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giovedì 26 settembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XXXV

1936 

8 settembre - Juan Lopez, dirigente della CNT, annuncia la collaborazione degli anarco-sindacalisti col governo centrale di Madrid e il loro appoggio al programma governativo. 

26 settembre - La CNT entra nel governo regionale catalano con 3 ministeri di poco conto. 

10 ottobre - La CNT approva lo scioglimento del Comitato centrale delle milizie. 

9 ottobre - La CNT approva i decreti che sciolgono tutti i consigli e comitati in Catalogna. 

20 novembre - Muore davanti a Madrid in circostanze misteriose il leggendario comandante anarchico Buenaventura Durruti. Operaio metalmeccanico, aveva combattuto per la rivoluzione fin dalla prima giovinezza. Era salito sulle barricate, aveva assaltato banche per finanziare il movimento, fondato librerie, lanciato bombe, rapito giudici. Era stato condannato a morte almeno tre volte in Spagna, in Cile e in Argentina. Aveva peregrinato per innumerevoli prigioni ed era stato espulso da otto paesi. Era nato a Léon, cittadina tra Madrid e Oviedo, nel 1896, in una famiglia proletaria: padre ferroviere, otto fratelli. Scolaro intelligente, d'animo buono e spavaldo insieme, comincia a lavorare a 14 anni per 25 céntimos al giorno. Il ragazzo protesta, la madre gli dice di ringraziare il padrone che gli insegna un mestiere. Studia la sera, va a lavorare in una fonderia, poi nelle ferrovie; partecipa allo sciopero del 1917 e viene licenziato. Allora va a  Parigi e vi rimane fino al 1920; renitente alla leva, viene arrestato al ritorno in Spagna. Ancora prima di conoscere la galera, ha conosciuto l'ingiustizia sociale e le idee anarchiche: a 14 anni, in fabbrica, è diventato amico di operai che venivano da lontano, dalle

Asturie, e che i giorni di festa dovevano raggiungere la famiglia a piedi, andare e tornare senza altri mezzi; tale era la vita dei lavoratori, in quei tempi, in Spagna. Nel 1917 è già il capo della rivolta armata al suo paese contro la Guardia civil. Licenziato e messo nelle liste nere, non trova più lavoro. Il sindacato, dominato dai socialdemocratici parlamentaristi, lo espelle. Durruti passa alla  CNT. In Francia, Durruti perfeziona la conoscenza delle idee socialiste e libertarie. Lavorando a Parigi tre anni come meccanico, ha modo di imparare dagli anarco-sindacalisti. Quando sente parlare di azioni guerrigliere contro la monarchia spagnola, ripassa il confine e s'aggrega a una banda anarchica. Prima di venire arrestato conosce Francisco Ascaso, Gregorio Jover e Garcia Oliver, cameriere e futuro ministro della giustizia della repubblica spagnola al tempo della guerra civile. Un giorno l'anarchico Manuel Buenacasa dice al giovane ribelle: «Tu puoi vivere solo a Barcellona, perché solo a Barcellona esiste una coscienza proletaria». Durruti si trasferisce a Barcellona. Qui da circa un decennio era stata fondata la CNT, l'unico sindacato al mondo in cui ciascuno dei gruppi locali gode di un'autonomia assai estesa, e in cui la base non è tenuta a obbedire ciecamente alle direttive della direzione. La CNT non tratta con la «controparte» per ottenere  miglioramenti economici; il suo programma consiste nel condurre una lotta di classe permanente dei salariati contro il capitale fino all'eliminazione di quest'ultimo. Non esiste apparato burocratico, nessuno è stipendiato con le quote degli iscritti (che sono minime nelle città e pressoché nulle nelle campagne: nel 1936, con un milione di aderenti, la CNT avrà un solo funzionario pagato). I quadri direttivi vivono del loro lavoro di operai, o sostenuti dai rispettivi gruppi di base. Non ci sono, cosi, «capi operai» isolati dalle masse, e il controllo nella base  è una realtà quotidiana. metodi di lotta vanno dall'autodifesa al sabotaggio, all'esproprio e alla rivolta armata. Questo pone il problema del passaggio alla clandestinità. Ma tutto un sindacato non può passare alla clandestinità. La CNT resta un'organizzazione di massa anche sotto le dittature militari, mentre quadri segreti organizzati, i Solidarios, si assumono i compiti dell'autodifesa, della raccolta delle armi e dei fondi, del terrorismo, della liberazione dei compagni incarcerati. La divisione dei compiti viene formalizzata nel 1927 con la creazione della FAI (Federación Anarquista Ibérica). Il prestigio della FAI è enorme tra gli operai, che specialmente a Barcellona mantengono l'abitudine della difesa armata, e fraternizzano sovente coll'ambiente portuale internazionale e con i vari ceti anche sottoproletari che vi gravitano, eredi di una lunga tradizione ribellistica violenta e banditesca. Per questo la polizia diffama il movimento anarchico definendolo prima un'accozzaglia di delinquenti comuni, poi una banda «al soldo di Mosca».



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