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giovedì 28 aprile 2022

Errico Malatesta – parte terza

Comunismo ed organizzazione

Malatesta fu tra i primi esponenti dell'anarchismo a passare dal collettivismo bakuniniano al comunismo; secondo il Nettlau già nell'agosto-settembre del 1876, Malatesta era per il comunismo. Comunismo, per Malatesta, significa la massima libertà individuale integrata con la massima solidarietà sociale: la realizzazione di queste due proposizioni sta nel non svilupparne una a detrimento dell'altra. La pratica del comunismo viene quindi ad essere, secondo Malatesta, la pratica della libertà. Questa comporta la massima eguaglianza possibile per tutti di fronte alle condizioni materiali ed ambientali di vita e di lavoro, che solo il comunismo, a parere di Malatesta, può realizzare. La liberazione dell'individuo è dunque prima di tutto una liberazione sociale, nel senso che solo nello sviluppo della libertà di tutti è possibile realizzare la propria. Questo classico schema socialista-anarchico era stato da Bakunin formulato già ampiamente; Malatesta lo crederà realizzabile integralmente soltanto col comunismo, sebbene egli ammettesse la possibile coesistenza di diversi sistemi economici secondo le diverse condizioni ambientali. Per Malatesta comunque il problema fondamentale restava quello della libertà: il comunismo era solo il mezzo più efficace per realizzarla integralmente per tutti. In questo modo libertà e comunismo diventano, nel pensiero malatestiano, sinonimi. La progressiva libertà dell'individuo rispetto a tutti i condizionamenti materiali ed ambientali trova però la sua realizzazione pratica soltanto attraverso l'organizzazione libertaria della società. Organizzazione significa prima di tutto capacità di operare sul massimo piano possibile della libertà collettiva, nel senso che solo l'organizzazione può estendere i benefici del lavoro sociale ad ogni singolo individuo. Solo essa, insomma, è capace di utilizzare al massimo la "forza collettiva" del lavoro sociale. Intendiamoci, essa non è, per Malatesta, che un mezzo per realizzare il comunismo libertario. Malatesta era profondamente convinto che senza l'organizzazione nulla sarebbe stato possibile, ma parimenti sosteneva che essa andava modificata e modellata in rapporto alle esigenze libertarie ed egualitarie. Dal punto di vista metodologico il comunismo era il mezzo per realizzare la libertà, l'organizzazione il mezzo per realizzare il comunismo libertario. Ovviamente sul piano operativo libertà, comunismo ed organizzazione diventano, per Malatesta, quasi la stessa cosa.


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