1) IERI LA POLIZIA E' INTERVENUTA CON VIOLENZA PER CACCIARE GLI STUDENTI DALL'UNIVERSITA': HA ATTACCATO CON LE CAMIONETTE, HA PICCHIATO MANGANELLATO, FERITO
Da un mese a Roma, come in tutta Italia, il Movimento Studentesco era in lotta: facoltà occupate, discussioni e assemblee in varie scuole.
Nelle facoltà occupate ieri si lavorava, si discuteva dei problemi della condizione studentesca, ci si organizzava per lottare contro una situazione di subordinazione e contro Ia struttura autoritaria della scuola si era conquistato il fatto che gli esami venivano dati nella facoltà Occupata con il controllo e la pubblica discussione di tutti gli studenti.
Vedendo che il Movimento Studentesco si rafforzava e allargava nella lotta, invece di esaurirsi e di morire spontaneamente, il Rettore e il governo sono ricorsi alla forza.
MA GLI STUDENTI ALLA FORZA HANNO RISPOSTO CON LA FORZA:
questa volta hanno reagito, fermando con barricate i caroselli delle jeep e ribadendo la loro decisione di continuare la lotta e di ritornare nelle facoltà.
Ma la scuola non comincia all'università.
La battaglia deve coinvolgere tutti gli studenti, perché TUTTI GLI STUDENTI DEVONO DIRE NO ALLA SCUOLA DEI PADRONI.
LA LOTTA PROSEGUE:
QUESTA MATTINA ALLE 10 A PIAZZA DI SPAGNA
2) NEL COSTO DEI LIBRI IL PREZZO DEL NAPALM
Il Vietnam è oggi il punto più alto dello scontro in atto nel mondo tra reazione e progresso. I partigiani vietnamiti non combattono solo per se stessi, ma anche per noi: la loro lotta è anche la nostra.
Studente, giovane, lavoratore,
la scuola dei padroni si è sempre rifiutata di affrontare i problemi che condizionano l'avvenire stesso dell'umanità. Il movimento studentesco rifiuta questa impostazione e intende affermare il diritto di tutti gli studenti a dibattere questi temi anche nella scuola.
Per questo promuove per SABATO 23 MARZO ALLE ORE 15, nell'aula magna della città universitaria, un teach-in sul Vietnam, cui ti invita a partecipare.
IL MOVIMENTO STUDENTESCO
3) GLI STUDENTI IN LOTTA
AGLI EDILI
Gli studenti romani sono scesi in lotta accanto agli studenti delle altre città; l'Università di Roma è stata occupata per questi obbiettivi:
LOTTA CONTRO IL POTERE AUTORITARIO DEI PROFESSORI, CHE E' UNA
COMPONENTE DEL SISTEMA DEI PADRONI;
LOTTA CONTRO LA " LEGGE GUI", CHE E' LA LEGGE DEI PADRONI PER LA SCUOLA;
PER IL SALARIO AGLI STUDENTI IN MODO CHE TUTTI E NON SOLO I FIGLI DEI RICCHI POSSANO STUDIARE.
Edili, nei cantieri conoscete la legge del padrone, che impone i suoi interessi sulla vostra pelle non solo sfruttandovi e privandovi di ogni diritto, ma anche facendovi pagare con gli infortuni e talvolta con la vita i ritmi e i cottimi ai quali vi costringe.
ANCHE NELLA SCUOLA IL PADRONE IMPONE LA SUA LEGGE, FA DELLA SCUOLA UNO STRUMENTO PER CONSERVARE IL SUO POTERE. SOLO IL 7% DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI SONO FIGLI DI OPERAI E CONTADINI. LA VOSTRA LOTTA E' ANCHE LA NOSTRA LOTTA CONTRO LA SOCIETA' CAPITALISTICA BASATA SULLO SFRUTTAMENTO E.SUL PROFITTO. CONTRO I PADRONI UNITI FORMIAMO UN UNICO FRONTE DI LOTTA OPERAI-STUDENTI.
gli studenti romani in lotta
Bodo’s Project è un progetto di comunicazione “altra” per la creazione e la circolazione di scritti, foto e di video geneticamente sovversivi. La critica radicale per azzerare la società della merce; la decrescita, il primitivismo, la solidarietà per contrastare ogni forma di privatizzazione iniziando dall’acqua. Il piacere e la gioia di costruire una società dove tutti siano liberi ed uguali.
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giovedì 31 maggio 2018
AMERICAN PASTORAL di Ewan McGregor
La trama di American Pastoral segue quella del libro di Roth. Protagonista assoluto è Seymour Levov, detto lo Svedese, un uomo che agli occhi di tutti sembra vivere un sogno, anzi il sogno americano: bravo nello sport, geniale in tutto ciò che fa, sposato con la bellissima Miss New Jersey e padre di Meredith, detta Merry. Quella dello Svedese e di sua moglie Dawn sembra essere il prototipo (o lo stereotipo) della famiglia perfetta, ma man mano che Merry cresce comincia a prendere le distanze dai genitori che lei definisce impietosamente "borghesucci" aderendo ai movimenti di protesta che chiedono non solo la pace in Vietnam, ma che si compia una vera rivoluzione all'interno della società americana.
Ogni atto sembra essere lecito perché la rivoluzione si compia, anche uccidere. Così quando l'ufficio postale vicino casa dei Levov esplode, uccidendo un uomo, i sospetti cadono proprio su Merry che nel frattempo è scomparsa. La vita dei Levov cade a pezzi: lo Svedese e Dawn non riescono a confrontarsi con la possibilità che la figlia si sia trasformata in una terrorista e in particolare proprio lo Svedese non si rassegna alla perdita di Merry.
Gli anni che seguono sono un perpetuo tentativo di ritrovare la ragazza, lo Svedese segue ogni genere di pista, lasciandosi anche manipolare da una ragazza che è, o dice di essere, una compagna di lotta di Merry. Dawn e lo Svedese prendono quindi strade diverse. La madre è pronta, malgrado l'immenso dolore, a lasciare andare via il ricordo della figlia, perché insistere la porterebbe alla pazzia, ma lo Svedese no. Dilaniato dalla sofferenza, lo Svedese non rinuncia ad avere un ultimo disperato colloquio con Merry, che forse metterà fine alle sue illusioni.
Ciò che trasuda American Pastoral è il quadro fastidiosamente perfetto di una famiglia brava a nascondersi dietro le apparenze.
Nella prima parte del film sono intense e indimenticabili le scene, colme di tenerezza e amore dovute all’armonia familiare, che mostrano i momenti fondamentali della vita di Merry accanto ai suoi genitori. Una volta raggiunta l’età della ragione, Merry assume un atteggiamento di aperta e violenta contestazione contro la società americana, le sue sicurezze e le sue ingannevoli ipocrisie. In questa parte del film il
regista Ewan McGregor, fedele alla poetica del libro di Roth, rappresenta il conflitto insanabile tra la generazione dell’immediato dopoguerra, impegnata a realizzarsi in obbedienza all’idea di felicità derivante dal sogno americano, e la nuova generazione che nel 1968 contestò la guerra in Vietnam, rivendicò il rispetto dei diritti civili contro ogni forma di discriminazione nei riguardi della popolazione nera e delle minoranze razziali, e mise in discussione la politica estera degli Usa. Infatti Merry, sempre più insofferente verso il modello educativo che i suoi genitori tentano di imporle, si reca a New York e inizia a frequentare gruppi politici, radicalizzati e inclini a commettere azioni terroristiche.
È interessante assistere a questa mirabile simmetria nella rappresentazione, tra la ribellione che Merry decide di compiere contro l’autorità incarnata dai suoi genitori e i violenti scontri che attraversano le città americane in quegli anni. Una volta completato il liceo, Merry viene letteralmente risucchiata dalla contestazione giovanile più polarizzante e violenta: con la stessa forza e, si può dire, con la stessa rabbia che l’allontanano dalla sua famiglia e dai valori che rappresenta. Fino ad entrare in latitanza, compiendo azioni e seminando bombe contro l’establishment americano.
Elegia di un'America anni sessanta che va perdendo la sua innocenza e di sogni inesorabilmente destinati a infrangersi.
Ogni atto sembra essere lecito perché la rivoluzione si compia, anche uccidere. Così quando l'ufficio postale vicino casa dei Levov esplode, uccidendo un uomo, i sospetti cadono proprio su Merry che nel frattempo è scomparsa. La vita dei Levov cade a pezzi: lo Svedese e Dawn non riescono a confrontarsi con la possibilità che la figlia si sia trasformata in una terrorista e in particolare proprio lo Svedese non si rassegna alla perdita di Merry.
Gli anni che seguono sono un perpetuo tentativo di ritrovare la ragazza, lo Svedese segue ogni genere di pista, lasciandosi anche manipolare da una ragazza che è, o dice di essere, una compagna di lotta di Merry. Dawn e lo Svedese prendono quindi strade diverse. La madre è pronta, malgrado l'immenso dolore, a lasciare andare via il ricordo della figlia, perché insistere la porterebbe alla pazzia, ma lo Svedese no. Dilaniato dalla sofferenza, lo Svedese non rinuncia ad avere un ultimo disperato colloquio con Merry, che forse metterà fine alle sue illusioni.
