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giovedì 28 settembre 2017

Quarant'anni fa... il '77 (capitolo XXV)

21 giugno: a Roma, nella mattina due donne sparano ferendo il preside della facoltà di Economia, il professore Cacciafesta, 66 anni, candidato per la DC alle ultime elezioni politiche. L’attentato viene rivendicato dalle BR. A Legnano, due autobus vengono distrutti dalle fiamme, mandando in frantumi le vetrate delle officine circostanti, con danni sopra i 100 milioni.
22 giugno: a Pistoia un impiegato della Breda e vicesegretario della DC pistoiese, Gianarlo Niccolai, viene ferito alle gambe da Prima Linea con quattro colpi di pistola. A Roma, per la seconda volta nel giro di una settimana viene incendiata l’automobile del professore Mattu, direttore della casa dello studente. 
23 giugno; a Padova, gli autonomi vengono condannati per dieci anni complessivi, il PM parla di “adesione psichica” gli scontri da parte di “tutti i circa ottanta partecipanti, perché le trecento molotov usate significano quasi quattro bottiglie a testa”. Dopo la sentenza, mentre una parte del pubblico sosta davanti al tribunale e un’altra parte si avvia verso il centro, partono le prime cariche della polizia contro gruppi di giovani. A un certo punto una guardia notturna della Civis spara in aria verso i giovani che scappano. In seguito un gruppo di agenti in borghese piomba davanti al bar Liviano, frequentato da universitari, sparando altri colpi di pistola. A Milano, la corte condanna Curcio a 7 anni di carcere.
24 giugno: A Roma, si conclude, con due assoluzioni e una condanna, il processo per direttissima contro tre aderenti al collettivo di via dei Volsci, accusati di fabbricazione, porto e detenzione illegale di materiale esplosivo. I giudici condannano Raul Tavani e assolvono Ludovico Basile e Patrizia Carrozza. Nel pomeriggio, a largo Boccea, un comizio di trenta missini si trasforma in corteo. Immediata la reazione degli abitanti di Primavalle e Torrevecchia, che attaccano i neofascisti: un centinaio di giovani di sinistra fa improvvisamente irruzione nella piazza scandendo slogan antifascisti e iniziano gli scontri, durante i quali vengono lanciati sassi e biglie d’acciaio. Vanno in frantumi le vetrine di alcuni negozi. La polizia interviene e lancia numerosi lacrimogeni per disperdere i contendenti. Durante la fuga di un gruppo di giovani di destra vengono esplosi colpi di pistola. Un giovane di destra, Umberto Lanzi, 18 anni, viene colpito ad una gamba da un proiettile. A Milano, in serata, poco dopo le 19, sette colpi di pistola vengono sparati alle gambe del dottor Roberto Anzalone, 49 anni, presidente dell’associazione medici mutualisti. Prima Linea rivendica la responsabilità del ferimento del medico, “persecutore dell’assenteismo in fabbrica”. Viene emesso un altro mandato di cattura per i sette operai autonomi già arrestati alla fine di aprile nei boschi di Verbania, dopo un’esercitazione con armi da fuoco. L’accusa è appartenenza alle BR. Sempre a Milano, viene fermata un’operaia della Magneti Marelli, Tiziana Opizi, teneva in casa un volantino delle BR.
25 giugno: A Torino, un gruppo di Comontisti mentre cercava di entrare al Palazzetto dello Sport hanno aggredito un commissario e tre agenti dell’ufficio politico per liberare un loro compagno fermato perché in possesso di due pistole. A Roma, le Ronde Proletarie rivendicano l’incendio della porta d’ingresso dello studio medico del dottor Elio de Sensi a Montesacro. Il medico aderiva al Fronte dell’Uomo Qualunque e il suo studio era ritenuto dagli attentatori un ritrovo di neofascisti.
27 giugno: a Roma sono emersi questi obiettivi dal convegno del movimento degli studenti promosso da Lotta Continua: iscrizione in massa alle liste di collocamento, formazione di cooperative di lavoro per giovani, creazione di centri sociali nei quartieri, convocazione per settembre di una conferenza internazionale contro la repressione. A Napoli, un dirigente dell’Alfasud di Pomigliano d’Arco, Vittorio Flick, viene ferito a colpi d’arma da fuoco alle gambe. L’attentato viene rivendicato da un commando di Operai Combattenti per il Comunismo.
28 giugno: A Roma,riapre l’ateneo. Continua la mobilitazione contro le centrali nucleari, e in serata, nella ex Pretura di via del Governo Vecchio, occupata da mesi dalle femministe del MLD, si tiene una manifestazione spettacolo organizzata dal Comitato romano antinucleare. A Genova, poco dopo le sette del mattino un commando delle BR spara nove colpi alle gambe di un capo officina del reparto caldareria dell’Ansaldo di Sampierdarena, Sergio Prandi, di 39 anni.
29 giugno: a Torino vengono incendiate tre auto, appartenenti ad un medico e a due capisquadra della FIAT. A Cassino, viene incendiato un deposito della FIAT. Dei volantini anonimi definiscono l’attentato: “una forma di lotta contro l’abolizione della festività di San Pietro e Paolo”. A Napoli, baraccati e missini assaltano l’aula comunale. A Firenze: nella notte un potente ordigno scoppia nella chiesa del Sacro Cuore, in via Capodimonte. In un volantino lasciato in una cabina telefonica accusa la chiesa di essere un centro di propaganda antiabortista.
30 giugno: a Torino, verso le 14,30, le BR feriscono Franco Visca, 38 anni, responsabile del servizio assistenza e manutenzione delle presse della FIAT di Mirafiori. A Roma, Giovani Proletari rivendicano 4 attentati contro macchine e abitazioni di neofascisti. La segreteria del liceo Malpighi viene devastata da ignoti. A Firenze, tre fascisti assassinano un agente, Remo Pieroni, dopo essere stati sorpresi mentre preparano un attentato che intendevano firmare con il nome di Prima Linea. I fascisti sono i fratelli Gaetano e Umberto Sinatti, di 21 e 20 anni, e Luca Poggiali di 20 anni. A Milano, le BR sparano alle gambe a Luciano Maccani, 49 anni, dirigente della FIAT-OM. A Pordenone, nella notte tre vagoni ferroviari della Zanussi, carichi di lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie vengono fatti saltare in aria con cariche di tritolo collegate a congegni di orologeria. L’azione viene rivendicata dall’organizzazione Fronte Combattente. Ad Augusta, vengono scoperti quattro chili di gelignite, collegati a detonatori, destinati alla Liquichimica. A Bologna, all’esterno dell’ufficio dei vigili urbani nel quartiere Barca viene fatto esplodere un ordigno di tritolo e all’Associazione Industriali un rudimentale ordigno non esplode e viene trovato da una guardia notturna. Le due azioni sono rivendicate dai Nuclei Proletari Rivoluzionari. A Spoleto, le BR fanno esplodere una bomba contro il muro di cinta del carcere, causando gravi danni. A Catania, una sparatoria contro una caserma dei carabinieri viene rivendicata dai NAP. A Bari, un ordigno al tritolo viene lanciato contro l’abitazione del segretario della sezione comunista di San Michele di Bari. L’esplosione provoca il crollo parziale dell’ingresso e infrange i vetri di vari edifici circostanti.  

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