Bodo’s Project è un progetto di comunicazione “altra” per la creazione e la circolazione di scritti, foto e di video geneticamente sovversivi. La critica radicale per azzerare la società della merce; la decrescita, il primitivismo, la solidarietà per contrastare ogni forma di privatizzazione iniziando dall’acqua. Il piacere e la gioia di costruire una società dove tutti siano liberi ed uguali.
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giovedì 30 aprile 2015
Sradicati da ogni appartenenza
Una fragorosa risata sarebbe la risposta adeguata a tutti i gravi
problemi che vengono sollevati quotidianamente. Prendiamo la più dibattuta: non esiste alcun “problema dell’immigrazione”. Quanti ancora
crescono dove sono nati, abitano nei luoghi in cui sono cresciuti e vivono dove hanno vissuti i propri antenati? E i figli di quest’epoca
appartengono più ai loro genitori o alla televisione? In verità siamo stati sradicati in massa da ogni appartenenza, non siamo più da nessuna
parte. Donde un’innegabile sofferenza, oltre a un’inedita disposizione al turismo. La nostra è una storia di colonizzazioni, migrazioni, guerre, esili; la storia della distruzione di ogni radicamento. Di tutto quanto ci ha resi
stranieri in questo mondo, ospiti nella propria famiglia. L’educazione ci
ha alienati dalla nostra lingua, il varietà dalle nostre canzoni, la
pornografia di massa dalle nostre carni, la polizia dalle nostre città, il lavoro salariato dai nostri amici. A tutto ciò, si aggiunge un
lavorìo feroce e secolare di individualizzazione: il potere statale annota,
compara, disciplina e separa i propri sudditi fin dalla loro infanzia, schiacciando istintivamente ogni solidarietà, affinché non resti che la mera cittadinanza, la pura appartenenza fantasmatica allo stato. Più di ogni altro, il cittadino è lo spossessato, il miserabile. Il suo odio per lo straniero si confonde con l’odio di sé come straniero. La sua invidia per i quartieri popolari, frammista al terrore, esprime solo il suo risentimento per tutto ciò che ha perduto. Non può non invidiare i cosiddetti quartieri-ghetto dove ancora persiste qualche margine di vita in comune, di relazione tra gli esseri, di solidarietà non statale, di economia informale,di organizzazione non ancora separata da chi si organizza. Insomma, siamo giunti a un tale livello di privazione che l’unico modo di sentirsi europei consiste nell’imprecare contro gli immigrati, contro chi è più visibilmente straniero come noi. In questo paese, gli immigrati
detengono una singolare posizione di sovranità: se non ci fossero, forse gli europei non esisterebbero più.
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