Ciò che trasuda American Pastoral è il quadro fastidiosamente perfetto di una famiglia brava a nascondersi dietro le apparenze.
Nella prima parte del film sono intense e indimenticabili le scene, colme di tenerezza e amore dovute all’armonia familiare, che mostrano i momenti fondamentali della vita di Merry accanto ai suoi genitori. Una volta raggiunta l’età della ragione, Merry assume un atteggiamento di aperta e violenta contestazione contro la società americana, le sue sicurezze e le sue ingannevoli ipocrisie. In questa parte del film il
regista Ewan McGregor, fedele alla poetica del libro di Roth, rappresenta il conflitto insanabile tra la generazione dell’immediato dopoguerra, impegnata a realizzarsi in obbedienza all’idea di felicità derivante dal sogno americano, e la nuova generazione che nel 1968 contestò la guerra in Vietnam, rivendicò il rispetto dei diritti civili contro ogni forma di discriminazione nei riguardi della popolazione nera e delle minoranze razziali, e mise in discussione la politica estera degli Usa. Infatti Merry, sempre più insofferente verso il modello educativo che i suoi genitori tentano di imporle, si reca a New York e inizia a frequentare gruppi politici, radicalizzati e inclini a commettere azioni terroristiche.
È interessante assistere a questa mirabile simmetria nella rappresentazione, tra la ribellione che Merry decide di compiere contro l’autorità incarnata dai suoi genitori e i violenti scontri che attraversano le città americane in quegli anni. Una volta completato il liceo, Merry viene letteralmente risucchiata dalla contestazione giovanile più polarizzante e violenta: con la stessa forza e, si può dire, con la stessa rabbia che l’allontanano dalla sua famiglia e dai valori che rappresenta. Fino ad entrare in latitanza, compiendo azioni e seminando bombe contro l’establishment americano.
Elegia di un'America anni sessanta che va perdendo la sua innocenza e di sogni inesorabilmente destinati a infrangersi.
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L'emancipazione reale è il fine supremo della storia
L'uomo, come tutto il resto, è un essere completamente materiale. Lo spirito, la facoltà di pensare, di ricevere e di riflettere le varie sensazioni sia esterne che interiori, di ricordarle quando sono passate e di riprodurle con l'immaginazione, di confrontarle e di distinguerle, di astrarne le determinazioni comuni e di creare proprio con ciò delle nozioni generali o astratte, infine di formare le idee, raggruppando e combinando queste ultime, secondo modalità differenti - l'intelligenza insomma, l'unico creatore di tutto il nostro mondo ideale, è una proprietà del corpo animale e in particolare dell'organizzazione completamente materiale del cervello.
Ne consegue che l'uomo non realizza la sua libertà individuale, ovvero la sua personalità, che completandosi con tutti gli individui che lo circondano, è soltanto grazie al lavoro e alla forza collettiva della società, al di fuori della quale, di tutte le bestie feroci esistenti sulla Terra, egli resterebbe senza dubbio la più stupida e la più miserabile. Nel sistema dei materialisti, che è l'unico naturale e logico, la società, anziché ridurre e limitare, crea al contrario la libertà degli individui umani.
Essa è la radice, l'albero e la libertà è il suo frutto. Di conseguenza, a ogni epoca, l'uomo deve cercare la sua libertà non all'inizio, ma alla fine della storia, e si può dire che l'emancipazione reale e completa di ogni individuo umano è il vero il grande scopo, il fine supremo della storia.
Ubbidendo alle leggi di natura, dicevo, l'uomo non è affatto schiavo, perché non ubbidisce che a leggi che sono inerenti alla sua stessa natura, alle condizioni stesse per le quali egli esiste e che costituiscono tutto il suo essere: ubbidendo loro, egli ubbidisce a se stesso. E tuttavia esiste in seno a questa stessa natura una schiavitù da cui l'uomo è tenuto a liberarsi se non vuole a rinunciare alla sua umanità: è quella del mondo naturale che lo circonda e che si chiama natura di solito esterna.
Ne consegue che l'uomo non realizza la sua libertà individuale, ovvero la sua personalità, che completandosi con tutti gli individui che lo circondano, è soltanto grazie al lavoro e alla forza collettiva della società, al di fuori della quale, di tutte le bestie feroci esistenti sulla Terra, egli resterebbe senza dubbio la più stupida e la più miserabile. Nel sistema dei materialisti, che è l'unico naturale e logico, la società, anziché ridurre e limitare, crea al contrario la libertà degli individui umani.
Essa è la radice, l'albero e la libertà è il suo frutto. Di conseguenza, a ogni epoca, l'uomo deve cercare la sua libertà non all'inizio, ma alla fine della storia, e si può dire che l'emancipazione reale e completa di ogni individuo umano è il vero il grande scopo, il fine supremo della storia.
Ubbidendo alle leggi di natura, dicevo, l'uomo non è affatto schiavo, perché non ubbidisce che a leggi che sono inerenti alla sua stessa natura, alle condizioni stesse per le quali egli esiste e che costituiscono tutto il suo essere: ubbidendo loro, egli ubbidisce a se stesso. E tuttavia esiste in seno a questa stessa natura una schiavitù da cui l'uomo è tenuto a liberarsi se non vuole a rinunciare alla sua umanità: è quella del mondo naturale che lo circonda e che si chiama natura di solito esterna.
giovedì 24 maggio 2018
Il ’68 … Maggio 1968 cinquant’anni fa (capitolo XXI)
01 – A Roma il movimento studentesco partecipa alla manifestazione sindacale di Piazza S. Giovanni. Tra gli oratori c’è anche Franco Russo, esponente del movimento. L’intervento del sindacalista della CGIL-PSU Marinetti viene fischiato.
02 – Al processo per i fatti di Piazza Cavour il vicequestore Denozza definisce le cariche improvvise un “alleggerimento della situazione”. Il punto controverso riguarda i rituali squilli di tromba: per il movimento la polizia ha caricato senza nessun preavviso.
03 – Al processo per Piazza Cavour il sostituto procuratore Marroni, incaricato dell’esame del rapporto della questura, è sostituito. Il giorno prima il quotidiano “Il Tempo” lo accusava di “comprensione per i cinesi “. Protesta Magistratura democratica.
04 – Gli studenti romani invitano il rettore a far sgombrare dall’ateneo i numerosi poliziotti che ormai presidiano abitualmente la città universitaria.
06 – Si conclude il processo per piazza Cavour, con una condanna a 10 mesi e tre a 8 mesi. Gli imputati saranno tutti scarcerati il giorno seguente.
07 – A Roma è occupato per la prima volta il triennio di ingegneria, isolato dal resto dell’università.
08 – A Milano una manifestazione di protesta per la sentenza al processo di Roma si conclude con una sassaiola contro una concessionaria della Innocenti e dure cariche di polizia.
09 – Sciopero alla Marzotto di Valdagno dove le trattative sono di nuovo interrotte. Degli arrestati del 19 aprile, 12 sono ancora in carcere.
10 – Sgombrata, dopo 43 giorni di occupazione la facoltà di Lettere a Pavia. Il giorno prima studenti erano stati denunciati per violenza contro il rettore. A Perugia il rettore fa appendere la bandiera a mezz’asta per protesta contro le agitazioni degli studenti.
11 – Manifestazione nazionale del movimento alla Sapienza di Pisa. La città è presidiata dalla Celere in assetto di guerra. Presenti molti cineasti.
12 – Alcune famiglie di baraccati occupano 64 alloggi dello Iacp a Settecamini, periferia di Roma. Due giorni prima gli stessi baraccati avevano occupato le case sfitte del quartiere di Pietralata provocando l’immediato intervento della polizia.
13 – Per l’esame di latino scritto, il professore Paratore assegna agli studenti romani di Lettere una citazione di Mao in cui viene sottolineata l’inesperienza e l’immaturità dei giovani. Il movimento interrompe l’esame è chiede l’annullamento della prova.
14 – Due volte occupata e due volte sgombrata dalla polizia la sede del rettorato alla Statale di Milano. A Roma la polizia sgombra le case occupate a Settecamini.
16 – Scontri tra movimento e fascisti di fronte alla Statale di Milano occupata. Per la prima volta l’agitazione raggiunge l’università Bocconi, dove viene occupata Lingue. A Firenze la polizia carica un corteo di studenti di fronte alla sede della DC.
17 – Un comizio di Taviani a Genova viene interrotto dagli studenti. Nelle cariche che seguono 4 persone sono arrestate.
20 – I baraccati occupano alcune palazzine dello Iacp al Trullo, sobborgo di Roma. La polizia circonda in forze gli edifici.
21 – Tremila uomini, tra celerini e carabinieri, sgombrano le case occupate a Roma. Per la prima volta gli occupanti resistono e affrontano per tre ore la polizia. 160 capifamiglia 13 donne denunciati. Un arresto.
22 – Scontri tra fascisti e occupanti intorno alla Statale di Milano. Il procuratore della Repubblica convoca i rettori della Statale, della Cattolica e del Politecnico.
