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giovedì 9 maggio 2013

SOLO di Edgar Allan Poe


Fanciullo, io già non ero
come altri erano, né vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni – né mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Né il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quel che amai, io l’amai da solo.
Allora – in quell’età – nell’alba
d’una procellosa vita fu derivato
da ogni oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m’avvince –
dai torrenti e dalle sorgenti –
dalla rossa roccia dei monti – 
dal sole che d’intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali –
dal celeste baleno
che daccanto mi guizzava –
dal tuono e dalla tempesta – 
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l’altro cielo)
di un dèmone alla mia vista -

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