State bene attenti alle donne di Kobani, dove i Curdi siriani stanno disperatamente combattendo l’ISIS/ISIL/Daesh. Stanno anche combattendo i piani traditori di USA, Turchia e del governo del Kurdistan iracheno. Chi vincerà?
Cominciamo parlando di Rojava. Il pieno significato di Rojava – le tre province più curde della Siria del nord – è racchiuso in questo editoriale pubblicato dall’attivista incarcerato Kenan Kirkaya. Egli sostiene che Rojava è la dimora di un “modello rivoluzionario” che sfida “l’egemonia del sistema capitalista di nazione-stato” – ben oltre il proprio “significato per i Curdi, i Siriani o per il Kurdistan” di stampo regionale.
Kobane – una regione agricola – si ritrova nell’epicentro di questo esperimento non-violento di democrazia, reso possibile da un accordo tra Damasco e Rojava (A Rojava il processo decisionale si sviluppa attraverso assemblee popolari – multiculturali e multireligiose. I tre maggiori funzionari di ogni municipalità sono un Curdo, un Arabo e un Cristiano Assiro o Armeno e almeno uno di questi deve essere una donna. Le minoranze non-curde hanno le proprie istituzioni e parlano le proprie lingue.
Tra una miriade di consigli di donne e di giovani, ci sono anche un esercito femminista la cui fama è in continua crescita, la milizia YJA Star (Unione delle Donne Femministe, con la stella a rappresentare la dea Mesopotamica Ishtar).
Il simbolismo non potrebbe essere più grafico, pensate alle tre forze di Ishtar (Mesopotamia) che combattono le forze dell’ISIS (tradotto Iside, dea dell’antico Egitto), ora rappresentate da un Califfato intollerante.
All’inizio del 21° secolo, è la barricata femminile di Kobani l’avanguardia della lotta al fascismo.
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