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giovedì 18 gennaio 2024

Disturbare il flusso del profitto

Gli sviluppi della trans-genetica seguiranno il percorso di tutti i beni e servizi in regime capitalista, ovvero saranno raramente di pubblica utilità. La politica pan-capitalista non fa che alimentare, rafforzare ed espandere i meccanismi del profitto. L’invasione e il controllo a livello molecolare stanno rapidamente diventando le nuove tipologie di controllo coloniale ed endo-coloniale. L’importante sembra essere consolidare la catena alimentare dalla struttura molecolare al confezionamento. Grazie a una superiore capacità di controllo biologico delle specie, oggi le corporation hanno come mai in passato la possibilità di intensificare la dipendenza delle nazioni in via di sviluppo dall’economia occidentale. Il cibo deve essere acquistato dalle multinazionali alimentari, oppure deve esserlo il materiale chimico e organico necessario alle coltivazioni. In entrambi i casi la gestione delle risorse è sotto il controllo del capitale occidentale. Gli agricoltori possono inoltre essere spinti a coltivare piante da reddito come il cotone o altre colture non d’autoconsumo che risultino vantaggiose per il colonizzatore. Un tale piano è esistito fin dall’inizio dell’agricoltura industriale: in questo modo l’egemonia delle risorse alimentari ha semplicemente fornito un altro potente strumento che si è adattato perfettamente all’attuale struttura di dominio. Oltretutto, ci si può adesso appropriare di ogni forma di capitale molecolare: è questa la nuova frontiera. Come già avviene con tutti gli oggetti classificati e controllati, anche i genomi, gli enzimi, i processi biochimici, ecc. potranno tutti essere privatizzati. Quello che una volta era possesso comune e controllato dall’autorità della tradizione e dal sapere condiviso viene ora usurpato dalla separazione tra il suo valore chimico-molecolare e il suo valore olistico-fenotipico. Ad esempio, una pianta usata nella medicina tradizionale che aveva un valore generale (economico, politico, spirituale) può essere trasformata, come composto chimico, in qualcosa dal solo valore economico. Questo composto può essere brevettato, e mentre la pianta potrebbe ancora essere usata, il principio attivo non può più esserlo, rimuovendo praticamente la pianta dal novero delle risorse comuni. Con un atto di eco-pirateria travestita da diritto di proprietà lockiano, lo sforzo di separare le diverse micro-proprietà della pianta ne scavalca ogni funzione olistica e qualunque proprietà collettiva. Che cosa si può fare per cambiare questa situazione? La risposta è unica quanto la macchina pan-capitalista stessa: DISTURBARE IL FLUSSO DEL PROFITTO.


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