Nato a Napoli il 15 settembre 1856 da una famiglia della media borghesia, Merlino compì gli studi nella città natale e si laureò giovanissimo in giurisprudenza. Il moto di Benevento (1877), in cui era implicato Errico Malatesta, antico compagno di studi, suscitò l'interesse e la curiosità di Merlino, ponendolo di fronte alle idee propugnate dall'Internazionale. Assunta la difesa di Malatesta, Cafiero e altri internazionalisti, Merlino aderì con entusiasmo alle idee socialiste anarchiche, ed entrò nella lotta politica attiva, portandovi il suo coraggio e una notevole intelligenza sorretta da una solida cultura. Con Malatesta venne riannodata un'amicizia che proseguì poi per tutta la vita, al di là delle divergenze teoriche manifestate negli anni della maturità. Nel 1879 Merlino pubblicò i primi due opuscoli di una certa importanza, dedicati alle figure dei napoletani Vincenzo Russo e Carlo Pisacane, precursori del moderno socialismo. Con questi saggi Merlino poneva in risalto le radici della sua formazione culturale e politica, riannodandosi esplicitamente alla tradizione democratica e rivoluzionaria meridionale. Per molti anni l'opera di Merlino si svolse totalmente e senza incertezze nell'ambito del movimento anarchico, di cui egli divenne, al pari di Malatesta, uno degli esponenti più autorevoli e ascoltati. La svolta di Costa lo lasciò sostanzialmente insensibile e, a parte alcune sfumature d'accenti nel giudicare il transfuga, egli rimase per il momento su posizioni intransigentemente rivoluzionarie e antiparlamentari. Furono anni dedicati in prevalenza a un'attività di propaganda e di battaglia politica quotidiana, che attirò su di lui la sorveglianza e le persecuzioni della polizia. Nel 1884 venne condannato a 4 anni di carcere in un processo a Firenze che lo vide imputato con Malatesta e altri compagni. Prima che la sentenza diventasse definitiva, Merlino riparò all'estero, ponendo inizio a un esilio che sarebbe durato dieci anni. È un periodo fondamentale per la sua formazione, avendo egli modo di sprovincializzare definitivamente la sua cultura, con l'esame diretto della realtà sociale e politica di altri paesi e con l'ampliarsi dell'orizzonte dei suoi interessi e conoscenze. Si stabilì a Londra, allontanandosene diverse volte per recarsi in numerosi paesi europei e negli Stati Uniti. Alternò una febbrile attività di militante, per cui fu ripetutamente alle prese con la polizia, a quella dello studioso. Pur tra disagi e rischi diede prova di una prodigiosa operosità intellettuale. Partecipò, in qualità di delegato italiano, a diversi congressi internazionali anarchici o socialisti, tra cui quello di Parigi del 1889, in cui venne fondata la Seconda Internazionale e durante il quale ebbe uno scontro polemico con i rappresentanti della socialdemocrazia tedesca. Esperto conoscitore di molte lingue, collaborò con apprezzati articoli teorici a numerose e importanti riviste francesi, belghe, tedesche e inglesi (La Société Nouvelle, Le Journal des Economistes, La Revue de Sciences Sociales, The Forum, Nineteenth Century, ecc.).
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