23 – Due espulsioni alla Statale di Milano. La procura denuncia 35 studenti per le occupazioni di marzo. Al Politecnico il rettore Finzi minaccia l’intervento della polizia se gli occupanti non sgombreranno immediatamente il rettorato.
24 – I fuorisede della casa dello studente di Roma decidono l’occupazione in risposta alle minacce del rettore di sospendere le borse di studio, dopo l’abolizione da parte dei residenti del regolamento interno.
25 – Scontri tra polizia e operai a Trento durante uno sciopero alla Michelin. Fermata l’intera Comissione Interna e alcuni studenti. Una manifestazione, ottiene l’immediata scarcerazione dei fermati. La CGIL e la CISL annunciano uno sciopero generale il 29.
27 – Dopo un tentativo di irruzione fascita, sgombrata la Cattolica di Milano, che verrà rioccupata nel pomeriggio.
28 – Dopo una serie di trattative col rettore gli studenti sgombrano il rettorato del Politecnico di Milano, rioccupato subito dai fascisti. La polizia impedisce al movimento di liberare l’edificio, che sarà rioccupato appena abbandonato dai fascisti.
29 – Occupata la Statale di Milano. Tutte le 4 università cittadine sono così controllate dagli studenti. Occupazione anche a Magistero di Roma.
30 – A Pisa il processo contro Di Donato e Carpi, imputati per le occupazioni di gennaio si conclude con la soluzione perché il fatto non costituisce reato.
31 – Al termine di una manifestazione di solidarietà col popolo francese gli studenti romani si scontrano con la polizia sotto l’ambasciata francese a Piazza Farnese.
02 – Al processo per i fatti di Piazza Cavour il vicequestore Denozza definisce le cariche improvvise un “alleggerimento della situazione”. Il punto controverso riguarda i rituali squilli di tromba: per il movimento la polizia ha caricato senza nessun preavviso.
03 – Al processo per Piazza Cavour il sostituto procuratore Marroni, incaricato dell’esame del rapporto della questura, è sostituito. Il giorno prima il quotidiano “Il Tempo” lo accusava di “comprensione per i cinesi “. Protesta Magistratura democratica.
04 – Gli studenti romani invitano il rettore a far sgombrare dall’ateneo i numerosi poliziotti che ormai presidiano abitualmente la città universitaria.
06 – Si conclude il processo per piazza Cavour, con una condanna a 10 mesi e tre a 8 mesi. Gli imputati saranno tutti scarcerati il giorno seguente.
07 – A Roma è occupato per la prima volta il triennio di ingegneria, isolato dal resto dell’università.
08 – A Milano una manifestazione di protesta per la sentenza al processo di Roma si conclude con una sassaiola contro una concessionaria della Innocenti e dure cariche di polizia.
09 – Sciopero alla Marzotto di Valdagno dove le trattative sono di nuovo interrotte. Degli arrestati del 19 aprile, 12 sono ancora in carcere.
10 – Sgombrata, dopo 43 giorni di occupazione la facoltà di Lettere a Pavia. Il giorno prima studenti erano stati denunciati per violenza contro il rettore. A Perugia il rettore fa appendere la bandiera a mezz’asta per protesta contro le agitazioni degli studenti.
11 – Manifestazione nazionale del movimento alla Sapienza di Pisa. La città è presidiata dalla Celere in assetto di guerra. Presenti molti cineasti.
12 – Alcune famiglie di baraccati occupano 64 alloggi dello Iacp a Settecamini, periferia di Roma. Due giorni prima gli stessi baraccati avevano occupato le case sfitte del quartiere di Pietralata provocando l’immediato intervento della polizia.
13 – Per l’esame di latino scritto, il professore Paratore assegna agli studenti romani di Lettere una citazione di Mao in cui viene sottolineata l’inesperienza e l’immaturità dei giovani. Il movimento interrompe l’esame è chiede l’annullamento della prova.
14 – Due volte occupata e due volte sgombrata dalla polizia la sede del rettorato alla Statale di Milano. A Roma la polizia sgombra le case occupate a Settecamini.
16 – Scontri tra movimento e fascisti di fronte alla Statale di Milano occupata. Per la prima volta l’agitazione raggiunge l’università Bocconi, dove viene occupata Lingue. A Firenze la polizia carica un corteo di studenti di fronte alla sede della DC.
17 – Un comizio di Taviani a Genova viene interrotto dagli studenti. Nelle cariche che seguono 4 persone sono arrestate.
20 – I baraccati occupano alcune palazzine dello Iacp al Trullo, sobborgo di Roma. La polizia circonda in forze gli edifici.
21 – Tremila uomini, tra celerini e carabinieri, sgombrano le case occupate a Roma. Per la prima volta gli occupanti resistono e affrontano per tre ore la polizia. 160 capifamiglia 13 donne denunciati. Un arresto.
22 – Scontri tra fascisti e occupanti intorno alla Statale di Milano. Il procuratore della Repubblica convoca i rettori della Statale, della Cattolica e del Politecnico.
23 – Due espulsioni alla Statale di Milano. La procura denuncia 35 studenti per le occupazioni di marzo. Al Politecnico il rettore Finzi minaccia l’intervento della polizia se gli occupanti non sgombreranno immediatamente il rettorato.
24 – I fuorisede della casa dello studente di Roma decidono l’occupazione in risposta alle minacce del rettore di sospendere le borse di studio, dopo l’abolizione da parte dei residenti del regolamento interno.
25 – Scontri tra polizia e operai a Trento durante uno sciopero alla Michelin. Fermata l’intera Comissione Interna e alcuni studenti. Una manifestazione, ottiene l’immediata scarcerazione dei fermati. La CGIL e la CISL annunciano uno sciopero generale il 29.
27 – Dopo un tentativo di irruzione fascita, sgombrata la Cattolica di Milano, che verrà rioccupata nel pomeriggio.
28 – Dopo una serie di trattative col rettore gli studenti sgombrano il rettorato del Politecnico di Milano, rioccupato subito dai fascisti. La polizia impedisce al movimento di liberare l’edificio, che sarà rioccupato appena abbandonato dai fascisti.
29 – Occupata la Statale di Milano. Tutte le 4 università cittadine sono così controllate dagli studenti. Occupazione anche a Magistero di Roma.
30 – A Pisa il processo contro Di Donato e Carpi, imputati per le occupazioni di gennaio si conclude con la soluzione perché il fatto non costituisce reato.
31 – Al termine di una manifestazione di solidarietà col popolo francese gli studenti romani si scontrano con la polizia sotto l’ambasciata francese a Piazza Farnese.
Contro il linguaggio
Passare dalle parole alle idee, non è che un passo; sempre valicato dal potere e dai suoi pensatori. Tutte le teorie del linguaggio, dal misticismo demente dell’essere fino alla suprema razionalità (oppressiva) della macchina cibernetica, appartengono ad un solo e medesimo mondo, vale a dire il discorso del potere, considerato come il solo mondo di riferimento possibile, come la mediazione universale. Come il Dio cristiano è la mediazione necessaria tra due coscienze e tra la coscienza e il se, il discorso del potere si installa nel cuore di ogni comunicazione, diventa la mediazione necessaria da se a così arriva a mettere le mani sulla contestazione, piazzandola in anticipo sul proprio terreno, controllandola dall’interno ed infiltrandola. La critica del linguaggio dominante, il suo détournement, diventerà la pratica permanente della nuova teoria rivoluzionaria,
Poiché ogni senso nuovo è chiamato controsenso dalle autorità, i situazionisti instaureranno la legittimità del controsenso, e denunceranno l’impostura del senso garantito e dato dal potere. Poiché il dizionario che è il guardiano senso esistente, noi ci proponiamo di distruggerlo sistematicamente. La sostituzione del dizionario, della guida del parlare (e del pensare) di tutto il linguaggio ereditato ed addomesticato, troverà espressione adeguata nell’infiltrazione rivoluzionaria del linguaggio.
Poiché ogni senso nuovo è chiamato controsenso dalle autorità, i situazionisti instaureranno la legittimità del controsenso, e denunceranno l’impostura del senso garantito e dato dal potere. Poiché il dizionario che è il guardiano senso esistente, noi ci proponiamo di distruggerlo sistematicamente. La sostituzione del dizionario, della guida del parlare (e del pensare) di tutto il linguaggio ereditato ed addomesticato, troverà espressione adeguata nell’infiltrazione rivoluzionaria del linguaggio.
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La solitudine di ciascuno come effetto della globalizzazione
Il rapporto di domesticazione che legava le antiche culture pastorali agli animali, prima di essere una questione economica, era una relazione parentale. Osserva Ròheim (antropologo e psicanalista ungherese): "Gli animali domestici erano al centro di tutta la vita psichica e sociale. Erano la fibra stessa dell'ordine sociale e l'oggetto di un culto mistico". Del resto, ancora oggi in Africa, l'associazione della regalità e del bestiame è un tratto costante delle società tribali, oltre che un trasfert edipico, per mezzo del quale si comprende come i rituali abbiano gestito per millenni, attraverso le forme paranoidi di rappresentazione quella complessità oscura, che oggi chiamiamo paura e che costituisce il senso del mondo. In altri termini, la "domesticazione sociale" degli animali ha avuto un importante funzione nello sviluppo dell'Io, sia che si esprimesse in un rapporto figliale con i cani, che nell'identificazione del padre e della madre nei ruminanti.
