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giovedì 15 gennaio 2015

La natura repressiva del sistema

Lo stesso obbiettivo che si iscrive nel monopolio della violenza istituzionale e della morte si realizza altrettanto bene nella sopravvivenza forzata, nel forcing della vita per la vita (reni artificiali, rianimazione intensiva, agonie prolungate a qualsiasi costo, trapianti d'organo, etc.). Tutte procedure che equivalgono a disporre della morte e a imporre la vita - secondo quale finalità?
Dietro tutte le contraddizioni apparenti, l'obbiettivo è certo: assicurare il controllo su tutta l'estensione della vita e della morte.
Dal birth-control al death- control, che si giustizzino le persone o le si obblighino a sopravvivere - e la proibizione di morire è la forma caricaturale, ma logica, del progresso della tolleranza - l'essenziale è che la possibilità di decidere venga loro sottratta, che non siano mai libere della loro vita e della loro morte, ma che muoiano e che vivano su vidimazione sociale. E' già troppo che siano ancora lasciate al caso biologico della morte, perchè è sempre una forma di libertà.
Qualsiasi morte o violenza che sfugga a questo monopolio di stato è sovversiva prefigurazione dell'abolizione del potere. Il fascino esercitato dai grandi omicidi, banditi o fuorilegge deriva da questo, e raggiunge in effetti quello proprio delle opere di arte: qualcosa della morte e della violenza è strappato al monopolio di stato per essere trasferito ad una reciprocità selvaggia, diretta, simbolica, della morte.
Ovunque emerge una resistenza ostinata, feroce, a questo principio di accumulazione, di produzione e di conservazione del soggetto, in cui esso può leggere la propria morte programmata. Ovunque si gioca la morte contro la morte. In un sistema che mira a vivere e a capitalizzare la vita, la pulsione di morte è l'unica alternativa. In un universo regolato minuziosamente un universo della morte realizzata, l'unica tentazione è quella di normalizzare tutto mediante la distruzione.
L'ordine detiene la morte, ma non può giocarla - vince soltanto chi gioca la morte contro di esso.

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