1936
Ma gli anarco-sindacalisti e gli altri gruppi rivoluzionari minoritari, anziché presentare al secondo turno candidature operaie rivoluzionarie capaci di raccogliere un numero con siderevole di voti, preferiscono astenersi, lasciando coli il passo ai radicali. Come segno della loro carica antiborghese, le masse possono cosi impor re, al posto del ministero Daladier, soltanto un ministero Blum (Léon Blum è un vecchio social democratico che il fronte popolare ripresenta al le masse come autentico socialista). Ma il 24 maggio la manifestazione in memoria dei comunardi supera in grandezza tutte le manifestazioni popolari che Parigi ha visto finora. A Tolone e a Brest manifestazioni di piazza danno il primo segnale d'allarme. Le proteste dei soldati contro il rabiot (prolungamento del servizio militare) costituiscono una forma d'azione diretta di massa. Mentre Blum si accinge a formare il ministero un'ondata di scioperi dilaga per la Francia. Non trovando una direzione politica, gli operai avanzano senza di essa e procedono all'occupazione delle fabbriche. Il nuovo ministro degli Interni nel governo Blum, il sindaco socialista di Lilla, Salengro, dichiara (prima ancora di assumere il potere) che difenderà «l'ordine contro l'anarchia». Anche Blum, dice alle masse: «Io non sono Kerenskij. Se non cessate l'occupazione verrà non Lenin ma il fascismo». Nel luglio Salengro fa evacuare dal la polizia le fabbriche occupate dagli operai. Gli staliniani, guidati da Thorez e Cachin, appoggia no a fondo il governo Blum senza però entrarvi. Il movimento dell'occupazione, incastrato tra re pressione governativa e cedimenti sindacali, è in una strada senza uscita. Il colonnello La Rocque (noto dirigente dell'organizzazione reazionaria della Croix de feu che scatenò i moti del 6 febbraio 1934: alcune migliaia di fascisti e monarchici armati di pistole, manganelli e rasoi imposero il governo reazionario di Domergue, Tardieu e Pétain con l'appoggio di radicali come Herriot provocando una risposta antifascista), dopo il maggio '36 fonda il Partito sociale francese. La sua rivincita, agevolata dal fallimento del fronte popolare e dall'insipienza politica delle sinistre, si avrà con la seconda guerra mondiale, che di lì a pochi anni vedrà l'invasione nazista della Francia e l'avvento al potere del vecchio maresciallo Philippe Pétain.
Anarchici di tutto il mondo accorrono, assieme ad altri antifascisti, a difendere la Spagna aggredita da Francisco Franco.
1 - 6 agosto - Carlo Rosselli, uno dei fondatori del movimento antifascista e socialista libertario «Giustizia e Libertà» raggiunge Barcellona dalla Francia e stringe accordi per la costituzione di una colonna di combattenti italiani. Dell'apparato statale repubblicano resta in piedi solo la facciata: alla notizia dell'insurrezione fascista, le forze popolari guidate dagli anarchici e dai socialisti di sinistra (marxisti che si sarebbero associati al POUM, il partito comunista d'ispirazione luxemburghiana e trotzkista) hanno provveduto all'espropriazione dei mezzi di produzione e di ogni tipo di azienda, che vengono gestite direttamente dai lavoratori. I partiti di sinistra, i sindacati, i comitati di fabbrica e di quartiere, in cui sono al primo posto gli anarchici che non fanno parte del fronte popolare, organizzano la vita economica, la polizia, le milizie antifasciste per il fronte. Rosselli aveva convocato a Parigi una riunione antifascista per decidere l'intervento in Spagna, ma socialisti e comunisti, legati dal patto d'unità d'azione, avevano rifiutato di partecipare per «evitare di fare di
una questione interna spagnola una questione internazionale». Due o tre giorni dopo l'insurrezione franchista, «Giustizia e Libertà» decide di intervenire da sola con l'appoggio di gruppi minori, di socialisti di sinistra e anarchici, che vedevano proprio nel carattere internazionale della lotta al fascismo un requisito rivoluzionario indispensabile. La colonna dei volontari italiani viene inquadrata (l'inquadramento è legge generale delle milizie popolari) in quelle della CNT-FAI. Comandanti sono Carlo Rosselli e il repubblicano Mario Angeloni.28 agosto - Primo combattimento tra franchisti e volontari libertari italiani. Cadono il comandante Mario Angeloni e gli anarchici italiani Michele Centrone, Fosco Falaschi e Vincenzo Perrone, ma l'offensiva fascista sul fronte d'Aragona viene bloccata. Comandante della colonna italiana è ora Carlo Rosselli. I primi scontri vittoriosi con i franchisti danno prestigio ai volontari italiani, che vengono richiesti anche da altre formazioni più deboli e vengono usati, per la loro compattezza e pratica di guerra, in funzione di gruppi d'assalto. La maggioranza della colonna Rosselli è comunque anarchica; non manca una minoranza comunista. Sorgono i primi contrasti, né mancano dissidi interni tra gli anarchici che accettano la nuova linea della collaborazione governativa, e gli intransigenti. Mentre il fronte d'Aragona ristagna, i generali fascisti ricevono aiuti da Mussolini e da Hitler. Francia, Inghilterra e Unione Sovietica non muovono un dito. Solo in ottobre Stalin manda un telegramma a Manuel Azatia affermando che la causa del popolo spagnolo è quella di tutta l'umanità progressiva. L'uso della parola «progressiva» allude all'alleanza con la borghesia; infatti, parallelamente all'invio di materiale e dell'organizzazione delle Brigate internazionali, si assiste alla distruzione della rivoluzione spagnola, alla revoca della socializzazione di tutte le industrie e della collettivizzazione, avvenuta in molte zone, della terra. Stalin ottiene anche il controllo effettivo, da parte dei comunisti legati al Comintern, delle leve del potere, a cominciare dal movimento operaio. Ciò significa la fine della creatività delle masse, e l'inizio - parallelamente a quanto avviene in Russia - dell'eliminazione di ogni critica da sinistra alla dittatura stalinista. E la caccia ai comunisti «eretici», definiti trotzkisti. Ciò significa, in Spagna, eliminazione del POUM e degli anarchici. Spaventato dall'avvento di Hitler (cui lui stesso ha contribuito combattendo i socialisti tedeschi) Stalin cerca di accaparrarsi in tal modo, le simpatie delle borghesie al potere in Francia e Inghilterra. Delegato a controllare il rispetto delle condizioni poste dall'URSS per l'invio di materiale bellico per la difesa di Madrid, il partito comunista spagnolo, fino a quel momento minoranza di poco conto, diventa il partito del potere e si adopera per ricostruire l'apparato e le gerarchie statali ed eliminare dal governo ogni posizione rivoluzionaria. Poco per volta la Catalogna e il movimento anarco-sindacalista vengono diffamati, isolati, repressi. I partiti italiani (socialista, comunista e repubblicano) si accordano per costituire una legione italiana unitaria, che affidano al comandante designato dagli stalinisti, Randolfo Pacciardi. Nasce cosi il battaglione Garibaldi delle Brigate internazionali. Avviene quindi la «militarizzazione» dei volontari antifascisti, che vengono posti alle dipendenze dell'esercito regolare.
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