I processi di domesticazione sociale degli animali formano una sorte di nucleo rudimentale di formazione dei gruppi nel quale si riflette più o meno deformata la situazione infantile, la stessa che sublima l'uomo moderno attraverso i percorsi dell'alienazione, che da tempo controllano questo tratto tra i più caratteristici dell'evoluzione temporale. La controllano come un attitudine specifica della "loro" normalità, che consente ogni refoulement.
Il più solido effetto della globalizzazione delle forme sociali è la solitudine di ciascuno.
La globalizzazione è una forma degradata dell'antica idea di "cosmos". Degradata, perché ne realizza l'aspetto più esteriore, quello dell'ordine. (B.Rosenthal)
I processi di domesticazione sociale degli animali formano una sorte di nucleo rudimentale di formazione dei gruppi nel quale si riflette più o meno deformata la situazione infantile, la stessa che sublima l'uomo moderno attraverso i percorsi dell'alienazione, che da tempo controllano questo tratto tra i più caratteristici dell'evoluzione temporale. La controllano come un attitudine specifica della "loro" normalità, che consente ogni refoulement.
Il più solido effetto della globalizzazione delle forme sociali è la solitudine di ciascuno.
La globalizzazione è una forma degradata dell'antica idea di "cosmos". Degradata, perché ne realizza l'aspetto più esteriore, quello dell'ordine. (B.Rosenthal)
giovedì 17 maggio 2018
Ciò che rende possibile una rivoluzione.
I punti, i nodi, i focolai di resistenza sono disseminati nel tempo e nello spazio con minore o maggiore densità, a volte modellano gruppi o individui in modo definitivo, accendono punti del corpo, momenti della vita, tipi di comportamento. Grandi rotture radicali, grandi divisioni binarie o massicce? A volte. Ma più spesso abbiamo a che fare con punti di resistenza mobili e transitori, che introducono nella società sfaldature mobili, che rompono unità e producono raggruppamenti, che traversano gli individui stessi, ritagliandoli e rimodellandoli, e tracciano in loro, nel loro corpo e nella loro anima, regimi irriducibili. Proprio come la rete di relazioni di potere finisce per formare un tessuto spesso che attraversa i dispositivi e le istituzioni, senza localizzarsi precisamente in esse, allo stesso modo il disseminarsi dei punti di resistenza attraverso le stratificazioni sociali e le unità individuali. La codificazione strategica di questi punti di resistenza è ciò che rende possibile una rivoluzione.
Il ’68 … Ben venga Maggio e ‘l gonfalon selvaggio (capitolo XX)
01 – Forte tensione nelle università parigine della Sorbona e di Nanterre. Per tutto il mese di aprile studenti di sinistra e fascisti del gruppo Occident si sono fronteggiati e scontrati più volte.
02 – Chiusa a Nanterre la facoltà di Lettere. La mattina seguente la polizia invaderà il campus. Alla Sorbona i fascisti distruggono la sede del sindacato studentesco Unef.
03 - Trecento studenti si riuniscono alla Sorbona per protesta contro la chiusura di Nanterre. I Crs circondano l’università. Le trattative tra studenti e polizia durano ore mentre migliaia di studenti si affollano nelle strade vicine. In serata violenti scontri.
04 – L’Unef e il sindacato insegnanti proclamano uno sciopero generale e una manifestazione a partire dal 6.Per il 6 è anche fissata la riunione della Commissione disciplinare dell’università di fronte alla quale devono comparire 6 studenti tra cui Cohn-Bendit.
05 – Sei studenti vengono processati per gli scontri del 3; quattro sono condannati a pene detentive senza condizionale. La Sorbona rimane occupata dalla Polizia.
06 – Un corteo di 15.000 persone parte dalla Sorbona, passa sulla riva destra e manifesta di fronte al Palais Royal, torna al Quartiere latino e tenta di occupare l’università. Gli studenti affrontano fino a tarda sera la polizia. 487 feriti.
07 – Quasi 50.000 studenti universitari e medi passano in corteo dal Quartiere latino alla riva destra malgrado il divieto della polizia. Al ritorno l’Unef ordina lo scioglimento ma i manifestanti a partire dalla mezzanotte ingaggiano nuovi scontri con la polizia.
08 – Il governo si impegna a riaprire la Sorbona e Nanterre se i disordini non si ripeteranno. A sera un corteo di 30.000 persone sfila per il Quartiere latino. Al termine il servizio d’ordine dell’Unef impone lo scioglimento per rispettare i patti con le autorità.
09 – Il rettore riapre la Sorbona e Nanterre ma la polizia non abbandona l’università. Nel pomeriggio di fronte a un sit-in di migliaia di studenti, il segretario della Snesup Geismar si autocritica per aver cercato l’accordo con il rettore.
10 – Un corteo di protesta sfila sotto la prigione della Santé. La polizia blocca i ponti per la riva destra, gli studenti occupano il Quartiere latino e innalzano decine di barricate. Alle 2, dopo ore di trattative, la polizia attacca le barricate. Gli scontri sono violentissimi e continuano fino all’alba.
11 – Tutta la Francia è sconvolta dagli scontri di Parigi: la radio ha mandato in diretta sia le trattative tra studenti e rettore sia l’intera battaglia. I sindacati indicono lo sciopero generale per il 13. Il Primo ministro Pompidou, rientra precipitosamente in Francia.
12 – Nonostante Pompidou abbia accettato tutte le richieste degli studenti (riapertura della Sorbona il 13 e scarcerazione di tutti gli arrestati la tensione è altissima. Alle manifestazioni studentesche in Francia si uniscono gruppi di giovani operai.
13 – Centinaia di miglia di francesi in piazza. A Parigi manifestano in 800.000. la tensione tra studenti e sindacati non esplode ma gli studenti rifiutano le direttive di scioglimento al termine del corteo e occupano la Sorbona appena riaperta.
14 – Lo sciopero spontaneo comincia in Lorena con l’agitazione delle officine Claas. A Nantes gli operai della Sud-Aviation occupano la fabbrica e sequestrano il direttore e alcuni dirigenti.
15 – Gli operai della Renault-Clèon entrano in sciopero, sequestrano il direttore e una decina di dirigenti, alzano la bandiera rossa sulla fabbrica e dichiarano l’occupazione illimitata. Subito occupate altre due fabbriche nella stessa zona.
16 – L’agitazione arriva alla Rénault di Flins e in serata viene occupata la Rénault-Bilancourt, principale fabbrica del paese. Le fabbriche occupate sono 50. A Parigi occupati il teatro Odéon e l’Accademia di Francia.
17 - Sono 200.000 gli operai in sciopero. Il sindacato, preso alla sprovvista dalla lotta delle fabbriche della provincia, riesce a gestire la situazione solo a Bilancourt dove tenta di bloccare l’incontro operai-studenti. Parigi è presidiata da 70.000 poliziotti.
18 – Lo sciopero è totale coinvolge 2 milioni di persone. Sono bloccate scuole, fabbriche, ferrovie, miniere, porti, uffici, industrie agricole. De Gaulle anticipa il ritorno dalla Romania. I sindacati insistono sul carattere rivendicativo della lotta.
19 – Lo sciopero ha oramai paralizzato l’intera vita del paese. Giornalisti e tecnici della televisione controllano le trasmissioni. A Parigi si formano code di fronte ai negozi, in un clima apertamente insurrezionale.
20 – Occupato il porto di Marsiglia. Bloccate le centrali elettriche e telefoniche. Il segretario del Pcf Waldeck-Rochet propone la costituzione di un governo popolare. Il segretario della Cgt Seguy si pronuncia contro lo sciopero insurrezionale.
21 – Gli scioperanti sono 7 milioni, Waldeck-Rochet propone ai leader degli altri partiti di sinistra Mitterrand e Mollet la creazione di un blocco unito delle sinistre. Sartre parla alla Sorbona occupata. Occupati anche tutti i teatri principali di Parigi.
22 – Lo sciopero si allarga ancora. Una mozione di censura del governo gollista non passa per 11 voti. Tolto il diritto di soggiorno al leader del Movimento 22 marzo Cohn-Bendit, di nazionalità tedesca, in trasferta ad Amsterdam per una manifestazione.
23 – Lo sciopero oramai coinvolge quasi 10 milioni di persone. Scontri e barricate al Quartiere Latino ma la Cgt rifiuta di aderire alle manifestazioni per il rientro di Cohn-Bendit. Il leader sindacale Barjonnet si dimette per protesta.
24 – L’atteso discorso televisivo di De Gaulle dura 7 minuti. Il generale indice un referendum entro un mese. Gli studenti si scontrano con la polizia nelle principali città. A Parigi tentano di assaltare la Borsa e impegnano la polizia su un fronte di 10 Km.
25 – Il bilancio degli scontri è pesantissimo: centinaia di feriti, un manifestante morto a Parigi, un commissario ucciso a Lione. In serata nuova battaglia a Bordeaux. Anche i contadini alzano barricate.
