla. Ci si scrolla via la polvere della scuola non appena la si lascia. Perché? Perché l'educazione consiste unicamente nella forma o nel contenuto, al massimo in una mescolanza di entrambi, ma nient'affatto nella verità, nella formazione dell'uomo vero. Come certi altri campi, il campo pedagogico fa parte di quegli ambiti in cui ci si sforza di non lasciare  passare la libertà, di non tollerare il dissenso: quello che si vuole ottenere è la sottomissione. Non si mira ad altro che a un addestramento puramente formale e materiale. Dalle formazioni degli umanisti non escono che dei sapienti, da quelle dei materialisti che dei «cittadini utili». Il nostro buon vecchio carattere  fondamentale di «cattiveria» è represso con molta energia e perciò avviene il rinnegamento della cultura in una volontà libera. In tal modo la vita scolastica forma essa stessa dei filistei. Nella stessa misura in cui da bambini ci veniva insegnato ad accettare tutto quello che ci veniva imposto, noi più tardi ci siamo accomodati in una vita positiva; noi ci pieghiamo, a nostra volta, noi ne diventiamo i servi, e i pretesi «buoni cittadini».


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