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giovedì 23 aprile 2015

Architettura nuova per una civiltà nuova

Non si può parlare di architettura nuova se essa non esprime una nuova civiltà (e chiaro che non esiste né civiltà né architettura da molti secoli, ma solo degli esperimenti, di cui la maggior parte sono falliti: si può parlare dell'architettura gotica, ma non esiste architettura marxista o capitalista, benché questi due sistemi rivelino tendenze similari, scopi comuni).
Ciascuno ha dunque il diritto di domandarci su quale abbozzo di civiltà noi vogliamo fondare un'architettura. Richiamo rapidamente i punti di partenza di una civiltà:
una nuova concezione dello spazio (cosmogonia religiosa o meno).
una nuova concezione del tempo (numerazione a partire da zero, diversi modi di svolgimento del tempo).
una nuova concezione dei comportamenti (morale, sociologia, politica, diritto. L’economia è solo una parte delle leggi del comportamento che una civiltà accetta).
Questa visione nuova del tempo e dello spazio che sarà la base teorica delle future costruzioni non è ancora a punto e non lo sarà mai del tutto prima di sperimentare i comportamenti in città riservate a questo effetto, dove saranno riuniti in maniera sistematica, oltre agli edifici indispensabili ad un minimo di comfort e di sicurezza, costruzioni cariche di un grande potere di evocazione e di influsso, degli edifici simbolici raffiguranti i desideri, le forze,  gli avvenimenti passati, presenti e futuri. 
(Gilles Ivain) 

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