26- Il discorso di De Gaulle è stato un fallimento e il governo è disorientato. La benzina già razionata, verrà d’ora in poi distribuita solo in casi d’emergenza. A Grenelle i sindacati cercano un accordo con i rappresentanti degli industriali e del governo.
27 - All’alba la bozza di accordo è pronta. Le conquiste sindacali sono limitatissime e nella stessa giornata le assemblee delle fabbriche occupate bocceranno il progetto e voteranno il proseguimento della lotta.
28 – Si dimette il ministro dell’educazione Peyrefitte. Mitterand propone un governo alternativo presieduto da Mendéès-France, ma il Pcf si dissocia. La Cgt convoca una manifestazione a Parigi per il giorno seguente.
29 – 500.000 di persone alla manifestazione di Parigi. De Gaulle si reca di nascosto alla Rft dove incontra il vecchio nemico Gen. Massu, comandante del corpo d’occupazione, l’unico di cui il governo si fidi in caso di prova di forza.
30 – De Gaulle parla alla radio. Un discorso durissimo in cui rifiuta di dimettersi, scioglie l’Assemblea Nazionale, rinvia il referendum, annuncia elezioni per il 2 giugno, minaccia il ricorso alle forze armate.
31 – Manifestazioni golliste in tutte le città francesi, che si scontrano con gruppi di sinistra. Pompidou forma un nuovo governo.
02 – Chiusa a Nanterre la facoltà di Lettere. La mattina seguente la polizia invaderà il campus. Alla Sorbona i fascisti distruggono la sede del sindacato studentesco Unef.
03 - Trecento studenti si riuniscono alla Sorbona per protesta contro la chiusura di Nanterre. I Crs circondano l’università. Le trattative tra studenti e polizia durano ore mentre migliaia di studenti si affollano nelle strade vicine. In serata violenti scontri.
04 – L’Unef e il sindacato insegnanti proclamano uno sciopero generale e una manifestazione a partire dal 6.Per il 6 è anche fissata la riunione della Commissione disciplinare dell’università di fronte alla quale devono comparire 6 studenti tra cui Cohn-Bendit.
05 – Sei studenti vengono processati per gli scontri del 3; quattro sono condannati a pene detentive senza condizionale. La Sorbona rimane occupata dalla Polizia.
06 – Un corteo di 15.000 persone parte dalla Sorbona, passa sulla riva destra e manifesta di fronte al Palais Royal, torna al Quartiere latino e tenta di occupare l’università. Gli studenti affrontano fino a tarda sera la polizia. 487 feriti.
07 – Quasi 50.000 studenti universitari e medi passano in corteo dal Quartiere latino alla riva destra malgrado il divieto della polizia. Al ritorno l’Unef ordina lo scioglimento ma i manifestanti a partire dalla mezzanotte ingaggiano nuovi scontri con la polizia.
08 – Il governo si impegna a riaprire la Sorbona e Nanterre se i disordini non si ripeteranno. A sera un corteo di 30.000 persone sfila per il Quartiere latino. Al termine il servizio d’ordine dell’Unef impone lo scioglimento per rispettare i patti con le autorità.
09 – Il rettore riapre la Sorbona e Nanterre ma la polizia non abbandona l’università. Nel pomeriggio di fronte a un sit-in di migliaia di studenti, il segretario della Snesup Geismar si autocritica per aver cercato l’accordo con il rettore.
10 – Un corteo di protesta sfila sotto la prigione della Santé. La polizia blocca i ponti per la riva destra, gli studenti occupano il Quartiere latino e innalzano decine di barricate. Alle 2, dopo ore di trattative, la polizia attacca le barricate. Gli scontri sono violentissimi e continuano fino all’alba.
11 – Tutta la Francia è sconvolta dagli scontri di Parigi: la radio ha mandato in diretta sia le trattative tra studenti e rettore sia l’intera battaglia. I sindacati indicono lo sciopero generale per il 13. Il Primo ministro Pompidou, rientra precipitosamente in Francia.
12 – Nonostante Pompidou abbia accettato tutte le richieste degli studenti (riapertura della Sorbona il 13 e scarcerazione di tutti gli arrestati la tensione è altissima. Alle manifestazioni studentesche in Francia si uniscono gruppi di giovani operai.
13 – Centinaia di miglia di francesi in piazza. A Parigi manifestano in 800.000. la tensione tra studenti e sindacati non esplode ma gli studenti rifiutano le direttive di scioglimento al termine del corteo e occupano la Sorbona appena riaperta.
14 – Lo sciopero spontaneo comincia in Lorena con l’agitazione delle officine Claas. A Nantes gli operai della Sud-Aviation occupano la fabbrica e sequestrano il direttore e alcuni dirigenti.
15 – Gli operai della Renault-Clèon entrano in sciopero, sequestrano il direttore e una decina di dirigenti, alzano la bandiera rossa sulla fabbrica e dichiarano l’occupazione illimitata. Subito occupate altre due fabbriche nella stessa zona.
16 – L’agitazione arriva alla Rénault di Flins e in serata viene occupata la Rénault-Bilancourt, principale fabbrica del paese. Le fabbriche occupate sono 50. A Parigi occupati il teatro Odéon e l’Accademia di Francia.
17 - Sono 200.000 gli operai in sciopero. Il sindacato, preso alla sprovvista dalla lotta delle fabbriche della provincia, riesce a gestire la situazione solo a Bilancourt dove tenta di bloccare l’incontro operai-studenti. Parigi è presidiata da 70.000 poliziotti.
18 – Lo sciopero è totale coinvolge 2 milioni di persone. Sono bloccate scuole, fabbriche, ferrovie, miniere, porti, uffici, industrie agricole. De Gaulle anticipa il ritorno dalla Romania. I sindacati insistono sul carattere rivendicativo della lotta.
19 – Lo sciopero ha oramai paralizzato l’intera vita del paese. Giornalisti e tecnici della televisione controllano le trasmissioni. A Parigi si formano code di fronte ai negozi, in un clima apertamente insurrezionale.
20 – Occupato il porto di Marsiglia. Bloccate le centrali elettriche e telefoniche. Il segretario del Pcf Waldeck-Rochet propone la costituzione di un governo popolare. Il segretario della Cgt Seguy si pronuncia contro lo sciopero insurrezionale.
21 – Gli scioperanti sono 7 milioni, Waldeck-Rochet propone ai leader degli altri partiti di sinistra Mitterrand e Mollet la creazione di un blocco unito delle sinistre. Sartre parla alla Sorbona occupata. Occupati anche tutti i teatri principali di Parigi.
22 – Lo sciopero si allarga ancora. Una mozione di censura del governo gollista non passa per 11 voti. Tolto il diritto di soggiorno al leader del Movimento 22 marzo Cohn-Bendit, di nazionalità tedesca, in trasferta ad Amsterdam per una manifestazione.
23 – Lo sciopero oramai coinvolge quasi 10 milioni di persone. Scontri e barricate al Quartiere Latino ma la Cgt rifiuta di aderire alle manifestazioni per il rientro di Cohn-Bendit. Il leader sindacale Barjonnet si dimette per protesta.
24 – L’atteso discorso televisivo di De Gaulle dura 7 minuti. Il generale indice un referendum entro un mese. Gli studenti si scontrano con la polizia nelle principali città. A Parigi tentano di assaltare la Borsa e impegnano la polizia su un fronte di 10 Km.
25 – Il bilancio degli scontri è pesantissimo: centinaia di feriti, un manifestante morto a Parigi, un commissario ucciso a Lione. In serata nuova battaglia a Bordeaux. Anche i contadini alzano barricate.
26- Il discorso di De Gaulle è stato un fallimento e il governo è disorientato. La benzina già razionata, verrà d’ora in poi distribuita solo in casi d’emergenza. A Grenelle i sindacati cercano un accordo con i rappresentanti degli industriali e del governo.
27 - All’alba la bozza di accordo è pronta. Le conquiste sindacali sono limitatissime e nella stessa giornata le assemblee delle fabbriche occupate bocceranno il progetto e voteranno il proseguimento della lotta.
28 – Si dimette il ministro dell’educazione Peyrefitte. Mitterand propone un governo alternativo presieduto da Mendéès-France, ma il Pcf si dissocia. La Cgt convoca una manifestazione a Parigi per il giorno seguente.
29 – 500.000 di persone alla manifestazione di Parigi. De Gaulle si reca di nascosto alla Rft dove incontra il vecchio nemico Gen. Massu, comandante del corpo d’occupazione, l’unico di cui il governo si fidi in caso di prova di forza.
30 – De Gaulle parla alla radio. Un discorso durissimo in cui rifiuta di dimettersi, scioglie l’Assemblea Nazionale, rinvia il referendum, annuncia elezioni per il 2 giugno, minaccia il ricorso alle forze armate.
31 – Manifestazioni golliste in tutte le città francesi, che si scontrano con gruppi di sinistra. Pompidou forma un nuovo governo.
THE NEW RECRUIT di Michael Nesmith
Ho appena messo l'uniforme e raggiunto la truppa
E voglio fare il mio dovere ma di una cosa la prego
È necessario che Lei mi insegni, Sergente, perché io non ho mai ucciso prima.
