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giovedì 25 gennaio 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte IV

1907-1908 

La  crisi, scoppiata in America nel 1907, incide gravemente sull'economia europea, e danneggia in modo particolare l'Italia, ove il consolidamento dello stato liberale (basato su una sostanziale alleanza tra Giolitti e l'aristocrazia operaia) si accompagna a una situazione economica che, alla vigilia della crisi, è ancora in espansione. Con  la crisi si hanno in Italia conflitti sociali durissimi che segnano, dopo le sconfitte, un momento di grande involuzione del movimento operaio in generale e specificatamente del sindacalismo rivoluzionario. Emerge in quest'ultimo la figura di Alceste De Ambris, che dopo la sconfitta dei contadini del parmense in uno sciopero da lui guidato (primavera-estate 1908) si riaccosta all'elettoralismo, si fa eleggere perfino deputato e diventerà interventista e legionario a Fiume con D'Annunzio nel 1920. Deciso antifascista,  morirà esule in Francia. Aveva fatto esperienza come sindacalista nelle fazendas brasiliane, accomunando situazioni disperse, sfruttando la mobilità del quadro operaio, nel metodo tipico delle organizzazioni come la FORA, la  FORU e l'IWW in  Brasile, Argentina, Uruguay e Stati Uniti. La sconfitta della linea anarco-sindacalista sposta il movimento operaio verso la Confederazione Generale del Lavoro, creata a Milano il 1° ottobre 1906 a maggioranza riformista. - Inizia le pubblicazioni in Ungheria "Tarsadalmi Forradalorm", che fino al 1911 diffonderà le idee anarco-comuniste. Lo dirige  Ervin Batthyanny (nato nel 1877) che dopo avere vissuto a lungo in Inghilterra ove conobbe Kropotkin, si dedica all'elevazione soprattutto del proletariato agricolo. Egli si è staccato con altri giovani anarchici dal gruppo di Eugène Heinrich Schmitt, pacifista tolstoiano, per creare un'organizzazione libertaria popolare. Si oppone a questo programma collettivista il gruppo animato dal giovane Ervin Szabo (1877-1918). - I profughi politici russi organizzano una Croce Rossa anarchica nelle principali città d'Europa e d'America, per aiutare i rivoluzionari imprigionati dalla reazione  zarista. 

1908 

2 aprile - Al funerale di un operaio morto in un infortunio sul lavoro, la  polizia di Roma spara sui lavoratori facendo una strage. Muoiono l'anarchico Paolo Parella e altri tre lavoratori; diciassette sono i feriti. In risposta viene proclamato lo sciopero generale. - Muore in un ospedale di Parigi, dopo una rissa, Albert  "Libertad", anarchico individualista, fondatore de "L'Anarchie" e delle "Causeries" popolari a Montmartre.  Non  si conosce il suo vero  nome. Forse figlio naturale di un prefetto, venuto vagabondando dal Mezzogiorno, in segno di protesta contro tutti, a cominciare dalla natura che lo aveva reso infermo alle gambe. Camminava appoggiandosi alle stampelle, di cui si serviva negli scontri con la polizia. Aveva un torso  possente, una fronte  armoniosa, un grande magnetismo. Amava le strade, le idee, le donne; convisse due volte con due sorelle: le sorelle Mahé e le sorelle Morand; ebbe figli che non volle iscrivere allo stato civile. Il suo motto: «Essere uomini liberi. Vivere da compagni, ora, non dopo la rivoluzione». 

1909 

1° maggio - Un immenso corteo di lavoratori in festa percorre le strade di Buenos Aires. La polizia attacca brutalmente e lo disperde provocando morti e feriti. Per rappresaglia il 14 novembre l'anarchico polacco Simon Radowitzky uccide il colonnello Ramon Falcón, capo della polizia di Buenos Aires, già responsabile dell'uccisione di un gran numero di operai in lotta  contro lo sfruttamento (era infatti noto come Falcón il Sanguinario). Radowitzky ha appena compiuto i diciotto anni (ebreo russo, è nato in Ucraina il 10 novembre 1891; è  giunto  in Argentina nel 1908). Minorenne, non può essere condannato a morte; ma la polizia sostiene  che l'anarchico ha in realtà 22 anni. Un  congiunto riesce infine a  produrre un certificato di nascita russo: Simon è condannato all'ergastolo, a Ushuaia. Vi resterà fino al 1930, quando il presidente Yrigoyen lo grazierà sotto la pressione di una campagna in suo favore. Liberato, andrà a combattere in Spagna contro Franco nella famosa colonna Durruti; per scampare al massacro di anarchici ordinato dagli stalinisti, dovrà fuggire in Francia e quindi in Messico, ove morirà  nel 1956. 


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