Tanto la notte, tanto l’urlo nel vento
Tanto la goccia nel cielo, tanto il silenzio
Tutt’intorno il mare despota
L’arcata del cielo con le stelle
Tanto il tuo più piccolo respiro
Tra le quattro pareti, il soffitto, il pavimento
Io non ho altro se non
L’urlo che è tuo e mi colpisce la mia voce
L’odore che è il tuo e s’infuriano gli uomini
Perché non sopportano quel che non hanno
Provato ed è loro straniero, è presto, mi senti
È presto ancora in questo mondo amore mio
Per parlare di te e di me.
(Tratto da Monogramma)
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