Fare il mio lavoro obbedendo è il mio unico desiderio
Imparare ad usare il mio fucile per bene, come puntare e far fuoco
Imparare a uccidere il nemico e solo dopo chiedermi perché
Oh, avrò bisogno di essere istruito, Sergente, che non ho mai ucciso prima.
Nel campo ci sono voci sul nostro nemico
Dicono che non sia diverso da Lei e da me
Ma Lei le smentirà, Sergente, Lei che è un esperto di guerra
Ma è necessario che mi dia lezioni, perché io non ho mai ucciso prima.
Ci sono diverse cose che non ho imparato ancora bene
Non so ancora come usare la baionetta
e se, quando il nemico non sia morto al primo colpo, io gliela debba conficcare in corpo una volta ancora
Oh, abbia pazienza, Sergente, io non ho mai ucciso prima.
E la bomba a mano è qualcosa che io proprio non capisco
Bisogna gettarla rapidamente o si rischia di perdere la mano
Davvero può fare un uomo a pezzi con la sua terribile, sorda deflagrazione?
Oh, ho così tanto da imparare perché non ho mai ucciso prima.
Beh, voglio ringraziarvi Sergente per l'aiuto che mi ha dato
Mi ha insegnato come uccidere e come odiare il nemico
E ora so che sarò pronto quando mi spediranno là fuori in guerra
E so che non importa che non ho mai ucciso prima
Oh sì, lo so che non importa che non ho mai ucciso prima
(Canzone pubblicata con lo pseudonimo di Blessing Benedizione”, da Nesmith, forse perché congedato dall’esercito nel 1962, riuscì a scampare al Vietnam per il rotto della cuffia)
venerdì 11 maggio 2018
Un mondo dove non ci sia più da pagare
La lotta contro le ingiustizie ha smesso di dissimulare ciò che è sempre stata: la conquista da parte degli uomini di una merce che li conquista e rimpiazza con una forma umana - un'astrazione - la realtà vivente che esaurisce.
Scendere in strada con le armi della rivendicazione? Per fare che? Per reclamare dei diritti che mi saranno accordati al prezzo di nuove rinunce, mi arricchiranno a mie spese e impoveriranno la mia vita?
La gente si è battuta per secoli per l'uguaglianza e prende oggi coscienza che la sola uguaglianza effettiva è il dovere imposto a tutti di sacrificarsi per lavorare, e di lavorare per niente o così poco, poiché l'avere declina, il potere rende ridicoli e la sopravvivenza si annoia.
Solo mi concerne la creazione di un mondo dove non ci sia più da pagare.
Scendere in strada con le armi della rivendicazione? Per fare che? Per reclamare dei diritti che mi saranno accordati al prezzo di nuove rinunce, mi arricchiranno a mie spese e impoveriranno la mia vita?
La gente si è battuta per secoli per l'uguaglianza e prende oggi coscienza che la sola uguaglianza effettiva è il dovere imposto a tutti di sacrificarsi per lavorare, e di lavorare per niente o così poco, poiché l'avere declina, il potere rende ridicoli e la sopravvivenza si annoia.
Solo mi concerne la creazione di un mondo dove non ci sia più da pagare.
giovedì 10 maggio 2018
Il ’68 … aprile nel mondo (capitolo XIX)
02 – Al termine di un funerale d’un liceale ucciso dalla polizia, migliaia di dimostranti insorgono nelle strade di Rio de Janeiro; l’esercito pattuglia le vie con autoblindo e carri armati: 3 manifestanti uccisi.
04 – In Brasile 50.000 studenti in manifestazione vengono caricati dalla polizia a cavallo. Martin Luther King, dirigente pacifista nero, viene ucciso a Memphis, dove stava preparando una manifestazione per i diritti civili dei neri.
05 – Negli USA, tutti i ghetti neri sono in fiamme: la più estesa rivolta degli anni ’60 è particolarmente violenta a Memphis, Chicago e Washington; la Casa Bianca in stato d’assedio, nelle strade si moltiplicano sparatorie, incendi e saccheggi.
07 – L’insurrezione nera raggiunge nuove città, fra cui Baltimora, dove gli scontri sono violentissimi; a Chicago viene decretato lo stato insurrezionale; a Oakland un dirigente delle Pantere Nere viene ucciso dalla polizia che arresta anche Eldridge Cleaver. I morti per ora sono 21, centinaia i feriti e gli arrestati.
08 – 50.000 persone partecipano a Memphis alla manifestazione organizzata da King.
09 – Luther King sepolto ad Atlanta di fronte a una folla immensa, la rivolta continua, per ora gli arresti sono 10.000, i feriti quasi 2.000.
10 – 130 città sono state investite dalla rivolta nera, approvata in tutta fretta una legge contro la discriminazione più volte bocciata in precedenza.
11 – Il leader dell’Sds Rudi Dutschke gravemente ferito in un attentato a Berlino.
12 – In tutta la Rft gli studenti attaccano le sedi dei giornali di Springer; a Monaco invasa e devastata la sede in cui si stampano i giornali del gruppo.
13 – In tutte le città tedesche gli studenti affrontano la polizia in difesa dei giornali di Springer; a Berlino Ovest la sede della catena è circondata dal filo spinato e da centinaia di poliziotti.
15 - a Londra manifestazione di solidarietà con gli studenti tedeschi che tentano di attaccare l’ambasciata della Rft difesa da forze ingenti di polizia.
16 – Negli scontri intorno alla sede della Bild Zeitung a Monaco viene gravemente ferito uno studente morirà due giorni dopo. Morto anche un fotografo dell’agenzia tedesca Ap.
20 – La polizia di Memphis indica nell’evaso James Earl Ray l’assassino di Martin Luther King; con altrettanta sicurezza era stato accusato nei giorni precedenti Eric Galt.
21 – Bomba della resistenza palestinese al centro di Tel Aviv: giovanissimi palestinesi arrestati per un volantinaggio a Gerusalemme.
25 – Manifestanti australiani e neozelandesi interrompono a Londra un celebrazione della battaglia di Gallipoli (1915) per protesta contro la partecipazione dei propri paesi al corpo di spedizione in Vietnam.
27 – Il rettore della Columbia University (New York) intima lo sgombero delle sedi occupate: il 24 gli studenti neri avevano occupato la Hamilton Hall, sede centrale dell’università, seguiti dai bianchi.
28 – Duecento arresti nella battagli fra studenti e polizia di fronte alla sede del ministero degli Esteri a Tokio; gli studenti chiedono il ritiro totale del B 52 USA dalla base di Okinawa.
29 – Bloccate le lezioni in 100 università USA. Stokely Carmichael e Rap Brown partecipano a un sit-in nell’edificio della Columbia occupato dai neri e ribattezzato Università Malcolm X.
30 – La polizia irrompe nella Columbia University e sgombra con estrema violenza gli edifici occupati; moltissimi studenti feriti e contusi.
LA PANTERA di Rainer Maria Rilke
Dal va e vieni delle sbarre è stanco
l’occhio, tanto che nulla più trattiene.
Mille sbarre soltanto ovunque vede
e nessun mondo dietro mille sbarre.
Molle ritmo di passi che flessuosi e forti
girano in minima circonferenza,
è una danza di forze intorno a un centro
ove stordito un gran volere dorme.
Solo dalle pupille il velo a volte
s’alza muto -. Un’immagine vi penetra,
scorre la quiete tesa delle membra -
e nel cuore si smorza.
giovedì 3 maggio 2018
Il ’68 … Aprile 1968 cinquant’anni fa (capitolo XVIII)
01 – Serrata fino al 18 aprile la Statale di Milano. Il rettore minaccia l’invalidazione dell’anno; gli studenti rispondono con un corteo e un sit-in di protesta. Gli studenti di Sociologia a Trento decidono di passare dall’occupazione “chiusa” a quella “aperta”.
03 – A Pisa, altri 4 mandati di arresto per gli scontri del 15 marzo; per le stesse imputazioni già detenuti 9 manifestanti. I mandati di comparizione per le occupazioni di gennaio sono 60; occupazione “aperta” per protesta alla Sapienza. I cineasti Marco Bellocchio e Silvano Agosti prendono contatto con il Movimento studentesco romano; si pongono le basi teorico produttive per i cinegiornali del movimento studentesco. Tra aprile e dicembre ne verranno girati 4.
04 – Sciopero degli studenti pisani contro la repressione. A Napoli occupato l’Istituto Orientale mentre per le strade la polizia si scontra con i tranvieri in sciopero. A Torino, Enrico
Bosio coordina un gruppo di operatori che riprendono manifestazioni e cortei studenteschi, il lavoro sfocerà alla fine dell’anno nelle lotte operaie a Pallanza (Rhodiatoce) e nella nascita del Collettivo cinema militante.
05 – La polizia sgombra Magistero a Genova e ferma 80 persone. A Parma all’occupazione di Fisica e Scienze si aggiunge quella della sede centrale dell’università. Alla manifestazione dell’assassinio di Luther King, scontri e 12 fermi a Roma.
06 – Sciopero alla Fiat: la polizia carica i picchetti alla palazzina degli impiegati, nel pomeriggio gli scontri riprendono nelle strade adiacenti a Mirafiori. Il 5 erano stati liberati i 4 arrestati per lo sciopero del 30 marzo.
