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giovedì 8 gennaio 2015

La morte come scarsità

La morte scompare o si attenua quando il sistema, per un motivo o per un altro ne ha interesse. Non conquista sociale né progresso: ma logica del profitto, o del privilegio.
Ma questa analisi è del tutto insufficiente: non fa che sostituire una razionalità economica ad una razionalità morale. E' in gioco ben altro, una ipotesi pesante, rispetto alla quale l'interpretazione materialistica appare come una ipotesi leggera. Perchè il profitto può essere un effetto del capitale, non è mai la legge profonda dell'ordine sociale. La sua legge profonda è il controllo progressivo della vita e della morte. Il suo obbiettivo è dunque di strappare anche la morte alla differenza radicale per sottometterla alla legge delle equivalenze. E l'ingenuità del pensiero umanistico (liberale o rivoluzionario) è di non accorgersi che il suo rifiuto della morte è sostanzialmente lo stesso di quello del sistema: il rifiuto di qualcosa che sfugge alla legge del valore. E' solo in questo senso che la morte è un male. Ma il pensiero umanistico, invece, nè fa un male assoluto. A partire da ciò esso si ingarbuglia nelle peggiori contraddizioni. Claude Glayman in Le Mond : " la convinzione irrimediabilmente umana che nessun uomo ha il diritto di dare volontariamente la morte. La vita è sacra. Anche senza una fede religiosa, se ne è profondamente persuasi. Nella società dei consumi, che tende a bandire la scarsità, la morte è, se così si può dire, ancora più intollerabile (la vita come bene di consumo, la morte come scarsità). Anche qui prevale l'impressione di una specie di permanenza del medioevo. In che società viviamo? Verso quali lidi stiamo andando? Perchè non bisogna voltare le spalle alla vita! Quale che essa sia!"
Esattamente l'ingresso nella morte a ritroso, principio di base delle anime pie - sono gli stessi che entrano nella rivoluzione a ritroso, volgendo comunque le spalle alla vita, acrobazia inverosimile, ma caratteristica della torsione del pensiero logico su stesso per soddisfare il suo rifiuto della morte.
Tutto è cambiato, e nulla è cambiato: sotto i segni dei valori della vita e della tolleranza, è sempre lo stesso sistema di sterminio, ma con delicatezza, che governa la vita quotidiana - e questo non ha nemmeno più bisogno della morte per realizzare i suoi obbiettivi.

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