Almeno fra le persone coscienti e critiche sarebbe fondamentale smitizzare i luoghi comuni legati all'idea che la tecnologia ci giova, ci aiuta e sia indispensabile, quasi, facesse ormai parte della nostra struttura biologica e psicologica.
Accettare lo sviluppo della tecnologia nella nostra vita quotidiana diventa però una feroce rimozione autolesionista verso nuove e sofisticate forme di schiavitù e di dipendenza totale. E' la contraddizione tra i nostri reali bisogni, autodeterminati e responsabili, spogliati da ogni reale autonomia di individuo e collettività a favore di un inarrestabile degrado ambientale e del rafforzamento dei soliti poteri economici.
Se ogni lotta non saprà liberarci dal quotidiano anche tecnico e tecnologico che ci sommerge sarà comunque una lotta inutile e persa in partenza. Le grandi aspirazioni che desideriamo tutto sommato sono la garanzia di sopravvivenza per tutti gli esseri del pianeta, abitando una vita degna di questo nome. La tecnologia non è neutrale. E' l'intima espressione dello stato, del potere, dello sfruttamento, del padrone, del modo di produzione industriale. Al pari del loro progresso e del loro sviluppo è solo un loro prodotto. La tecnologia non è al servizio dell'uomo e del mondo, bensì al contrario, di chi nel "progresso" e nello "sviluppo " ci guadagna.
E' logico che l'accettazione della tecnologia da parte dei giovani e giovanissimi sia assoluta. Sono le prime generazioni cresciute ed educate dal consumo, dal condizionamento e dal plagio mediatico e globale.
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