08 – Si conclude dopo 67 giorni l’occupazione di Sociologia a Trento: gli studenti hanno ottenuto il riconoscimento dell’assemblea come loro organo rappresentativo. Occupazioni a Bari e Bologna.
09 – Il rettore del Politecnico di Milano denuncia alla magistratura la situazione di Architettura, occupata dal 4 marzo, chiede l’intervento della procura per garantire la libertà d’insegnamento e intima lo sgombro agli occupanti.
10 – Sciopero alla Marzotto di Valdagno.
11 – Terzo sciopero di 24 ore alla Fiat; cariche della polizia di fronte alla palazzina degli uffici e in corso Traiano. Arrestato lo studente Guido Viale. Nel pomeriggio la polizia scioglie una assemblea degli operai-studenti a Palazzo Campana.
12 - Manifestazione di solidarietà con gli studenti tedeschi a Roma: attaccate due concessionari di automobili Rft.
13 – Vietata da oggi la vendita di sigarette sciolte.
14 – Serrata alla Marzotto di Valdagno. Arrestato lo studente romano Massimiliano Fuskas, nel cui appartamento la polizia ha trovato alcuni libri della biblioteca di Architettura.
18 – Sospeso lo sciopero alla Fiat; l’azienda si dice disposta ad aprire trattative. Occupazione anche a lettere di Roma, dove il movimento aderisce alla manifestazione per la Grecia del 20 e allo sciopero degli edili il 22.
19 – A Valdagno gli operai del turno di notte impediscono l’entrata del turno successivo; dopo una carica dilagano scontri violentissimi. Gli operai abbattono la statua del conte Marzotto, attaccano le ville dei dirigenti e il Jolly Hotel: 47 arresti.
20 – Il prefetto vieta ogni manifestazione a Valdagno per 8 giorni.A Roma gli studenti manifestano contro un centro di sperimentazione di armi atomiche e batteriologiche: la polizia attacca il corteo e arresta 16 studenti.
21 – Tutta Valdagno risponde con una manifestazione silenziosa all’assedio della polizia, il prefetto è costretto a revocare il divieto di manifestare.
22 – Quattro ore di sciopero degli edili romani. Perquisizioni nelle case di molti studenti romani dopo l’attentato al Boston Chemical.
24 – Nella notte i fascisti attaccano l’università di Parma occupata, ma vengono respinti; subito dopo la polizia ordina lo sgombro. La Camera del Lavoro risponde con uno scioperò di solidarietà; l’università è rioccupata in serata.
25 – Due arresti Franco Piperno e Antonio Russo e 6 denunce per l’attentato al Boston Chemical. Gli studenti torinesi manifestano per la liberazione di Viale.
26 – Occupata Ingegneria a Roma.
27 – Una manifestazione di universitari e medi viene attaccata senza preavviso dalla polizia di fronte a Palazzo di Giustizia in piazza Cavour: la carica è durissima, 6 gli arresti, 160 i fermati.
28 – Occupato per protesta contro la repressione il Liceo Lucrezio Caro di Roma: in serata la polizia sgombra violentemente l’istituto. Occupata anche lettere.
29 – Numerosi professori protestano per il comportamento della polizia a Piazza Cavour e nello sgombero del liceo Lucrezio Caro.
30 – In una conferenza stampa, il senatore Parri denuncia le sevizie subite da Russo, arrestato per l’attentato al Boston Chemical, in questura; la polizia non smentisce. Piperno, scarcerato afferma di aver sentito le urla di Russo durante l’interrogatorio.
03 – A Pisa, altri 4 mandati di arresto per gli scontri del 15 marzo; per le stesse imputazioni già detenuti 9 manifestanti. I mandati di comparizione per le occupazioni di gennaio sono 60; occupazione “aperta” per protesta alla Sapienza. I cineasti Marco Bellocchio e Silvano Agosti prendono contatto con il Movimento studentesco romano; si pongono le basi teorico produttive per i cinegiornali del movimento studentesco. Tra aprile e dicembre ne verranno girati 4.
04 – Sciopero degli studenti pisani contro la repressione. A Napoli occupato l’Istituto Orientale mentre per le strade la polizia si scontra con i tranvieri in sciopero. A Torino, Enrico
Bosio coordina un gruppo di operatori che riprendono manifestazioni e cortei studenteschi, il lavoro sfocerà alla fine dell’anno nelle lotte operaie a Pallanza (Rhodiatoce) e nella nascita del Collettivo cinema militante.
05 – La polizia sgombra Magistero a Genova e ferma 80 persone. A Parma all’occupazione di Fisica e Scienze si aggiunge quella della sede centrale dell’università. Alla manifestazione dell’assassinio di Luther King, scontri e 12 fermi a Roma.
06 – Sciopero alla Fiat: la polizia carica i picchetti alla palazzina degli impiegati, nel pomeriggio gli scontri riprendono nelle strade adiacenti a Mirafiori. Il 5 erano stati liberati i 4 arrestati per lo sciopero del 30 marzo.
08 – Si conclude dopo 67 giorni l’occupazione di Sociologia a Trento: gli studenti hanno ottenuto il riconoscimento dell’assemblea come loro organo rappresentativo. Occupazioni a Bari e Bologna.
09 – Il rettore del Politecnico di Milano denuncia alla magistratura la situazione di Architettura, occupata dal 4 marzo, chiede l’intervento della procura per garantire la libertà d’insegnamento e intima lo sgombro agli occupanti.
10 – Sciopero alla Marzotto di Valdagno.
11 – Terzo sciopero di 24 ore alla Fiat; cariche della polizia di fronte alla palazzina degli uffici e in corso Traiano. Arrestato lo studente Guido Viale. Nel pomeriggio la polizia scioglie una assemblea degli operai-studenti a Palazzo Campana.
12 - Manifestazione di solidarietà con gli studenti tedeschi a Roma: attaccate due concessionari di automobili Rft.
13 – Vietata da oggi la vendita di sigarette sciolte.
14 – Serrata alla Marzotto di Valdagno. Arrestato lo studente romano Massimiliano Fuskas, nel cui appartamento la polizia ha trovato alcuni libri della biblioteca di Architettura.
18 – Sospeso lo sciopero alla Fiat; l’azienda si dice disposta ad aprire trattative. Occupazione anche a lettere di Roma, dove il movimento aderisce alla manifestazione per la Grecia del 20 e allo sciopero degli edili il 22.
19 – A Valdagno gli operai del turno di notte impediscono l’entrata del turno successivo; dopo una carica dilagano scontri violentissimi. Gli operai abbattono la statua del conte Marzotto, attaccano le ville dei dirigenti e il Jolly Hotel: 47 arresti.
20 – Il prefetto vieta ogni manifestazione a Valdagno per 8 giorni.A Roma gli studenti manifestano contro un centro di sperimentazione di armi atomiche e batteriologiche: la polizia attacca il corteo e arresta 16 studenti.
21 – Tutta Valdagno risponde con una manifestazione silenziosa all’assedio della polizia, il prefetto è costretto a revocare il divieto di manifestare.
22 – Quattro ore di sciopero degli edili romani. Perquisizioni nelle case di molti studenti romani dopo l’attentato al Boston Chemical.
24 – Nella notte i fascisti attaccano l’università di Parma occupata, ma vengono respinti; subito dopo la polizia ordina lo sgombro. La Camera del Lavoro risponde con uno scioperò di solidarietà; l’università è rioccupata in serata.
25 – Due arresti Franco Piperno e Antonio Russo e 6 denunce per l’attentato al Boston Chemical. Gli studenti torinesi manifestano per la liberazione di Viale.
26 – Occupata Ingegneria a Roma.
27 – Una manifestazione di universitari e medi viene attaccata senza preavviso dalla polizia di fronte a Palazzo di Giustizia in piazza Cavour: la carica è durissima, 6 gli arresti, 160 i fermati.
28 – Occupato per protesta contro la repressione il Liceo Lucrezio Caro di Roma: in serata la polizia sgombra violentemente l’istituto. Occupata anche lettere.
29 – Numerosi professori protestano per il comportamento della polizia a Piazza Cavour e nello sgombero del liceo Lucrezio Caro.
30 – In una conferenza stampa, il senatore Parri denuncia le sevizie subite da Russo, arrestato per l’attentato al Boston Chemical, in questura; la polizia non smentisce. Piperno, scarcerato afferma di aver sentito le urla di Russo durante l’interrogatorio.
un arcobalenico anarchismo vivente
Una fusione fra anarchismo emerso e anarchismo sommerso, a mio avviso, potrebbe essere di grande utilità per quel "nuovo" anarchismo che dobbiamo pensare e costruire in questo scorcio di secolo ventesimo, per fare nuovamente varcare all'anarchismo la soglia della significanza sociale, per farlo tornare ad essere un movimento sociale reale e una plausibile alternativa all'esistente.
L'emerso ha grandi potenzialità, soffocate dalla sclerosi istituzionale dell'ufficialità: la sua creatività viene ridotta (autoridotta) dalla necessaria conservazione (necessaria alla sua logica interna di gruppo "assediato") di stereotipi ideologici e organizzativi. Molte delle sue energie sono impiegate per funzionamento di una macchina che in buona parte è fine a se stessa.
