Errico Malatesta nasce a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nel 1853, da una famiglia di proprietari terrieri. Segue per alcuni anni gli studi di medicina, che abbandona per potersi pienamente dedicare all'attività rivoluzionaria. Con Costa e Cafiero è fra i più attivi esponenti italiani dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, partecipa ai moti di Bologna (1874) e del Matese (1877), quindi è condannato e costretto al suo primo periodo di esilio, cui ne seguiranno molti altri. Lo ritrovano così attivo propagandista e militante in Argentina, in Spagna, in Francia, in Belgio, ecc., braccato dalle polizie di molti paesi. Tornato clandestinamente in Italia (1897), pubblica L'Agitazione di Ancona, partecipa ai moti popolari per il pane, viene nuovamente arrestato, confinato, ma riesce a scappare ed a riparare negli Stati Uniti (1899), dove dirige La Questione Sociale. Torna a Londra e vi rimane fino al 1913, partecipando nel frattempo al congresso internazionale anarchico di Amsterdam (1907); al suo ritorno in Italia dirige il periodico Volontà. Nuovamente esiliato a Londra prende decisamente posizione contro la prima guerra mondiale, e torna in Italia (1919) in tempo per esercitare una grande influenza sulle grandi lotte dei lavoratori culminate con l'occupazione delle fabbriche; instancabile è l'attività di Malatesta oratore, organizzatore rivoluzionario e redattore del quotidiano anarchico Umanità Nova. Il fascismo lo ha deciso oppositore, e cerca di isolarlo circondando la sua casa di Roma di sbirri: non osa però arrestarlo e Malatesta fino alla sua morte (1932) continua a collaborare a pubblicazioni anarchiche straniere, senza perdere, finché possibile, i contatti con i pochi compagni ancora liberi. L'azione e il pensiero di Errico Malatesta, la sua opera di instancabile rivoluzionario partecipe per sessant'anni alle lotte e allo sviluppo storico dell'anarchismo. Malatesta fu di queste lotte uno dei massimi protagonisti, sia per l'attività prodigiosa che seppe profondere in tali lotte, sia perché di queste lotte, egli fu a volte l'ispiratore e da esse seppe trarre un'esperienza ricchissima di cui i suoi innumerevoli scritti sono testimonianza teorica di altissimo valore. Infatti tutta la sua produzione teorica non è mai stata disgiunta dal rapporto diretto con l'esperienza concreta, tanto che essa si presenta proprio come una continua riflessione sul processo reale e storico dell'anarchismo. In Malatesta teoria e pratica sono tutt'uno: l'una è il riflesso dell'altra e viceversa. In tutto l'arco della sua attività rivoluzionaria egli mantenne in un raro equilibrio queste due componenti, fino a farne, come abbiamo detto, una cosa sola. Malatesta inoltre essendo stato partecipe alla fondazione "ufficiale" del movimento anarchico italiano ed internazionale, vide, vivendo e partecipando alle sue lotte, la teoria farsi storia nel corso progressivo di innumerevoli e diversissime esperienze, in un arco di tempo che va dal 1872 al 1932: un'esperienza rara, forse unica.
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