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giovedì 19 gennaio 2023

Francesco Saverio Merlino - Un pensiero originale II°

Nel 1887 pubblicò a Londra Socialismo o Monopolismo?, opera impegnativa e di una certa originalità, in cui l'autore mostrava una padronanza dei fenomeni economici sconosciuta ai socialisti italiani del suo tempo. Notevole soprattutto l'intuizione del peso crescente dei monopoli nell'economia dei paesi più sviluppati, e delle trasformazioni che tale fatto comportava. Seguiva, nel 1890, L'Italie telle qu'elle est, scritto per il pubblico francese. Per la prima volta veniva affrontata da un punto di vista socialista, in un'opera di vasto respiro, la storia dell'Italia post-risorgimentale, dopo la conquista regia e l'unificazione. Sulla base di un'ampia documentazione di provenienza la più varia, Merlino vi dimostrava che "la rivoluzione del 1860 fu compiuta dalla borghesia contro il popolo, dal capitale contro la terra, dall'industria contro l'agricoltura, dal Nord contro il Mezzogiorno" . Per tale consapevolezza - è stato notato - Merlino può essere definito il primo socialista meridionalista d'Italia. Questo libro e il precedente spiccano decisamente, sia per l'argomento, sia per il rigore scientifico della trattazione, nel panorama della letteratura anarchica e socialista italiana del periodo, e testimoniano nell'autore una autonomia e una originalità di pensiero che prelude alle opere della maturità. Iniziava intanto un processo di approfondimento delle teorie anarchiche, che portò Merlino ad elaborare, sia pure dall'interno, posizioni critiche nei confronti delle tendenze prevalenti nel movimento. Spirito pratico e alieno da ogni utopismo, Merlino aveva una visione costruttiva e realizzatrice dell'anarchismo, che si manifestava in particolare nell'attenzione costante dedicata ai problemi organizzativi della società futura. Egli poneva l'accento sugli aspetti positivi e realizzatori del programma, ed era mosso da un'esigenza di rigore e di concretezza nell'approccio ai problemi, che lo portava a manifestare insoddisfazione e insofferenza nei riguardi delle formulazioni vaghe e generiche. L'impostazione costruttiva e problematica di Merlino lo portò a scontrarsi sin dal loro primo apparire, con le tendenze individualiste e antiorganizzatrici che si diffusero negli ultimi lustri del secolo nel movimento, anche per reazione al legalitarismo della socialdemocrazia. Per rompere con gli anarchici antiorganizzatori e proporre una piattaforma comune per le correnti rivoluzionarie del tempo, Merlino pubblicò nel 1892 l'opuscolo Necessità e basi di un accordo. L'autore vi sosteneva, forse con maggiore radicalità e determinazione, posizioni che erano proprie anche di Malatesta, con cui agiva ancora di perfetto accordo. La campagna proseguì con la pubblicazione, l'anno seguente, de L'Individualismo nell'anarchismo, in cui alla critica all'individualismo terroristico e alle posizioni di Tucker, si affiancava, come novità, la critica alla concezione comunista anarchica di Kropotkin, ritenuta da Merlino troppo ottimistica e approssimativa, sostanzialmente non scientifica e impraticabile. Al semplicissimo Kropotkiniano veniva opposta l'esistenza di fenomeni e leggi economiche, come il valore, praticamente indistruttibili, e utilizzando il pensiero della scuola marginalista, Merlino enunciava per la prima volta la teoria della socializzazione delle rendite e dei profitti, destinata a restare un originale aspetto del suo pensiero economico. Nel 1894, a seguito dei Fasci siciliani e dei moti in Lunigiana, tra gli esuli internazionalisti si diffuse la speranza di una prossima rivoluzione. Con Malatesta e Malato, Merlino rientrò in Italia per organizzare l'insurrezione, ma venne arrestato quasi subito a Napoli su delazione di uno studente. Mancando ancora pochi mesi alla caduta in prescrizione, venne condannato a scontare la vecchia pena dell'84. Uscì dal carcere nel 1896 per effetto di un'amnistia, e dopo una breve permanenza a Napoli, trasferì definitivamente la sua residenza a Roma. La sosta forzata subita negli anni di carcere venne utilizzata da Merlino per rimeditare le esperienze passate. Giungeva a maturazione il processo di distacco dal movimento anarchico, con il passaggio da posizioni di adesione critica a una nuova fase che si poneva ormai marcatamente e coscientemente all'esterno.


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