Gli alberi del Sud portano uno strano frutto
Sangue sulle foglie e sangue alla radice
Corpi neri oscillano nella brezza del sud
Strani frutti appesi agli alberi di pioppo
Scena pastorale del prode sud
Gli occhi sporgenti e la bocca contorta
Profumo di magnolie, dolce e fresco
Poi l’improvviso odore di carne bruciata
Ecco il frutto da strappare per i corvi
Per la pioggia da raccogliere, per il vento da risucchiare
Per il sole a marcire, per gli alberi a cadere
Ecco un raccolto strano e amaro
(Strange Fruit è una canzone di denuncia antirazzista portata al successo da Billie Holiday, che la cantò per la prima volta nel 1939 al night club Café Society di New York, dandone subito un’interpretazione fortissima e per molti aspetti definitiva. L’autore, Abel Meeropol, comunista insegnante ebreo-russo che viveva nel Bronx, l’aveva scritta dopo aver visto una fotografia di Thomas Shipp e Abram Smith, due cittadini afro americani linciati a Marion, nell’Indiana. Strange Fruit divenne immediatamente una bandiera della lotta per i diritti civili, oltre che una specifica accusa nei confronti di una pratica, il linciaggio, che continuò ad essere realtà quotidiana negli Stati del Sud fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.)
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