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giovedì 5 settembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XXXII

1936 

28 giugno - Muore suicida in Francia Aleksandr Berkman. Nato nel 1870 in Lituania (allora sotto la Russia), lasciò l'agiata famiglia per unirsi al movimento rivoluzionario degli anarchici russi emigrati in America. Nel 1892 sparò al finanziere Henry Clay Frick, uno dei re dell'acciaio, per sostenere uno sciopero. Scontò 18 anni di carcere e fu espulso dagli Stati Uniti nel 1919 con Emma Goldman e altri anarchici. 

18 luglio - Radio Tenerife trasmette un messaggio del generale Francisco Franco alla nazione spagnola: l'esercito si è assunto il «glorioso compito di salvare la Spagna dalla sovversione e dall'anarchia ». L'indomani Franco atterra a Tetuin e assume il comando dell'Esercito d'Africa. La guerra civile spagnola comincia, cosi ufficialmente, con l'adesione di Franco alla sedizione militare del generale Mola e altri congiurati contro la repubblica. In realtà è cominciata molto tempo prima. La reazione spagnola non si esaurisce con il generale Franco, ma basta osservare le vicende dell'esistenza di quest'ultimo per averne un'immagine sufficientemente rappresentativa. Francisco Franco Bahamonde è nato il 4 dicembre 1892 nel porto militare galiziano di El Ferrol. Entrato all'accademia militare di Toledo, prende parte attiva alla repressione dei movimenti di liberazione nel Marocco spagnolo. I suoi metodi brutali gli assicurano una rapida carriera: è capitano a soli 22 anni, maggiore a 23, colonnello a 32 e generale a 33. Nel 1917 si distingue nella caccia all'uomo contro i minatori delle Asturie in sciopero (maggio-giugno). Il 13 settembre 1923 il generale Miguel Primo De Rivera s'impadronisce del potere. La carriera di Franco subisce un'accelerata: nel 1926 è nominato generale di brigata e trasferito a Madrid. Il 28 gennaio 1930 crolla la dittatura di Primo De Rivera, minata dalla crisi economica mondiale; il dittatore fugge a Parigi e vi muore poco dopo. Franco si tiene in disparte e non si lascia coinvolgere; il re lo protegge, il generale Berenguer, nuovo capo del governo, anche. Le elezioni del 12 aprile 1931 segnano la fine della monarchia (i monarchici vincono soltanto nelle campagne). La borghesia sceglie la repubblica e scarica come capro espiatorio il re: Alfonso XIII se ne va in esilio; il 14 viene proclamata la seconda repubblica della storia spagnola. Ma la carriera di Franco non si arresta: è comandante ell'accademia militare di Saragozza dal 1927 al 1931. Le elezioni del 1933 per il rinnovo delle Cortes segnano una vittoria della destra unita, favorita da una legge elettorale che premia le coalizioni a detrimento dei singoli partiti. Comincia il Biennio Nero (1933-35) caratterizzato da una ancor più feroce repressione in campo sociale, sindacale, culturale. La chiesa cattolica mantiene i suoi privilegi che la legge della repubblica dovrebbe limitare; gli espropri vengono revocati e i proprietari risarciti. La sinistra reagisce con uno sciopero generale rivoluzionario. A Barcellona gli autonomisti guidati da Luis Companys proclamano l'indipendenza della Generalitat catalana. Franco è chiamato a schiacciare la rivolta. Gli autonomisti catalani sono costretti all'espatrio; solo nelle

Asturie  la rivoluzione divampa, animata dai minatori anarchici e socialisti. Gli anarchici sostengono i minatori delle Asturie e non gli autonomisti della Catalogna che considerano nazionalisti borghesi. Per piegare anarchici e socialisti Franco deve far venire dal Marocco l'esercito d'Africa; il 24 ottobre entra in Oviedo da vincitore dopo avere schiacciato la rivoluzione. Nel febbraio del '35 è nominato capo dell'esercito del Marocco, tre mesi dopo dell'esercito spagnolo grazie all'appoggio di Gil Robles entrato nel governo come ministro della guerra. Franco elimina tutte le riforme iniziate da Azana nel 1931, caccia gli ufficiali repubblicani, richiama i monarchici come Mola, che in seguito a una congiura ordita nel 1932 erano stati allontanati dall'esercito. Ma ecco che nel dicembre 1935 cade il reazionario governo Lerroux; comincia una nuova, violentissima campagna elettorale. La sinistra si concentra nel Fronte Popular, cui danno il loro appoggio, oltre che i socialdemocratici e gli stalinisti, anche gli anarchici della FAI-CNT e i comunisti «eretici» del POUM (Partido Obrero de Unificación Marxista) d'ispirazione in parte trotzkista. La vittoria parlamentare tocca questa volta in misura schiacciante alle sinistre, che hanno 286 seggi contro i 132 della destra e i 42 del  centro (i nazionalisti baschi ottengono 10 seggi). Franco ordina ai congiurati tipo Mola di tenersi pronti. Ma Azana interviene e spedisce  Franco in semi esilio alle Canarie e Mola dal Marocco a Pamplona. L'insurrezione è fissata per le ore 17 del 17 luglio: alle «cinque della sera» comincia la sedizione fascista, cui Franco aderisce dopo prudenti pensamenti e valutazioni del pro e contro. Alla notizia dell'insurrezione gli anarchici della Catalogna rispondono con estrema decisione, guidati dal vecchio gruppo dei Solidarios (Durruti, Ascaso, Garcia Oliver ecc.): i militari filo-franchisti vengono circondati e catturati, tutta la regione è nelle mani 
della CNT-FAI, che però spartisce in pratica il potere col presidente autonomista Companys, borghese progressista, che aveva in passato condiviso la galera coi Solidarios.



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