Militante di primo piano del movimento anarchico per un ventennio, infatti, Merlino ne uscì polemicamente nel 1897 criticando l'astensionismo elettorale e propugnando la partecipazione alla vita istituzionale. Si iscrisse al partito socialista, ne fu anche candidato alla Camera, ma restò sempre su posizioni critiche e finì per ritirarsi dalla vita di partito per dedicarsi allo studio. Precursore e protagonista della revisione del marxismo di fine secolo, giunse nella maturità all'elaborazione di una concezione integrale ed organica del socialismo, decisamente originale e refrattaria alle solite schematiche classificazioni. Pur rispettandone l'onestà intellettuale e la statura morale, gli anarchici polemizzarono fermamente con la "svolta" merliniana del '97 e con i successivi sviluppi del suo pensiero. La lunga e vivace polemica pubblica svoltasi nel '97 tra Malatesta e Merlino contribuì a chiarire le ragioni dell'insanabile dissidio tra l'anarchismo ed il riformismo: ancora oggi gli elementi essenziali di quella polemica restano validi ed a noi sembra che l'esperienza storica abbia fornito ulteriori basi alla critica malatestiana. Ciò non toglie che già allora, nel momento del distacco in cui prevaleva l'esigenza della differenziazione, si potessero cogliere nella posizione di Merlino elementi utili per un riesame critico dell'anarchismo: lo stesso Malatesta, ricordando sull'Almanacco libertario del 1931 l'amico da poco scomparso, osservava acutamente che gli anarchici, ai quali egli avrebbe potuto essere molto utile con le sue critiche spesso giustissime, non potevano certo seguirlo per il complesso delle sue idee e specialmente per le sue tendenze parlamentari. E quando nel 1907 in un'intervista pubblicata su diversi giornali Merlino criticò a fondo il movimento anarchico, quasi negandone la stessa ragion d'essere, Luigi Galleani ebbe modo di scrivere in polemica risposta alcune delle sue pagine più belle, per riaffermare la vitalità e l'irrinunciabile validità dell'anarchismo. Legato a Malatesta da sentimenti di profonda stima ed amicizia, al di là delle polemiche ideologiche, Merlino seguì con intelligente attenzione gli sviluppi del nostro movimento e nel primo dopoguerra collaborò più volte con scritti alla stampa anarchica - approfondendo la sua critica dell'anarchismo. La revisione che dal '96 in poi Merlino continuò a propugnare, se accolta nella sua integralità avrebbe snaturato l'anarchismo, rendendolo qualcosa di altro da sé. Ma per chi è animato da volontà di approfondimento, non è difficile individuare certe posizioni merliniane che meritano di essere riprese e discusse. A volte, poi, l'incompatibilità tra alcune posizioni di Merlino e l'anarchismo è forse più apparente che reale. Merlino è, comunque, uno dei pensatori ancor oggi più stimolanti per affrontare da un angolo critico libertario l'analisi delle questioni centrali e dei nodi irrisolti del pensiero anarchico. Le grandi tematiche economiche, socio-giuridiche, ecc., che sono state oggetto principale del suo studio e per le quali si è sforzato di prefigurare le linee di soluzione in una società socialista, restano un campo aperto d'analisi e di progettazione.
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