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giovedì 23 maggio 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XXI

1920 

5 maggio - Vengono arrestati nel Massachusetts gli anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati dell'assassinio di un cassiere e di una guardia di una banca avvenuto tra Bridgewater e South Braintree il15 aprile 1920. Nonostante l'alibi che li scagiona completamente e i numerosi testimoni a difesa i due anarchici saranno condannati a morte nel luglio del 1921. Comincia in tutto il mondo un'appassionata campagna per strappare i due innocenti alla sedia elettrica. 

22 maggio - "Solidarity"  afferma che «l'IWW non crede né ha mai creduto alla distruzione e alla violenza quali mezzi per compiere la riforma industriale». Duramente provata dalle persecuzioni del periodo bellico, l'IWW si avvia a un lento declino umanitario. 

26 giugno - I bersaglieri di Ancona si rivoltano contro la spedizione in Albania. Gruppi di operai entrano nelle caserme e s'impadroniscono delle armi. Soldati e lavoratori occupano parte della città. Il governo invia forti contingenti di truppa per soffocare la rivolta con la violenza. 

1- 4 luglio - Secondo congresso nazionale dell'Unione anarchica italiana a Bologna, che approva il programma presentato da Malatesta. - Armando Borghi si reca nell'URSS in rappresentanza dell'Unione Sindacale Italiana. Assiste alla repressione degli anarchici esercitata da Lenin e Trotzki. S'incontra con Lenin. Le possibilità d'intesa sembrano minime. 

31 agosto - Comincia l'occupazione delle fabbriche nell'Italia settentrionale. Malatesta parla a nome degli anarchici in numerose fabbriche. Il movimento di occupazione si rafforza nel mese di settembre. A Milano vengono occupate oltre trecento fabbriche. Sono particolarmente combattivi gli operai metallurgici, in risposta all'atteggiamento padronale: «Gli industriali sono contrari alla concessione di qualsiasi miglioramento». Il 31 agosto la direzione chiude le officine Romeo, a Milano, che gli operai occupano; il movimento si estende a tutte le officine di una certa entità, che vengono occupate e autogestite dai lavoratori. Operai armati vigilano ai cancelli delle fabbriche. L'atteggiamento del primo ministro Giolitti è cauto: egli ordina alla forza pubblica di non attaccare gli operai, sperando che il movimento, confinato nei luoghi di lavoro, si estingua da sé. È quello che accade il 4 ottobre quando sindacati riformisti e industriali firmano davanti a Giolitti «l'accordo di pace». Il movimento di occupazione delle fabbriche sconta l'ignavia dei dirigenti sindacali riformisti, spaventati dall'ampiezza dell'agitazione, e l'errata impostazione data alla lotta, che anziché investire il sociale resta confinata nelle fabbriche. 

Settembre - La proibizione di una manifestazione organizzata in Patagonia dalla Società operaia argentina, di tendenza anarchica, provoca scioperi locali, boicottaggi di commercianti, arresti, chiusura di tipografie. La tensione sfocia in uno sciopero generale. Sindacalisti e rappresentanti dei peones chiedono miglioramenti contrattuali a partire dal 1° novembre. L'estremo sud dell'Argentina, la desolata Patagonia regno degli ovini è una regione battuta da venti gelidi, spopolata, che produce lana, carne e cuoio. Tra il 1914 e il 1919 la guerra fa salire enormemente il prezzo della lana, e le pecore invadono tutte le terre disponibili. Si creano immensi latifondi, sovente di proprietà inglese. Il dopoguerra provoca la caduta dei prezzi della lana. I peones lavorano all'aperto con 18 gradi sottozero, i tosatori fino a 16 ore giornaliere, gli addetti alle celle frigorifere 12  ore. I lavoratori chiedono di alloggiare non più di tre dipendenti in un vano di metri 4 x 4, con un letto o un pagliericcio fornito dal padrone, al posto dei tavolacci. Chiedono anche, a carico del padrone, un pacchetto di candele al mese per illuminazione (nelle estancias le candele che a Buenos Aires costano 5 centavos al pacco vengono fatte pagare 80 centavos); libertà al sabato sera per fare il bucato personale; divieto di lavori all'esterno in caso di bufere di vento; le scritte sulle cassette di pronto soccorso in castigliano anziché in inglese. La Società Rurale rifiuta di accogliere queste richieste. I lavoratori rispondono con lo sciopero generale; la replica padronale è il licenziamento degli scioperanti, che costretti a errare per la campagna in cerca di sopravvivenza vengono braccati dalla polizia e dai vigilantes. Gli operai rispondono al fuoco. Morti e feriti da entrambe le parti (gennaio 1921). 

14 ottobre - In tutta Italia manifestazioni di massa in sostegno alla rivoluzione russa e per la liberazione di detenuti politici. A Bologna comizio di Malatesta: la polizia attacca i dimostranti e spara provocando morti e feriti. L'indomani Malatesta viene arrestato a Milano assieme ai redattori di "Umanità Nova". Armando Borghi è già in carcere, essendo stato arrestato qualche giorno prima al suo ritorno dall'Unione  Sovietica. Tra il 18 e il 21 vengono arrestati altri dirigenti dell'Unione Sindacale Italiana. 


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