Anche il sommerso, d'altronde, ha grandi potenzialità di energie e creatività immobilizzate oppure disperse perché prive di quel "senso" (senso come significato, senso come direzione) che solo l'appartenenza ad un movimento può dare. Non che quel senso lo possa dare l'attuale movimento, quel senso deve essere ripensato e ricostruito. E mi sembra una buona ipotesi che a ripensarlo e a ricostruirlo possano essere insieme "emersi" e "sommersi", a partire da un nucleo condiviso di valori (semplificando e per ora non precisando: libertà, eguaglianza, diversità, etc, in quella peculiare e unica miscela che fa dell'anarchia un principio di organizzazione simbolica de reale inconciliabile con le culture e le società del dominio). A partire da questo, che è il nucleo duro, "utopico", dell'anarchismo, deve essere mobilitata tutta la ricchezza possibile e immaginabile di esperienze, sensibilità, creatività individuale e collettive emerse e sommerse, per pensare a fare un arcobalenico anarchismo vivente, una mutazione culturale in atto che esprima insieme il rifiuto e l'alternativa. Un anarchismo che sia dentro questa società, ma anche contro e (in qualche misura) fuori e comunque sempre altro.
L'emerso ha grandi potenzialità, soffocate dalla sclerosi istituzionale dell'ufficialità: la sua creatività viene ridotta (autoridotta) dalla necessaria conservazione (necessaria alla sua logica interna di gruppo "assediato") di stereotipi ideologici e organizzativi. Molte delle sue energie sono impiegate per funzionamento di una macchina che in buona parte è fine a se stessa.
Anche il sommerso, d'altronde, ha grandi potenzialità di energie e creatività immobilizzate oppure disperse perché prive di quel "senso" (senso come significato, senso come direzione) che solo l'appartenenza ad un movimento può dare. Non che quel senso lo possa dare l'attuale movimento, quel senso deve essere ripensato e ricostruito. E mi sembra una buona ipotesi che a ripensarlo e a ricostruirlo possano essere insieme "emersi" e "sommersi", a partire da un nucleo condiviso di valori (semplificando e per ora non precisando: libertà, eguaglianza, diversità, etc, in quella peculiare e unica miscela che fa dell'anarchia un principio di organizzazione simbolica de reale inconciliabile con le culture e le società del dominio). A partire da questo, che è il nucleo duro, "utopico", dell'anarchismo, deve essere mobilitata tutta la ricchezza possibile e immaginabile di esperienze, sensibilità, creatività individuale e collettive emerse e sommerse, per pensare a fare un arcobalenico anarchismo vivente, una mutazione culturale in atto che esprima insieme il rifiuto e l'alternativa. Un anarchismo che sia dentro questa società, ma anche contro e (in qualche misura) fuori e comunque sempre altro.
mercoledì 2 maggio 2018
Un chant d'amour di Jean Genet
In asfittiche e solitarie celle d'una prigione, forse in Algeria, giovani maschi reclusi vivono in un ossessivo, reciproco desiderio erotico. Soffiano il fumo di sigaretta attraverso fori scavati nei muri, si strusciano contro dure pareti di cemento sapendo che il loro uomo è dall'altra parte. Un secondino sessualmente ambiguo li spia, e talora i prigionieri si esibiscono per lui, altre volte l'uomo entra, frusta uno di loro, lo obbliga a una fellatio al proprio fucile.
Uno dei detenuti balla, come in trance, seguendo una musica immaginaria, mentre accarezza un ritratto di donna tatuato sul suo avambraccio. Un altro, innamorato di lui batte a più riprese sul muro della sua cella, ma, in un primo tempo, senza essere ascoltato. Un terzo prigioniero si masturba.
Un chant d’amour non presenta una descrizione minuziosa dell’ambiente e della vita all’interno di un carcere. Si vedono quasi soltanto tre celle adiacenti, in ognuna delle quali è rinchiuso un giovane prigioniero; e il corridoio dove sono affiancate le tre porte, lungo il quale passeggia il secondino. La vita di Genet, omosessuale e ladro, si è svolta al di fuori di ogni canone usuale e quando nel 1950 girò questo film era uscito di prigione (dove aveva trascorso molto tempo) da due anni, grazie all'interessamento di alcuni scrittori, come Cocteau e Sartre. Per lui la prigione era il luogo privilegiato del desiderio, dove la presenza di carnefici e vittime, di segregazione e di violenza, acuisce i sensi appagando come non mai ogni fantasia sessuale.
Un chant d'amour è rimasta la sua unica opera cinematografica. Realizzato nel 1950 con mezzi ridotti al minimo, il film di ventisei minuti, privo di sonoro ed in bianco nero e interpretato da attori non professionisti, fu da subito un'opera “maledetta”. Considerato pornografico e per questo a lungo vietato, divenne visibile al pubblico soltanto due decenni più tardi. Si trattava comunque di un pubblico ristretto, frequentatori dei circuiti underground dove copie scadenti del film circolavano in modo semi-clandestino.
Il fatto che sia ambientato in una prigione lo rende più che mai autobiografico, una lirica e sensuale proiezione dell'immaginario fantastico di Genet. Ma è altresì, il trionfo visivo di ogni immaginario omosessuale, in cui amore e violenza, sesso e poesia si mescolano potentemente, in un insieme di immagini riunite con grande libertà, quasi un universo simbolico a sé stante.
La passione, l'erotismo, la solitudine che uccide lentamente, la speranza e il sogno di una romantica corsa nei boschi come unica arma per sopravvivere, l'ingegnoso piccolo foro
nel muro che permette ad un filo di fumo di venire espulso dalla bocca di un uomo per trasferirsi in quella di un altro, ed infine una ghirlanda, dono d'amore che dopo mille difficoltà riesce a passare dalla mano del donatore a quella del ricevente, pegno d'amore che costerà caro al più anziano dei due protagonisti. Un film di respiro neorealista, ma anche espressionista, che non rinuncia a mostrare con orgoglio le virilità maschili così spudoratamente esibite ma in realtà del tutto castrate dagli invalicabili limiti di quattro mura scalcinate di una tetra prigione. Raramente il cinema è riuscito ad esprimere in modo così schietto e dirompente la potenza di una passione che non si ferma nemmeno davanti agli ostacoli più evidenti ed ineliminabili, dove le barriere di una prigione ne costituiscono la più evidente simbolica rappresentazione.
Uno dei detenuti balla, come in trance, seguendo una musica immaginaria, mentre accarezza un ritratto di donna tatuato sul suo avambraccio. Un altro, innamorato di lui batte a più riprese sul muro della sua cella, ma, in un primo tempo, senza essere ascoltato. Un terzo prigioniero si masturba.
Un chant d’amour non presenta una descrizione minuziosa dell’ambiente e della vita all’interno di un carcere. Si vedono quasi soltanto tre celle adiacenti, in ognuna delle quali è rinchiuso un giovane prigioniero; e il corridoio dove sono affiancate le tre porte, lungo il quale passeggia il secondino. La vita di Genet, omosessuale e ladro, si è svolta al di fuori di ogni canone usuale e quando nel 1950 girò questo film era uscito di prigione (dove aveva trascorso molto tempo) da due anni, grazie all'interessamento di alcuni scrittori, come Cocteau e Sartre. Per lui la prigione era il luogo privilegiato del desiderio, dove la presenza di carnefici e vittime, di segregazione e di violenza, acuisce i sensi appagando come non mai ogni fantasia sessuale.
Un chant d'amour è rimasta la sua unica opera cinematografica. Realizzato nel 1950 con mezzi ridotti al minimo, il film di ventisei minuti, privo di sonoro ed in bianco nero e interpretato da attori non professionisti, fu da subito un'opera “maledetta”. Considerato pornografico e per questo a lungo vietato, divenne visibile al pubblico soltanto due decenni più tardi. Si trattava comunque di un pubblico ristretto, frequentatori dei circuiti underground dove copie scadenti del film circolavano in modo semi-clandestino.
Il fatto che sia ambientato in una prigione lo rende più che mai autobiografico, una lirica e sensuale proiezione dell'immaginario fantastico di Genet. Ma è altresì, il trionfo visivo di ogni immaginario omosessuale, in cui amore e violenza, sesso e poesia si mescolano potentemente, in un insieme di immagini riunite con grande libertà, quasi un universo simbolico a sé stante.
nel muro che permette ad un filo di fumo di venire espulso dalla bocca di un uomo per trasferirsi in quella di un altro, ed infine una ghirlanda, dono d'amore che dopo mille difficoltà riesce a passare dalla mano del donatore a quella del ricevente, pegno d'amore che costerà caro al più anziano dei due protagonisti. Un film di respiro neorealista, ma anche espressionista, che non rinuncia a mostrare con orgoglio le virilità maschili così spudoratamente esibite ma in realtà del tutto castrate dagli invalicabili limiti di quattro mura scalcinate di una tetra prigione. Raramente il cinema è riuscito ad esprimere in modo così schietto e dirompente la potenza di una passione che non si ferma nemmeno davanti agli ostacoli più evidenti ed ineliminabili, dove le barriere di una prigione ne costituiscono la più evidente simbolica rappresentazione.
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