La mia bocca va e viene
Tra il telefono e il tetto
Viaggi cesellati
Da strani riccioli bruni
Vene varicose di un legno assai vecchio
Che cosa scrivevi
I lunghi peripli
Del dormiveglia
I passaggi mutevoli
Del minimo mio gesto
Le mie frasi maliziose nelle scarpe di raso
Inciampano sui meandri del pensiero
Esangue per il grande tetano
Che ora può essere?
Incollata alle pareti dell’attesa
Ti ascolto
E da qualche parte in lontananza
Un ubriaco chiamato Dovere
Vomita.
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